La prova olimpica di Tokyo 2020 si è conclusa con la vittoria di Richard Caparaz (forte e scaltro), davanti a Van Aert e Pogačar, tre dei corridori più in forma visti al Tour de France.
Il percorso, come si sapeva, si è rivelato molto duro ed è stato reso ancora più difficile dal gran caldo.
Non è un caso che 9 dei primi 10 classificati siano usciti dalla Grande Boucle e che tutti (anche se con caratteristiche diverse), siano corridori che vanno forte in salita.
Fa eccezione, come spesso accade, Van Aert, per cui ormai abbiamo finito gli aggettivi e non sappiamo più come categorizzare.
Nonostante la durezza del percorso, la prova olimpica è stata affrontata a grande velocità, poiché Carapaz ha chiuso i 234 km (con 4.800 metri di dislivello) in 6 ore 5’ e 26”, alla media di 38,420 km/h. Da notare, però, che mentre nella prima parte la velocità del gruppo è stata piuttosto blanda, negli ultimi 100 km la velocità media è salita a 41,9 km/h.
Qui sotto analizziamo i dati di scalata del Mikuni Pass, salita durissima che come ci si aspettava ha provocato la selezione decisiva, scremando il gruppetto di atleti che poi si sono giocati la corsa.
Come riferimento abbiamo preso il file Strava di Brandon McNulty: l'americano ha svalicato con i migliori e soprattutto ci permette di osservare anche i dati di potenza registrati con un SRM PC8.
Partiamo dai dati del segmento: 6,76 km al 10,3%, in cui McNulty ha conquistato il KOM con un tempo di scalata di 23:20".
Carapaz, Pogačar, il nostro Bettiol e gli altri big hanno praticamente il medesimo tempo.
La velocità media di scalata è stata di 17,4 km/h, mentre la VAM di 1.787 m/h, dunque in linea con i valori necessari per fare la differenza in salita nel ciclismo moderno.
Su salite di durata e pendenza simile, al Giro e al Tour abbiamo visto anche valori superiori a 1.800 m/h, ma nel caso di Tokyo non possiamo non tenere conto del gran caldo.
Venendo ai dati di potenza, che sono sempre quelli più oggettivi e facili da confrontare, McNulty sul Mikuni Pass ha espresso 407 watt medi per 23:20”.
Analizzando la su curva di potenza, possiamo risalire al rapporto peso/potenza registrato durante l’ascesa, che è stato di 5,9 watt/kg.
Un valore straordinario, ma leggermente più basso rispetto a quelli che siamo abituati a vedere tra i Pro' su scalate intorno ai 20’, che per i corridori più forti sono sempre sopra i 6 watt/kg.
Sul Col du Portet, per fare un esempio, Pogačar aveva espresso oltre 6,1 watt/kg per quasi 50’ minuti (trovate i dettagli nell'articolo in basso). Il nostro Caruso al Giro d'Italia ha spesso superato i 6 watt/kg su scalate di 30-40'.
Ogni corsa fa storia a sé, ma i dati di potenza ci confermano che caldo e umidità a Tokyo potrebbero aver inciso sulla prestazione massima per circa un 5%...
Pogačar sul Col du Portet: nuovo record di scalata e ritorno al rim brake
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.