1.300 chilometri, 21.140 metri di dislivello. Partenza da Marrakech, arrivo a Essaouira (Marocco) in totale autosufficienza. Tre i punti di controllo presidiati. Asfalto poco e la sabbia che incontra la ghiaia e le pietre delle vecchie rotte coloniali dell'Atlante. C'è da camminare e spingere la bici a volte, c'è da stare in sella tutto il giorno dopo aver dormito si e no tre ore a notte. È questa l'essenza della Atlas Mountain Race. Qui sotto vi sveliamo tutti i dettagli della bici di Mattia De Marchi.
Dalla bici gravel all'overbike
Il ciclista veneziano, cugino di Alessandro (Team Jayco AlUla), co-fondatore del collettivo Enough Cycling, affronta per la terza volta la gara marocchina.
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La prima volta nel 2021 con una bici gravel.
La seconda, lo scorso anno in sella ad una Mtb "pura": la Lee Cougan Rampage Innova (foto sotto), marchio di proprietà Stardue S.r.l. che detiene anche il brand Basso di cui De marchi è ambassador.
Per l'edizione 2024 De Marchi ha scelto una configurazione ibrida, quella che in gergo oltreoceano viene definita overbike. Quando di mezzo c'è l'avventura, le lunghe giornate in sella e le condizioni mutevoli del fondo stradale, il confine tra gravel e Mtb diventa sottile.
Alcuni ciclisti (tra cui Mattia) preferiscono personalizzare una Mtb piuttosto che modificare in maniera incisiva una bici gravel (underbike).
Rispetto allo scorso anno De Marchi ha allestito la sua Rampage Innova con una curva manubrio. Obiettivo: non stravolgere la posizione e rimanere quanto più possibile fedele al tradizionale assetto strada e gravel nonostante un telaio dotato di sospensione strutturale con escursione da 30 mm (foto sotto) che di fatto influenza le geometrie. (QUI ulteriori dettagli tecnici).
Per l'avventura in Marocco Mattia, che è alto 174 cm, ha scelto un telaio tg. S: una misura in meno rispetto alla Basso Palta utilizzata di solito (QUI i dettagli della bici utilizzata al Mondiale Gravel 2023).
La bici di Mattia De Marchi per l'Atlas Mountain Race 2024
Telaio: Lee Cougan Rampage Innova, tg. S
Forcella: Fox 34 Float Step Cast Factory Kashima Fit-4, 110 mm
Gruppo trasmissione: Sram Eagle XX SL Transmission
Guarnitura: Sram XX SL con misuratore di potenza Quarq, 34T
Pedivelle: 170 mm
Movimento centrale: CeramicSpeed
Cambio: Sram Eagle XX SL Transmission con bilanciere CeramicSpeed X
Cassetta: Sram Eagle 10-52, 12v
Leve freno: Sram Force
Manubrio: Pro Discover flared, 400-420 mm
Attacco manubrio: Procraft, 60 mm, -25°
Pinze: Hope RX4
Rotori: Hope 180 mm (anteriore), 160 mm (posteriore)
Ruote: Fucrum Red Zone Carbon
Pneumatici: Pirelli Scorpion 2.2'' tubeless senza inserto (nelle gare gravel Mattia utilizza un inserto Technomousse)
Pedali: Crankbrothers Mallet Trail
Sella: Fizik Argo 00
Borse, attrezzatura, luci e un pandoro...
La Lee Cougan Rampage Innova è stata allestita con borse e supporti Miss Grape.
- Supporto per borsa manubrio Ilcoso;
- borse telaio custom (all'interno l'abbigliamento di ricambio + pompa + sacca idrica da 1,5 l);
- borsa top tube Big Node;
- borsa frontale Trunk 16 (all'interno sacco da bivacco Bivy + materassino + cuscino);
- borsa sotto sella Cluster 7 (all'interno vestiario termico e antipioggia).
A questa dotazione si aggiunge la luce anteriore Supernova M99 Mini Pro B54 con due batterie di ricambio e il ciclocomputer Garmin 1040 Solar (QUI il nostro test).
Il kit di riparazione è ancorato sotto al tubo obliquo. All'interno della borraccia porta attrezzi Elite Byasi da 800 cm³ De Marchi ha inserito:
- un coltello;
- fascette;
- nastro isolante;
- multitool;
- olio lubrificante;
- un panno imbevuto di detergente per catena ceramico;
- vermicelli;
- falsamaglia.
All'interno dei vani trovano spazio i rifornimenti: barrette, carboidrati in polvere, panini sottovuoto e... un pandoro.
QUI il live track per seguire in diretta la Altas Mountain Race 2024.
Qui sotto il percorso.
Per maggiori informazioni:
bassobikes.com
leecougan.com
Foto in apertura: @nils_laengner
QUI tutte le news, i testi e gli approfondimenti riguardanti Basso.
Se volete conoscere di più Mattia De Marchi e conoscere il suo punto di vista sul ciclismo gravel non perdetevi l'intervista qui sotto.
Il gravel non esiste. Ma sta evolvendo. Ne parliamo con Mattia De Marchi
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.