La presentazione della nuova bici da gravel race del marchio dell'asso di fiori, la Colnago G4-X, si è tenuta a Girona, dove abbiamo avuto modo di testarla in anteprima in condizioni molto particolari. Vi raccontiamo com'è andata e quali sono state le nostre prime sensazioni in sella.
Specifiche, numeri, test, intenzioni. Si può parlare tanto di una bici nuova e di quello che vuole essere. Ma finché non metti le ruote sul terreno e non dai il primo colpo di pedale, tutto resta in potenza. Quando progetti una bici devi averlo ben presente. E devi sapere che la variabile “caos” può cambiare tutto. Soprattutto quando si parla di gravel, che è sinonimo di avventura e di esplorazione.
Siamo abituati ad associare il nome di Colnago alle bici da strada e alla scia di grandi vittorie che dagli anni di Eddy Merckx arrivano fino a quelle più recenti di un certo Tadej Pogačar. Ma l'azienda italiana può vantare una storia prestigiosa anche nel mondo del ciclismo su sterrato con il ciclocross.
Nel 2016 Wout Van Aert vince il mondiale ciclocross proprio su una bici Colnago, che sponsorizza contemporaneamente lui e il suo eterno rivale Mathieu Van Der Poel.
Pur omologata anch'essa per il ciclocross secondo gli standard UCI, la nuova Colnago G4-X nasce espressamente per il mondo gravel, e in particolare per quello delle gare.
Il 4 infatti indica la derivazione dalla piattaforma della V4Rs in dotazione al team UAE.
Delle sue specifiche tecniche vi abbiamo già raccontato dettagli e specifiche nell'articolo che trovate qui sotto:
Nuova Colnago G4-X: dedicata al gravel racing, ispirata alla V4Rs di Pogačar
L’ingegnere a capo del team che sta dietro questo progetto è Davide Fumagalli, medaglia di bronzo al mondiale gravel nel 2022. Sembra un buon inizio.
È lui a spiegarci genesi e caratteristiche della nuova nata di casa Colnago. Ed è sempre lui a farci da guida nelle uscite in sella alla Colnago G4-X attorno a Girona, durante il test in anteprima a cui siamo invitati insieme ad altri media internazionali.
La cittadina catalana è diventata negli ultimi anni la capitale del gravel europeo. Proprio qui nei giorni scorsi si è tenuta una delle più importanti manifestazioni della scena europea, la Traka.
Il clima temperato e la scarsità di piogge, unita ad una ricchezza di strade forestali e sentieri che offrono una grande varietà di terreni, ne hanno fatto un paradiso per i ciclisti.
Peccato che il cambiamento climatico la pensi diversamente, e che proprio nei giorni del lancio la regione sia stata travolta da piogge torrenziali (che hanno tra l'altro portato alla cancellazione del percorso lungo della Traka).
Colnago G4-X: il primo contatto
Tra fango e acqua il livello di difficoltà dei tracciati si alza sensibilmente, ma non sappiamo dirci scontenti di questa occasione di mettere alla prova la nuova Colnago G4-X.
Messi via slide, computer e comunicati, nonostante la pioggia battente ci vestiamo e partiamo per la prima test ride.
Siamo a qualche chilometro di distanza da Girona, in una zona più boschiva, ricca di percorsi tecnici con rocce e fondi scivolosi di ghiaia pesante.
Mi è stata assegnata una G4-X nella colorazione Mountain Yellow, probabilmente quella che sceglierei tra le tre varianti se dovessi acquistarla per me. È una taglia 45, la più piccola della gamma..
Monta lo Sram Red XPLR e le ruote Fulcrum Rapid Red 900 DB in alluminio. Il manubrio è un Deda Superzero e le coperture sono delle Cinturato Gravel da 40 mm.
Il primo impatto salendo in sella è subito buono, e anche se partiamo su terra battuta resa scivolosa dalla pioggia e ghiaia grossa, familiarizzare con la bici è facile e immediato.
A poca distanza dalla partenza entriamo nel bosco, dove siamo un po’ più riparati dalla pioggia. Il percorso non ci risparmia niente, dal single track guidato all’erba fradicia alla ghiaia, dalla terra rossa a tratti più pietrosi che ci costringono ad alcuni passaggi a piedi.
La cosa che mi ha più sorpreso della G4-X è che nonostante un assetto decisamente race risulta docile e maneggevole. Anche nelle discese più tecniche si riesce a mantenere una posizione centrale ed equilibrata senza dover forzare l’arretramento.
La confidenza di guida che trasmette aiuta a mollare i freni e nonostante il terreno difficile riesco a tenere un passo allegro durante l’uscita. Alcuni tratti del tracciato presentano curve ripide in contropendenza e dossi accentuati stile pump track che aiutano a rilanciare l’andatura. Nonostante i nostri pneumatici non siano ideali per le condizioni meteo, la G4-X resta stabile e non si scompone.
In salita il terreno pesante e le ruote sicuramente più “sorde” rispetto all’opzione delle Zipp in carbonio penalizzano la velocità. Nonostante questo la reattività della bici è percepibile, soprattutto nei continui saliscendi nel bosco e nei passaggi in salita più tecnici dove arrampica con piacevole facilità.
Per tutta la durata della nostra uscita, quasi interamente su sterrato, pioverà ininterrottamente, con maggiore intensità sul finale. Anche il giorno successivo, quando percorreremo una parte del tracciato della Traka, sebbene non stia piovendo, il terreno sarà zuppo di acqua.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, entrambe le uscite per me saranno un vero divertimento, e credo di doverlo in gran parte proprio al feeling trasmesso dalla Colnago G4X.
A convincermi è stato il suo carattere equilibrato. Ha un assetto racing che invita a spingere, ma al tempo stesso è fluida e manovrabile da restare pienamente affidabile anche nelle condizioni più difficili.
Non mi sarebbe dispiaciuto testarla nella versione con ruote Zipp e manubrio integrato CC.01 per godere sicuramente di maggiore precisione nella guida. È stato questo infatti l’elemento più difficile da valutare, per ovvi motivi, nelle condizioni in cui ho potuto provarla.
Infine, sebbene il meteo ci abbia costretto ad uscite brevi, ho trovato l’assetto in sella sufficientemente comodo da farmi credere che la G4X si rivelerebbe un’ottima bici anche sulle lunghe distanze.
Maggiori informazioni su allestimenti e prezzi li trovate sul sito colnago.com.
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Sull'autore
Silvia Marcozzi
Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.