Ogni anno, in questo momento della stagione, interagisco con i principali marchi del settore bici.
Ascolto le loro necessità, le priorità e gli obiettivi del 2024 e talvolta anche degli anni a venire.
Comprese le problematiche attuali.
Ho più di 20 anni di esperienza in questo settore e negli ultimi tempi le cose sono arrivate ad un bivio.
Ad un impasse.
Ad un punto di non ritorno.
E analizzando questo scenario ho individuato le 7 cose da cambiare nel mondo della bici.
Quanto state per leggere è la mia visione e non di certo un'elargizione del divino.
Le 7 cose da cambiare nel mondo della bici
Sono considerazioni semplici e ovvie, ma, ahimè, per nulla scontate.
Sono considerazioni che chi frequenta i negozi di bici o le community online è solito fare.
Quindi, nulla di astruso.
Ma allo stesso tempo rendono l’idea di quale sia la percezione degli appassionati nei confronti della bike industry:
1 - Le bici e i suoi componenti devono durare di più: basta model year, ovvero basta “edizione 2023”, e ben vengano modelli che durano 5 anni o anche più;
2 - L’opzione “solo telaio” piuttosto che solo bici completa deve essere estesa a tutte le bici, e-Mtb comprese;
3 - Bici e componenti devono poter essere riparati: i pezzi di ricambio devono essere reperibili anche dopo 10 anni. Questo significa dare valore tanto al nuovo quanto all’usato e acquisire più fiducia negli appassionati;
4 - L’usato non deve essere un problema del rivenditore: se il model year dovesse sparire riuscirei a determinare con più facilità e precisione quanto un modello di bici varrebbe dopo 4-5 anni. Se chi produce la bici si prende cura anche del proprio usato le cose iniziano a cambiare;
5 - Non si vince con la tecnologia: il boom bici del post-Covid è stato una manna che si è trasformato, poi, in una mannaia, per giunta con la complicità delle guerre.
Il tempo cura le ferite, si dice, ma intanto nei negozi aleggia la sfiducia e la propensione all’acquisto è ai minimi storici.
Come si riconquista la fiducia degli appassionati?
Come si fa a dare loro nuova motivazione per acquistare questo o quel componente?
Qui servirebbe il coraggio di proporre nuove opzioni di acquisto (noleggio a lungo a termine o maggiori garanzie sull’usato) e bici di media gamma con prezzi e allestimenti da media gamma.
Chi sarà il primo a fare uno di questi passi?
Sono convinto, però, che oggi per conquistare il cliente non serva più "l’alto livello tecnologico", bensì la consapevolezza della sua capacità di spesa e della sua conoscenza tecnica della bici.
Un esempio concreto: le bici di media gamma.
Queste si rivolgono a chi non può o non vuole acquistare il top, ma non si può arrivare a quota 8000-9000€ e per di più con allestimenti "poco convincenti".
Al massimo si dovrebbe stare sui 4000-5000€.
Sì, forse è utopistico, ma, utopia per utopia, aggiungo che a questa cifra mi aspetterei di trovare equipaggiamenti decenti, ovvero tali da convincere le reali aspettative di chi può comprare queste bici.
Serve il coraggio di una rivisitazione epocale della gamma e dei prezzi, a cominciare dalla media gamma, e il primo che riesce a farla, mettendo d'accordo anche la rete vendita, vince.
E' una sfida, ma la crisi, lo sappiamo, è anche un'opportunità.
Cara bike industry, ora è il momento di fare la differenza senza aggiungere strati di tecnologia ad un oggetto, la bici, che continua ad essere amato soprattutto per la sua semplicità;
6 - I giovani non hanno soldi da spendere, né si può aspettare che arrivino all’età lavorativa per farli diventare dei ciclisti. Così ci perderemmo l’età migliore per farne nuovi campioni del ciclismo.
Sono consapevole che la responsabilità di ciò è condivisa da più parti, ma il mondo della bici, insieme a tutti gli enti preposti alla promozione e alla gestione di questo sport, a mio, avviso non dovrebbe più ignorare questa realtà;
7 - Ma a chi serve l'alta gamma? Questo punto chiama in ballo noi, BiciDaStrada ed MtbCult.it. Il nostro compito, oggi, è ancora lo stesso: aiutare il pubblico a costruirsi una propria opinione e, nel nostro caso, insegnare ogni giorno qualcosa in più sulla bici.
Fra cui capire che le bici e i componenti top sono fantastici, ma ci si può divertire ed essere felici con molto meno...
La grande sfida di oggi
E’ possibile che alla fine del 2024 lo scenario di overstock si sia risolto, ovvero è possibile che le cose tornino alla normalità.
Ma la normalità, a mio avviso, non sarà più quella di una volta.
Gli appassionati, i biker che entrano nei negozi di bici, che si rivolgono alle officine di bici e che acquistano prodotti del mondo bici online amano ciò che la bike industry propone loro.
Ma c'è un "ma".
Passione sì, ma anche un certo sdegno.
Che, quando va bene, si trasforma in sarcasmo nei confronti di questo o quel marchio, ma che alla fine aiuta a mandare giù il rospo e a completare l’acquisto.
Mentre, invece, quando va male, lo sdegno scoraggia l’acquisto, porta a rivedere le priorità fino addirittura ad abbandonare la bici.
Quindi, cara bike industry, se è vero che “la crisi è un’opportunità”, noi, biker di montagna e ciclisti di strada, non vediamo l’ora che la bici torni ad essere un’opportunità per tutti.
Raffinata, sì, ma comunque semplice, riparabile, rivendibile e con prezzi che non facciano più sperare in svendite o sconti iperbolici.
Se secondo voi ci sono altre priorità per il mondo della bici vi invito ad inviarcele via e-mail tramite il form di contatto.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Dalla Mtb, alla bici da strada, passando per una e-Mtb e se capita anche una gravel bike. La bicicletta è splendida in tutte le sue forme e su BiciDaStrada.it, di cui sono il fondatore e il direttore, ci concentriamo sulla tecnica, sulle emozioni, sui modi per migliorarsi e soprattutto sul divertimento. Quello che fa bene al cuore, alle gambe e alla mente. Pedali agganciati!