Scott ha presentato la sua prima gamma di scarpe dedicate al gravel a novembre 2021.
Due i modelli disponibili: Scott Gravel Tuned e Scott Gravel Pro, caratterizzate da una doppia versione donna/uomo.
Noi abbiamo provato quest'ultimo modello con tomaia colore matt blue/dark grey in occasione del test ruote Campagnolo Levante.
A differenza delle Tuned, le Scott Gravel Pro sono pensate per una dimensione meno agonistica, che ha a che fare con l'avventura ed il cicloturismo dove scendere dalla bicicletta è una pratica che è parte di un certo modo di intendere il ciclismo.
1- Dettagli tecnici
– Materiali utilizzati: 9
La qualità si percepisce fin dal primo contatto. La tomaia costituita da un unico pezzo di pelle microfibra (poliuretano sintentico) al tatto è piacevole ed elegante.
Mi ha colpito la totale assenza di sbavature e residui di lavorazione derivati dall'assemblaggio della suola (non è un dramma visto che la scarpa è un prodotto artigianale o semi-artigianale).
Conchiglia tallone e puntale sono rinforzati e vedono l'impiego di inserti dedicati che non creano l'effetto scalino.
La superficie della tomaia è quindi lineare senza punti d'interruzione.
Percorrendo il perimetro della scarpa con la mano solo i microfori di ventilazione, un piccolo inserto Air Mesh 3D sul lato interno nella zona del metatarso ed una cucitura sulla conchiglia "interrompono" la struttura.
La suola in materiale composito è costituita da un mix di nylon e fibra di vetro e sale leggermente in prossimità di conchiglia e tallone. Una soluzione che abbinata agli inseriti contribuisce a dare un'immagine solida e coriacea senza influenzare troppo l'estetica.
La mescola del battistrada prevede l'impiego di gomma Sticki già collaudata da Scott in ambito MTB con tasselli dotati di un'altezza di poco inferiore al centimetro.
L'indice di rigidità è pari a 6, un valore intermedio se si pensa che la scala Scott prevede un valore massimo pari a 12. Qui mi sento di fare una precisazione: non fatevi influenzare dal numero.
Un indice più basso non significa per forza che la scarpa non è performante.
Io avevo tarato il mio schema mentale prima di ricevere la scarpa, ovvero, sapevo di ricevere una scarpa che poco ha da spartire con l'agonismo.
Così dopo una prima ispezione visiva e tattile non ho resistito: ho messo da parte l'indice di rigidità e con esso ogni preconcetto ed ho voluto testare la flessibilità facendo pressione su punta e tallone oltre a spingere la scarpa contro un muretto quasi a voler simulare una prova di flessione.
Un po' come si fa con le scarpe da running o da calcio per capire la bontà dei materiali.
– Sistema di chiusura: 9
Le scarpe avvolgono il piede grazie ad una rotella BOA® L6, un sistema collaudato ed affidabile. Nonostante sia abituato ad usare scarpe con due rotori devo ammettere che i sei punti di ancoraggio e scorrimento del laccio sono ben collocati sulla zona superiore del piede e non hanno generato spiacevoli punti di pressione.
Ovvio, se siete abituati ad un doppio rotore, sentirete un po' di libertà in più che è quello che serve in fin dei conti quando non si tratta solo di pedalare.
- Regolazioni consentite: 8
Di contro, se parliamo in termini assoluti, poter contare su un unico rotore BOA® L6 limita la possibilità di regolazione.
Un secondo rotore non sfigurerebbe, però si tratta sempre di fare i conti con la resa complessiva del progetto.
- Prezzo: 8
Il prezzo al pubblico è di 149,90 Euro come riportato sul sito Scott. Forse leggermente più alto rispetto ad altri marchi che vantano una lunga tradizione applicata alla scarpa da ciclismo.
A seguito di una breve ricerca sul web però è possibile trovare le Scott Gravel Pro ad un prezzo inferiore ai 100 Euro che identificano un rapporto qualità/prezzo assolutamente interessante. Se cercate una scarpa per le vostre avventure gravel ed il prezzo è vicino a questa soglia... Non lasciatevele sfuggire!
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
2 - Prestazioni
– Comfort della calzata: 9
La Scott Gravel Pro è una scarpa che non ha richiesto un periodo di "rodaggio". Le ho sentite subito "mie" fin dalla prima uscita.
Premetto che ho un piede un po' particolare con il dorso un po' più alto rispetto alla media, con l'avampiede che preferisce una pianta più larga rispetto ad una stretta che però allo stesso tempo non riesce a garantirmi un buon contenimento del tallone.
Non a caso, infatti, utilizzo abitualmente un modello di un marchio italiano: pianta standard, ma tomaia con collo leggermente più alto (calzata comfort).
La pelle sintetica è morbida e mi ha permesso fin da subito di sentirmi a mio agio senza dover passare attraverso quei piccoli dolori tipici della fase di assestamento.
Unico neo è la lingua della scarpa leggermente invasiva quando l'angolo tibia-malleolo-piede risulta chiuso: situazione tipica di un tratto in salita da percorrere a piedi. Forse si potrebbe ridurre e tagliare all'altezza della prima cucitura.
Per darvi l'idea del comfort della calzata e delle forme ben studiate sono riuscito ad infilare il piede nella scarpa stando in piedi senza particolari difficoltà. Una situazione non raccomandata per indossare le scarpe che però non è facilmente replicabile con altre calzature, da strada soprattutto.
- Rigidità della suola: 10
Attenzione! Non parliamo di un valore in senso assoluto, ma relativo alla destinazione d'uso di questa calzatura. Un indice di rigidità pari a 6 non è certo assimilabile ad una scarpa utilizzata da un pro', ma restituisce un comfort eccezionale, a mio avviso, in ambito gravel adventure.
In fase di spinta la tenuta è sicura ed efficace. Non ho avvertito cedimenti o particolari dispersioni. Non le ho messe alla prova in competizione dove forse potrebbe emergere qualche limite.
Quando si scende di sella però la scarpa grazie alla tassellatura poco invasiva mi ha dato l'impressione di avere qualcosa in comune con alcune scarpe da trekking e trail running di una noto marchio francese...
In sostanza dopo un po' di tempo che le si ha addosso, le Gravel Pro sono comode quasi come una scarpa da ginnastica (sneaker, ndr).
- Peso: 8,5
In taglia 42 la scarpa pesa 334 g (mezzo paio) collocandosi nella media per quanto riguarda una scarpa gravel che in genere non scende quasi mai sotto i 310 g.
- Ventilazione: 8,5
Buona, ma non eccellente. Avere il piede umido o bagnato mentre pedalo è una delle cose che proprio non sopporto (e non credo di essere l'unico).
Le Gravel Pro sono ben lontane da questa sensazione. Zero appunti finché si tratta di un normale giro gravel di qualche ora.
Durante la fase di test le ho indossate all'aperto per qualche ora: in bici e giù dalla sella durante il periodo dell'ondata di caldo di fine giugno/inizio luglio. La ventilazione, a mio avviso, è un aspetto da migliorare anche se il punto di partenza è già buono.
– Calzata (quale taglia scegliere?): 10
Ho seguito indicazioni e la tabella taglie di Scott presente sulla scheda prodotto del sito e... nessun problema.
Nella vita di tutti i giorni indosso il classico 42 e le Gravel Pro di questa misura calzano a pennello. Un aspetto che non è una costante, in particolare su strada, dove in questi anni mi sono ritrovato ad indossare scarpe tra il 40 ed il 42,5 (attualmente indosso un 41).
A tal proposito molto interessante lo strumento "Trova la tua taglia" attivabile sempre dalla scheda prodotto. In pratica è possibile selezionare o inserire manualmente il marchio di scarpe indossato di solito, il modello (es. scarpe da calcio, sneaker, mocassino, scarpe basse, scarpe eleganti, etc.) ed il numero. A seguire, queste informazioni vengono incrociate con larghezza della pianta del piede e gli acquisti effettuati dai clienti Scott che non hanno operato il reso.
Una curiosa triangolazione statistica che permette di ridurre il margine d'errore e di conseguenza resi e rifiuti.
Voto finale (da 1 a 10): 9,2
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,85
Per maggiori informazioni: scott-sports.com/it
Qui sotto tutti i dettagli della gamma scarpe gravel Scott.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.