Pedalate spesso sui rulli? Allora, se già non lo avete, dovreste dotarvi di un ventilatore. Soprattutto se fate con regolarità lavori specifici e intensi.
Sembra un consiglio banale, ma la verità è che spesso non prestiamo la giusta attenzione ad ottimizzare le condizioni di allenamento indoor. Pedaliamo in casa, con temperature calde, senza ventilazione e, peggio, senza idratarci in modo adeguato.
Tutto questo incide negativamente sulla qualità degli allenamenti e anche sul nostro benessere generale.
Diversi test hanno mostrato che per ogni grado di temperatura corporea interna in più, si registra una perdita di potenza di circa il 5%. Ma soprattutto, si sottopone il fisico ad uno stress aggiuntivo, perché il corpo deve svolgere un lavoro extra per abbassare la temperatura.
La condizione di spossatezza che spesso si avverte dopo un allenamento lungo e intenso sui rulli è dovuta a questo. Condizione che non di rado persiste in forma latente per tutta la settimana, specie se gli allenamenti indoor sono frequenti.
Lo spunto per questo contenuto ci è venuto durante il test del sensore di temperatura Core (foto sotto) eseguito dal nostro Daniele Concordia. Perché un conto è sapere che le cose stanno più o meno così. Un conto, invece, è provare sulla propria pelle e avere sotto mano dei dati.
Rulli con e senza ventilatore: un po' di dati interessanti
Il sensore Core è uno strumento evoluto e piuttosto costoso. Per questo l’obiettivo di questo articolo non è spingervi a comprarlo, ma condividere alcuni dati che abbiamo raccolto durante il test per rendere più chiaro cosa succede al nostro fisico durante un allenamento intenso sui rulli. E perché, di conseguenza, è utile dotarsi di un ventilatore e non dimenticarsi mai di bere con regolarità.
I dati si riferiscono a due sessioni di lavoro identiche, svolte in due giorni diversi. La prima con ventilatore e finestra aperta, la seconda senza ventilatore e finestra chiusa.
Dopo un riscaldamento di 15 minuti, l’allenamento era composto da una prima parte con ripetute “Over-Under” (un minuto sopra FTP e un minuto sotto FTP) e una seconda parte con lavoro intermittente “30-30” (30” a Vo2 Max e 30” blando). Ultimi minuti di defaticamento.
Partiamo da uno dei dati più interessanti forniti dal sensore Core, cioè l’Heat Training Score, che indica quanto il corpo ha faticato per abbassare la temperatura durante la sessione di lavoro.
Dalle due immagini in basso potete notare che il valore è quasi doppio per l’allenamento eseguito senza ventilatore rispetto a quello con ventilatore.
Ciò significa che l’organismo è stato sottoposto ad uno stress aggiuntivo rispetto a quello previsto dall’allenamento e questo alla lunga non è una cosa buona.
Analizziamo poi i dati relativi a watt e frequenza cardiaca.
I watt medi sono simili (ma non uguali), anche se per mantenerli la percezione è stata quella di dover fare molta più fatica. Questa sensazione è confermata anche dalla frequenza cardiaca, che nell’allenamento senza ventilatore è risultata molto più alta.
A cambiare è stato anche la percezione dello sforzo al termine dell’allenamento, con uno stato di affaticamento molto più alto dopo la seduta senza ventilatore.
Infine, qui sotto vi mostriamo altre due immagini interessanti, riferite alla relazione tra aumento della temperatura corporea e l’indice di performance condition fornito da Garmin. I dati sono abbastanza evidenti e mostrano una flessione molto più marcata con l’aumento della temperatura.
In conclusione
I moderni smart trainer permettono di allenarsi in maniera efficace e mirata, tanto che anche se abbiamo poco tempo per pedalare all’aperto in inverno, possiamo presentarci in primavera con una condizione più che buona.
L’importante è fare le cose con criterio, non esagerare, evitare di sottoporre il fisico ad uno stress eccessivo, perché in questi casi gli allenamenti possono diventare addirittura controproducenti, col rischio di arrivare “finiti” già in primavera. Con effetti negativi anche sulla nostra salute.
Per farlo è importante dosare bene il carico di lavoro, prestare tanta attenzione all’idratazione e, come abbiamo visto, tenere sotto controllo la temperatura corporea.
Oggi sul mercato ci sono proposte specifiche come l’Elite Aria o il Wahoo Kickr. Sono un po’ le “Ferrari” dei ventilatori da bici: bluetooth, interattivi, ma anche molto costosi. Si rivolgono a chi vuole un’esperienza di allenamento indoor super raffinata.
Sul web si trovano prezzi a partire da circa 250 euro.
Per ottenere un buon risultato, però, può essere sufficiente anche un buon ventilatore “classico”, meglio se dotato di telecomando. L’importante è averlo, in modo da evitare l’eccessivo innalzamento della temperatura corporea interna con tutti le conseguenze negative di cui abbiamo parlato.
A proposito di ventilatori, nell’articolo qui sotto abbiamo approfondito le principali differenze tra quelli specifici e quelli classici:
Ha senso comprare un ventilatore smart per rulli anziché un ventilatore normale?
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.