La Basso Palta II è l'evoluzione di uno dei modelli più apprezzati e iconici dell'azienda italiana.
Non uno stravolgimento quello messo in atto sul nuovo modello, piuttosto un insieme di piccoli interventi per affinare le performance già ottime della precedente versione, ma anche per aumentare il comfort in sella.
In occasione della presentazione della nuova Basso Palta II abbiamo trascorso due piacevoli giornate in sella, immersi nel magnifico scenario delle Dolomiti.
Due giorni nei quali abbiamo potuto apprezzare la Palta II portandola a spasso tra passi alpini, sterrati compatti e single track unici.
Prima di scendere nel dettaglio e parlarvi delle principali novità, vi lasciamo al nostro video test.
Le origini della Basso Palta II
La Basso Palta II si basa sull’esperienza maturata con la precedente versione, apprezzata per quel modo tutto suo di interpretare il gravel.
Sin dall’inizio, infatti, Alcide Basso, fondatore dell’omonima azienda, ha voluto a tutti i costi una bici gravel fuori dal coro.
Non una Mtb con manubrio da corsa, né tanto meno una bici da strada con ruote “grasse”, ma un mezzo nato e pensato per la pratica del gravel, in grado di passare dall’asfalto allo sterrato con grande naturalezza.
Insomma, una bici gravel che fosse in grado di essere confortevole, ma anche veloce quando serve.
Difficile affinare un progetto iniziale così ben congegnato.
Eppure, la voglia di migliorare ulteriormente il prodotto ha spinto gli ingegneri italiani a perfezionare la Palta “correggendo” tutti quei piccoli dettagli che potevano essere ancora migliorati. Vediamo quali.
Le novità introdotte
Sotto il punto di vista delle geometrie il progetto originale non è stato stravolto.
A cambiare è l’altezza del tubo sterzo, ora più lungo di 20 mm, indipendentemente dalla taglia del telaio.
La precedente versione aveva infatti un'impostazione molto “aggressiva” dell’anteriore, quasi di derivazione stradale.
Sulla Palta II la posizione più comoda consente di ridurre o eliminare la presenza di spessori al di sotto dell’attacco manubrio, migliorando l'estetica e il comfort.
Un dettaglio tecnico che, unito ad un angolo sterzo sufficientemente aperto, garantisce sicurezza e divertimento sullo sconnesso.
L’unico altro dettaglio geometrico a cambiare è l’inclinazione del tubo orizzontale, che ora è più sloping.
In questo modo il reggisella “svetta” di più dal telaio permettendo maggiore flessione e quindi una maggiore capacità di assorbire le vibrazioni, anche grazie all’inserto in gomma introdotto tra lo stesso reggisella e il telaio.
Questo speciale componente, oltre a garantire un’ottima presa del sistema di bloccaggio, dissipa le vibrazioni provenienti dal terreno, aumentando il comfort in sella.
Ad amplificare la sensazione di comfort c’è ora un carro riprogettato con l'obiettivo di assorbire le asperità e mantenere la ruota posteriore “incollata” a terra.
Confermato il disegno della forcella che, anche se rigida torsionalmente, crea un "cuscino immaginario" tra chi guida e il terreno.
Aumentando il comfort, il ciclista riuscirà ad esprimere le proprie performance in maniera costante e più duratura.
Importati aggiornamenti sono stati apportati anche in chiave aerodinamica, specie nella zona dello sterzo e sui foderi della forcella.
Il profilo dei tubi è stato studiato per fendere l’aria nel migliore modo possibile e ridurre le turbolenze.
La totale integrazione di cavi e guaine contribuisce a migliorare ulteriormente l'aerodinamica, ma ha un impatto ancor più significativo sull'estetica della bici.
A partire dalle leve, fino ad arrivare al cambio o eventuale deragliatore, tutte le guaine sono infatti nascoste all’interno di manubrio, attacco manubrio e telaio.
Nonostante l’integrazione, per la Palta II è confermata la compatibilità con tutti i gruppi meccanici ed elettromeccanici in commercio e la semplicità nel manutenere la bici.
Un sistema di blocco dello sterzo impedisce, in caso di caduta, di far entrare in contatto il manubrio con il telaio, evitando quindi spiacevoli inconvenienti.
Confermata la possibilità di istallare borse da viaggio grazie a quattro attacchi per portaborracce, due all’interno del triangolo anteriore, uno posto al di sotto del tubo obliquo e un ultimo nella parte superiore del tubo orizzontale, ben nascosto per mantenere una certa pulizia estetica.
Infine segnaliamo il passaggio ruota fino a 45 mm e l’attenzione di Basso nel ridurre il quantitativo di attrezzi necessari per intervenire sulla bici: attrezzi in parte inclusi nei perni ruota della nuova Palta II.
Modelli e colorazioni
Basso propone ben tredici allestimenti per la nuova Palta II.
Diversi per tipologia e modello di trasmissione, ma anche per la scelta delle ruote.
Qui sotto vedete i tre colori tra i quali scegliere: Phantom Black, Poseidon (come quello da noi testato) e Stone Gray.
I prezzi vanno dai 3.759,00 euro per la versione con Shimano GRX 600 2x11, fino ai 6.034,00 euro necessari per acquistare la versione con Campagnolo Ekar 1x13 e ruote Campagnolo Shamal carbon.
Sono inoltre disponibili due ulteriori opzioni di acquisto: il kit telaio (telaio, forcella, serie sterzo, attacco manubrio, manubrio, reggisella) proposto ad un prezzo di 2.749,00 euro o il kit telaio + ruote MX 25, sella e nastro manubrio, il tutto al costo di 2.999,00 euro.
Per i più esigenti Basso propone una lista di componenti in after market per “arricchire” la Palta II, come ad esempio il supporto integrato per il computerino utilizzato anche da noi.
Prime sensazioni in sella
Dopo aver letto il test della prima Basso Palta a cura di Daniele Concordia, è superfluo dirvi che le aspettative per la nuova Palta II erano alte.
Lo scenario proposto dall’azienda veneta per testare la Palta II non ha fatto che aumentare la mia curiosità.
Le Dolomiti, che per provare una bici gravel possono sembrare non adeguate, si sono in realtà dimostrate un duro campo di battaglia dove portare al limite la bici.
È mattina, ed è arrivato il momento di vedere la nuova Palta II.
“ Ma quanto è elegante questo mezzo? ”
Questo è stato il primo pensiero osservandola dal vivo.
Vi confesso che il design estremamente pulito della bici mi ha immediatamente colpito.
Tutto è al suo posto e nessun componente stona nell’allestimento proposto in test. (Allestimento non fedele a quello commercializzato, le ruote Hunt non saranno disponibili di serie).
Per questa due giorni ho scelto una Basso Palta II in taglia S, perfetta per la mia statura di 168 cm e 69 cm di altezza sella.
Muovo le prime pedalate e subito inizio ad apprezzare l’ottima posizione in sella: il dislivello sella manubrio mi permette di avere una posizione sufficientemente aerodinamica, ma per nulla stancante.
Centrale e con un ottimo controllo del mezzo, queste le prime sensazioni riguardanti la posizione.
Ma passiamo alla parte dinamica, iniziando dalla salita.
In salita
In questi due giorni “dolomitici” abbiamo affrontato salite di ogni genere: lunghe, corte, più o meno dure, asfaltate e sterrate, insomma abbiamo avuto modo di spremerla per bene.
Su asfalto la sensazione è molto vicina a quella di una bici da strada, sia come posizione che come rendimento.
È chiaro, parliamo sempre di una bici gravel, quindi più pesante e meno scorrevole di una road bike, ma nel complesso stupisce per il suo alto rendimento anche su questo terreno se confrontata con altre gravel bike.
La reattività del telaio è molto buona e il piantone piuttosto verticale aiuta a spingere forte sui pedali, sopratutto nei tratti di salita più ripidi.
In fuoristrada, viste le ottime prestazioni su asfalto mi sarei aspettato una bici molto più nervosa e invece…
Invece è sorprendente come riesce ad assecondare il terreno.
Anche sulle salite più ripide e scivolose il grip è ottimo. Merito di un carro sapientemente progettato e di una posizione in sella in grado di assicurare una buona distribuzione dei pesi.
Notevole anche la comodità offerta dal sistema reggisella/carro che aiuta a digerire le asperità del terreno e ad assicurare comodità anche dopo svariate ore di utilizzo.
La rapportatura dello Sram Rival AXS 2X12 (corone 46-33 e pignoni con scala 10-36) si è dimostrata adeguata nel 90% delle situazioni affrontate.
Solo in particolari frangenti avrei preferito una rapportatura più agile ma, attenzione, parliamo di situazioni che sconfinano in ambito Mtb.
In discesa
Avendo una vocazione fuoristradistica mi sono spesso ritrovato a sfruttare fino in fondo la Basso Palta II in discesa, su asfalto o sterrato.
Forse è proprio portandola al limite che ho apprezzato la "sincerità" di questo telaio.
Una bici facile, intuitiva, che si lascia guidare con estrema semplicità.
Una bici che restituisce ogni piccola sensazione derivante dal terreno, facendo intuire subito se stiamo andando troppo oltre.
Veloce ed estremamente precisa su asfalto, agile e in grado di assorbire adeguatamente le asperità su sterrato.
Durante la seconda giornata di test ci siamo ritrovati in bike park su un sentiero flow e pieno di curve.
Non è proprio il suo ambiente naturale, né tanto meno ne consiglierei l’utilizzo in questo ambito, eppure viste le prestazioni dimostrate fino a quel momento decido di provare.
Non solo la Basso Palta II è stata in grado di scendere con disinvoltura, ma mi sono addirittura divertito a saltellare tra un doppio ed un altro, entrando in curva con tanta confidenza.
Una sorpresa davvero piacevole.
Nel misto
La reattività del telaio davvero molto buona si sente sopratutto nei classici “mangia e bevi”.
Ad ogni piccolo rilancio viene voglia di dare quella pedalata in più per arrivare in cima più velocemente.
La comodità offerta dalla bici e la sua capacità di assorbire le vibrazioni aiuta a mantenere la pedalata costante, anche nei tratti più accidentati.
In conclusione
La Basso Palta II è una gravel bike fuori dagli schemi.
Una bici che a distanza di tre anni dal progetto iniziale è stata rinnovata senza intaccare la sua proverbiale versatilità.
Perfetta per chi intende avere una sola bici in garage, che sia in grado di divertite in fuori strada ed essere performante su asfalto.
Una bici, non dimentichiamolo, completamente realizzata in Italia, con passione, competenza e gusto.
Per ulteriori informazioni visitate il sito Bassobikes.com
Se siete curiosi di conoscere gli itinerari percorsi in questi due giorni di test vi lascio qui sotto le tracce.
Attenzione, le due tracce comprendono tratti tecnici non proprio adatti ad una gravel, quindi tenetene conto prima di affrontarli.
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Sull'autore
Simone Lucchini
Pedalo in bici da quando ero giovanissimo. Bici da strada, Mtb, gravel e ora anche le e-Mtb. Per me le due ruote a pedali non hanno confini e mi esalta impegnarmi nella guida piuttosto che nella ricerca delle prestazioni atletiche. Per me la bici è una passione che è diventata da subito un lavoro, in officina e sulle pagine di BiciDaStrada.it