A tu per tu col Cannavaro “ciclista”: "la bici è diventata l’incubo di mia moglie"
Nicola Checcarelli
A tu per tu col Cannavaro “ciclista”: "la bici è diventata l’incubo di mia moglie"
Nicola Checcarelli
Fabio Cannavaro è ancora negli occhi di tutti mentre da capitano della nostra nazionale alza la Coppa del Mondo del 2006. Trionfo che nello stesso anno gli è valso il Pallone d’Oro. Terminata la carriera da calciatore ha intrapreso quella da allenatore, ma nel frattempo Cannavaro è diventato anche un appassionato ciclista.
Lo abbiamo incontrato alla vigilia del Tour de France in occasione della presentazione italiana della nuova Trek Madone Gen 8 (Fabio è un ambassador del marchio americano) e gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo rapporto con la bici.
Ecco cosa ci ha raccontato il Fabio Cannavaro “ciclista”, che a 51 anni vede la bici soprattutto come un mezzo per divertirsi, fare attività fisica e stare in forma…
- Fabio, come ti sei avvicinato alla bicicletta?
- Da bambino ho sempre avuto la passione per la bici, ma ovviamente facendo un altro sport ci andavo poco, solo per divertimento.
Durante il mio periodo da allenatore in Cina mi comprai una Mtb da Decathlon e iniziai a pedalare da solo. Ho un problema di cartilagine al ginocchio e la bici è uno dei pochi sport che posso fare senza problemi.
- E come sei passato dalla Mtb alla bici da corsa?
- E’ stato Ivan Basso che ha visto i miei dati su Strava. Facevo già 70-80 km e quindi mi consigliò di passare ad una bici da strada e mi mise in contatto con Trek (in quegli anni Aurum non era ancora nata e Basso era legato a Trek, ndr).
Trek mi fece arrivare una bici da corsa in Cina, ho iniziato ad uscire in compagnia e giorno dopo giorno mi sono appassionato sempre di più.
- Quanti chilometri fai di solito?
- Il mio obiettivo è quello di fare 300-400 km a settimana, ma come sapete ci vuole il tempo e non sempre ci riesco. Ma alla fine se uno vuole il tempo se lo ritaglia.
In ogni caso, a prescindere dai chilometri e dalle prestazioni, andare in bici per me è un modo per stare bene e per poter mangiare qualcosa in più (ride).
- Abbiamo visto che te la sei portata anche a Ibiza…
- Sì, cerco di portarmela un po’ ovunque. La bici è diventata l’incubo di mia moglie…
- Vieni dal calcio di alto livello, dalla competizione. Ti piace tirare quando esci, sfidarti con gli amici?
- Mi piace, ma senza eccessi. Pedalo più per benessere. Quando usciamo in gruppo riesco a tenere un buon passo (nel giugno 2023, per lo scudetto del Napoli, in compagnia di amici è andato da Roma a Napoli: 254 km a oltre 37 km/h di media, ndr), ma quando si esagera con la competizione faccio un passo indietro.
Penso che la bici fatta in un certo modo ti può aiutare a stare bene sia fisicamente che mentalmente, mentre gli eccessi, se non sei un atleta di alto livello, sono dannosi…
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- Preferisci uscire da solo o in compagnia?
- Ogni tanto da solo mi piace, però preferisco uscire in compagnia. Ma non con quelli che chiacchierano troppo sennò non pedali… (ride)
- Cosa ti ha fatto appassionare così tanto a questo sport?
- La bici mi ha fatto scoprire tanti posti che non conoscevo o comunque me li ha fatti vedere sotto un punto di vista diverso. Il Vesuvio, ad esempio: andarci in bici la prima volta, vedere tutta la città da un’altra prospettiva è stato emozionante.
- Qual è il tuo giro preferito?
- Da Napoli andiamo verso Castel Volturno, dove hai un po’ di dislivello, riesci a fare 100 km con 700-1.000 mt di dislivello. Il giro che faccio più spesso è quello. Poi quando voglio soffrire un po’ salgo sul Vesuvio, che è sicuramente la mia salita preferita.
- Che rapporto hai con il traffico?
- Io nel traffico mi muovo bene perché a Napoli sono abituato anche con il motorino, ma bisogna stare attenti. Il ciclismo è uno sport fantastico, ma richiede prudenza e attenzione, soprattutto in Italia.
Ora sono in Spagna e mi accorgo che le auto restano dietro per minuti finché non trovano il momento giusto per superare. C’è più rispetto, hanno capito che chi sta in bici è più vulnerabile.
- Hai già provato la nuova Trek Madone?
- Ancora no, la proverò sicuramente nei prossimi giorni. Fino ad ora ho pedalato con una Madone Gen 7 con cui comunque mi trovo benissimo.
QUI trovate il profilo Strava di Fabio Cannavaro, dove vedere le sue uscite.
In basso, invece, l'intervista a Claudio Marchisio, altro ex calciatore che come Ravanelli, Grosso e molti altri si è dato alla bici:
Claudio Marchisio sulla sicurezza stradale: responsabilità individuale e interventi ragionati
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.