Scatta il 1 luglio da Copenaghen, in Danimarca, con una crono individuale di 13 km il 109° Tour de France.
La Grand Départ dell'edizione 2022 è fissata in via eccezionale venerdì (1 luglio) e non di sabato come al solito. Una scelta dovuta per dar modo alla carovana d'operare il trasferimento verso Dunkerque lunedì 4 luglio dopo tre frazioni corse in terra danese.
Arrivo domenica 24 luglio a Parigi.
Quattro i paesi attraversati dalla corsa: oltre a Danimarca e Francia sconfinamenti in Belgio e Svizzera con partenza inedita da Aigle (9° tappa), cittadina di 10.200 abitanti del Cantone di Vaud che ospita la sede dell'Unione Ciclistica Internazionale (UCI).
Oltre alla cittadina svizzera sono ben nove le località che ospitano la Grande Boucle per la prima volta (Copenaghen, Roskilde, Nyborg, Vejle, Sønderborg, Aigle, Castelnau-Magnoac, Lacapelle-Marival e Rocamadour).
I numeri del Tour de France 2022:
- 48.530 metri di dislivello (al Giro erano 50.580)
- 3.349,8 i chilometri totali
- 7 tappe miste.
- 6 tappe pianeggianti.
- 6 tappe di montagna, di cui 5 arrivi in salita (La super Planche des Belles Filles, col du Granon, Alpe d’Huez, Peyragudes, Hautacam).
- 2 cronometro individuali per un totale di 53 km (1° tappa Copenaghen-Copenaghen di 13,2 km e 20° tappa Lacapelle-Marival et Rocamadour di 40,7 km).
- 2 giorni di riposo (lunedì 11 e lunedì 18 luglio).
- 1 giorno di trasferimento (lunedì 4 luglio).
- 1 tappa con pavé. Si tratta della quinta frazione da Lille Métropole ad Arenberg Porte du Hainaut. 11 i settori di pavé di lunghezza compresa tra 1,3 a 2,8 km.
109° Tour de France: le insidie del percorso
La prima tappa a cronometro con un percorso cittadino ad anello molto tecnico nel cuore di Copenaghen presenta le "classiche insidie" di ogni tracciato disegnato nel cuore di una grande città. Saper guidare la bici e rilanciare dopo ogni curva sono le due doti indispensabili per fare la differenza.
La crono di Copenaghen è solo un degno prologo di quello che succederà il giorno seguente: 2° tappa con arrivo a Nyborg. Altimetria piuttosto clemente con tre GPM di 4^ categoria, ma il bello arriva ai meno 21,1 km dal traguardo.
La corsa imbocca il ponte sullo stretto Grande Belt (foto sotto) che divide le isole Selandia e Fiona. Un segmento lungo 18 km spietato, esposto al vento. E già si annuncia una finale di tappa simile a quello della seconda frazione (Utrecht-Zelanda, ndr) del Tour 2015 con il gruppo in frantumi e tanti favoriti in ritardo all'arrivo a causa del vento dell'Oceano Atlantico.
Sarà di nuovo il vento a dare spettacolo anche il giorno seguente?
Il percorso della 3° tappa (da Vejle a Sønderborg, 182 km) non si allontana mai più di tanto dalle coste della penisola dello Jutland...
La 5° tappa è (forse) la più impegnativa della prima settimana.
Nel menu ci sono 19,4 km di pavé. Due i settori affrontati in rapida successione anche alla Roubaix: Warlaing à Brillon e Tilloy-lez-Marchiennes à Sars-et-Rosières. Entrambi lunghi 2.400 metri.
Arrivo a pochi metri dall'ingresso della Foresta di Arenberg con la celebre miniera Wallers-Arenberg a fare da cornice.
L'ultima volta del Grande Boucle sulle strade dell'Inferno del Nord risale al 2018. Vittoria di John Degenkolb (in lacrime) a Roubaix (foto sotto)
La 7° tappa vede l'arrivo delle grandi montagne con il primo arrivo in quota: Super Planche des Belles Filles.
Il 109° Tour de France approda in questa celebre stazione sciistica del distretto dell'Alta Saona per la sesta volta in dieci anni. Si tratta del secondo arrivo in versione "super" dopo quello del 2019 (vittoria di Dylan Teuns). In sostanza la corsa approccia un versante più duro rispetto alla classica ascesa (con GPM a quota 1.035 m) che ben ricordiamo per via delle vittorie di Nibali e Aru rispettivamente al Tour 2014 e 2017. L'arrivo è posto a 1.140 metri d'altitudine. Salita di 7 km all'8,7% con punte al 24%...
Le salite decisive
Domenica 10 luglio sarà la 9° tappa che chiude la prima settimana di corsa: 192,9 km, da Aigle a Châtel Les Portes du Soleil.
Non è il classico tappone alpino o pirenaico, ma le salite non mancano: Côte de Bellevue (km 37,1 - 4,3 km al 4 %), Col des Mosses (km 108,5 - 13,3 km al 4,1 %), Col de la Croix (km 131,8 - 8,1 km al 7,6 %), Pas de Morgins (km 183,1 - 15,4 km à 6,1 %). La salita di Pas de Morgins direzione Châtel non è proibitiva. Al GPM mancano 9,8 km all'arrivo di cui 4,2 in salita per raggiungere il traguardo e c'è da spingere.
Martedì 12 luglio la corsa riprende con il botto. 10° tappa, Morzine Les Portes du Soleil-Megève, 148,1 km con arrivo in salita.
Tappa breve e impegnativa a confermare una tendenza sempre più in voga nell'ultimo periodo e che in parte copia la filosofia della Vuelta (corsa sempre gestita da ASO). Ai lunghi chilometraggi si preferisce accorciare la tappa per rendere la corsa più effervescente fin dalle prime fasi.
Salita finale di 19,2 km al 4,1 % con l'arrivo posto a 1.460 metri d'altitudine dopo aver percorso il suggestivo rettilineo finale della pista dell'aeroporto di Megève, già traguardo di tappa al Giro del Delfinato 2020.
109° Tour de France: le Alpi
Mercoledì 13 luglio è un'altra data da bollino rosso. 11° tappa, Albertville-Col du Granon, 151,7 km. La corsa va per due volte oltre i 2mila metri grazie a due ascese hors catégorie (HS).
È il giorno del Col du Galibier, quota 2.642 m (km 106,7 - 17,7 km al 6,9 %) e appunto del Col du Granon, 2.413 metri d'altitudine (km 151,7 - 11,3 km al 9,2%). Finale molto impegnativo con pendenze piuttosto costanti, mai però sotto l'8,2%.
Il Tour torna sul Col du Granon dopo l'esordio del 1986 quando per la prima volta il Tour fissò il traguardo di una tappa oltre quota 2.400 m.
Senza respiro anche la 12° tappa, Briançon-Alpe d'Huez di 165,1 km. Di nuovo il Galibier percorso in senso contrario rispetto al giorno precedente con un percorso che per la maggior parte ricalca la settima frazione del Giro del Delfinato 2022.
È la tappa regina del 109° Tour de France.
In Occitania sulle orme di Jaja...
Sabato 16 luglio è il turno della tappa numero 14. Molto insidiosa.
Partenza da Saint-Étienne e arrivo a Mende dopo 192,5 km. Non ci sono grandi salite, ma allo stesso tempo non c'è molto spazio per la pianura. Quattro colli di 3^ categoria e l'arrivo posto ad 1,5 km dopo aver scollinato il GPM della Côte de la Croix Neuve. Salita che la città di Mende ha dedicato a Laurent Jalabert a ricordo dell'impresa di "Jaja" al Tour.
14 luglio del 1995 e la corsa che allora come oggi va da Saint-Étienne a Mende seppur con 30 km in più da percorrere. Jalabert trionfa da fuggitivo della prima ora dopo aver coperto 198 km, dei 222,5 km totali, in fuga.
109° Tour de France: tre giorni di fuoco sui Pirenei
La 16° tappa arriva dopo l'ultimo giorno di riposo. Il profilo altimetrico della Carcassonne-Foix, di 178,5 km, fa spallucce a chi vuole andare in fuga, ma potrebbe riservare qualche sorpresa anche per la classifica. Il motivo è la presenza di due salite da non sottovalutare: il Port de Lers (km 125,1 - 11,4 km al 7%) e ancor di più il Mur de Péguère (km 151,3 - 9,3 km al 7,9 %). Quest'ultima ascesa ha negli ultimi 3,5 km pendenze oltre l'11% e punte al 18%.
I 129,7 km che separano Saint-Gaudens da Peyragudes in occasione della 17esima frazione possono sembrare una distanza da gara juniores, ma basta guardare l'altimetria per capire che la tara è un'altra.
Quattro i GPM che fanno il paio con il quarto arrivo in salita di questo Tour. Col d’Aspin (km 65,7 - 12 km al 6,5 %), Hourquette d’Ancizan (km 81,6 - 8,2 km al 5,1 %), Col de Val Louron-Azet (km 109,5 - 10,7 km al 6,8 %) e l'ascesa finale vista Peyragudes (8 km al 7,8 %). Qui, in occasione del Tour 2017, trionfò Romain Bardet.
I tre giorni di fuoco sui Pirenei terminano giovedì 21 con l'arrivo in salita ad Hautacam dopo 143,2 km di gara. Al km 58,5 la corsa tocca Laruns e fino all'arrivo non c'è più tempo e spazio per nascondersi. In sequenza ci sono da affrontare il Col d’Aubisque (km 76,7 - 16,4 km al 7,1 %), il Col de Spandelles (10,3 km all'8,3 %) e la salita di Hautacam (13,6 km al 7,8 %).
Giunti a questo punto è possibile tirare le somme in vista della crono di 40,7 km che sembra disegnata apposta per gli specialisti delle prove contro il tempo.
Da non dimenticare gli abbuoni. Per ogni tappa in linea vengono assegnati rispettivamente 10'', 6'' e 4'' ai primi tre corridori al traguardo.
Per maggiori informazioni: letour.fr
Foto in apertura: ©A.S.O / Aurelien Vialatte
Qui il nostro podcast Spotify "Vita da Pro" - speciale Tour de France.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.