E’ arrivato il momento. Avete finalmente deciso di acquistare una bici nuova e adesso avete l’imbarazzo della scelta (sempre ammesso che siete riusciti a trovarla, visto il periodo...).
Sul mercato le proposte sono tante, sia per quanto riguarda le caratteristiche del telaio, sia per quelle dei componenti. Il disco ormai è quasi un obbligo, a meno che non si vada sull'usato, dove è possibile trovare bici rim brake a prezzi davvero interessanti.
Oggi vogliamo soffermarci sul modo in cui scegliere telaio e componenti.
Ogni singolo elemento è importante in funzione del risultato finale, ma a nostro avviso i componenti fondamentali da prendere in considerazione sono 5: telaio, ruote, cambio, sella e guarnitura.
Ognuno di questi meriterebbe un approfondimento specifico (che sicuramente a breve realizzeremo), ma in questo articolo vogliamo parlare degli aspetti più importanti e delle linee guida da seguire per effettuare la scelta giusta.
Ci soffermeremo sulle valutazioni tecniche, ma non dimenticate mai, ovviamente, la componente estetica: per la maggior parte di noi andare in bicicletta è un divertimento, quindi per prima cosa la nostra specialissima ci deve piacere.
TELAIO
Il telaio è il cuore della vostra nuova bici e quindi va scelto con attenzione. Le variabili in gioco sono molte: geometrie e destinazione d’uso, materiale, prezzo.
Per prendere la decisione giusta dovete prima di tutto rispondere con sincerità ad alcune domande: “Che tipo di ciclista sono? In che modo uso normalmente la bici? Ho problemi posturali o mal di schiena?”.
La risposta a queste domande vi dovrà indirizzare su quella che a nostro avviso è la scelta più importante: acquistare una bicicletta con geometrie “endurance”, oppure una aero o con geometrie corsaiole.
Se siete agonisti, vi piace fare gare brevi e avere una bici scattante, allora la vostra preferenza dovrà andare a una bici con geometrie racing. Tuttavia questo significa sacrificare in parte il comfort , soprattutto sulle lunghe distanze, quindi riflettete con attenzione e cercate di capire se il vostro fisico è in grado di sfruttarla appieno. Se dopo un’ora di pedalata cominciate ad avere mal di schiena e di collo, dovete cambiare spesso posizione sulla sella e rallentare per via dei dolori, servirà a poco avere una bici più performante.
Dovete conoscervi molto bene e valutare sinceramente le vostre condizioni fisiche e il vostro grado di flessibilità muscolo-articolare.
Se invece vi piace fare lunghi giri in compagnia degli amici o affrontare le Gran Fondo più epiche, ma senza l’assillo dell’agonismo e del tempo, la scelta non potrà che cadere su un telaio con geometrie endurance, che normalmente presenta un tubo sterzo più alto, un angolo sterzo più ampio, foderi posteriori e passo complessivo più lunghi.
Questo significa, nella maggior parte dei casi, sacrificare qualcosa in termini di scatto secco e reattività, ma a tutto vantaggio della prestazione sul passo, della guidabilità in discesa e della godibilità sulle lunghe distanze. Senza dimenticare che le bici endurance non sono più così “addormentate” come qualche anno fa e quindi possono darvi notevoli soddisfazioni, magari abbinate a delle ruote adeguate.
RUOTE
Le ruote rappresentano il componente che influenza maggiormente l’estetica e la resa della vostra bicicletta. Forse per alcuni è difficile da credere, ma la scelta delle ruote può cambiare in maniera significativa il comportamento della vostra nuova bici, sia in termini di resa, sia di comfort.
La decisione principale, in questo caso, è quella tra cerchio in alluminio e cerchio in carbonio a medio o alto profilo. Anche in questo caso la decisione dipende dal tipo di utilizzo che intendete farne.
Se volete una ruota “senza pensieri”, che vada bene in ogni condizione e non vi dia grattacapi in caso di pioggia o strade dissestate, la preferenza dovrà andare su una valida ruota d’alluminio, di media-alta gamma. Sul mercato i vari marchi propongono prodotti dall’ottimo rapporto qualità prezzo intorno ai 1.600-1700 grammi.
Magari non vi offrirà la migliore performance assoluta in salita o in pianura, ma andrà bene su ogni terreno, garantendovi sicurezza e affidabilità.
Se invece intendete optare per le ruote in carbonio, soprattutto per l’aspetto estetico (niente da dire, la bici con le ruote ad alto profilo fa un altro effetto), vi troverete a scegliere anche tra tubolare e copertoncino/ust.
Le ruote per tubolare sono decisamente più leggere, ma le consigliamo solo agli agonisti più spinti, a causa della scarsa praticità in caso di foratura (oltre che dei costi molto alti dei tubolari).
Quelle per copertoncino/ust hanno un peso leggermente maggiore a causa della struttura delle spalle di tenuta del copertoncino, che devono essere sufficientemente robuste per reggere la pressione di gonfiaggio e le alte temperature che si raggiungono in frenata (il discorso è diverso in caso di ruote disc).
Nelle versioni più moderne con canale allargato offrono un comfort davvero sorprendente e, rispetto alle ruote in alluminio, una resa aerodinamica migliore.
Ovviamente, quando si parla di cerchio in carbonio, è necessaria una maggiore attenzione sulle strade molto dissestate (oggi sempre più frequenti) per evitare di danneggiarle in qualche buca.
Se utilizzate ancora una bici con freno a pattino, fate particolare attenzione anche in condizioni di pioggia, poiché la frenata è più lunga e perché se qualche detrito dovesse finire tra cerchio e pattino potrebbe rovinare la pista frenante.
Nella sezione dedicata al telaio avevamo accennato anche alla variabile prezzo.
Ecco, se avete un budget predefinito oltre il quale non vi è possibile andare, il nostro consiglio è di investire qualcosa meno sul telaio (quasi tutte le aziende oggi propongono assemblaggi della stessa bici ma con telai dalla tipologia di carbonio diversa) e destinarlo a ruote di gamma più alta, poiché è qui che sentirete maggiore differenza.
CAMBIO
Il cambio posteriore è uno dei componenti maggiormente sollecitati durante gli allenamenti e le Gran Fondo. Ogni uscita deve sostenere centinaia di movimenti, magari anche sotto sforzo e in condizioni non ottimali.
Trovarsi lungo una dura salita con un cambio non all’altezza potrebbe essere veramente spiacevole.
Per questo motivo, a nostro avviso, la prima caratteristica da ricercare in un cambio posteriore è l’affidabilità. Ciò non vuol dire che gli altri componenti del gruppo siano meno importanti, ma qui stiamo parlando della parte più sollecitata, quindi, sempre parlando di rapporto qualità/prezzo, potreste optare per risparmiare qualcosa sul resto del gruppo e investire di più su un cambio di livello superiore.
Come per la maggior parte dei componenti, inoltre, tutti buttiamo un occhio al peso. Tuttavia non dimenticate che quando parliamo di cambio posteriore il risparmio di grammi tra un componente top di gamma e uno di media gamma è davvero limitato (a prescindere dalla marca), mentre le differenze di prezzo sono sensibili.
Non dimenticate che l’efficienza del cambio, oltre che dalla sua qualità, è legata alla sua manutenzione e a quella di corde e guaine, quindi prima di eventi importanti è d’obbligo un controllo dal vostro meccanico di fiducia.
SELLA
La sella costituisce uno dei punti di contatto tra il corpo del ciclista e la bicicletta, insieme al manubrio e ai pedali, ma è senza dubbio quello più complicato da scegliere e che, statisticamente, provoca più problematiche e dolori.
Nella scelta della sella il primo aspetto da valutare è quello relativo alla forma e alla larghezza. Quest'ultima era una caratteristica trascurata in passato, che oggi grazie agli studi biomeccanici ha acquisito grande importanza.
Stare comodi in sella, infatti, non dipende tanto dal livello di imbottitura, ma dalla scelta di un prodotto di forma e larghezza adeguata al proprio bacino.
Non a caso tutte le principali aziende produttrici hanno ideato dei sistemi di misurazione del bacino e dei modelli di sella in cui è ben evidenziata la larghezza. Addirittura molte aziende realizzano uno stesso modello nella versione stretta (di norma 135 mm circa) e in quella larga (di norma tra i 142 e i 145 mm).
Il consiglio che possiamo darvi, dunque, è quello di recarvi dal vostro negoziante di fiducia, o da un biomeccanico per un servizio più completo, e provvedere ad una misurazione del bacino, in modo da individuare almeno la tipologia di sella più adatta a voi. Questo non vi indicherà con certezza la sella giusta, ma restringerà la scelta di almeno il 50%. Se poi il vostro negoziante ha la possibilità di farvi usare delle selle test, non perdete questa opportunità.
Usatela almeno 5 o 6 volte, perché solo così potrete capire se è il prodotto che fa per voi.
L’altra grande distinzione è tra le selle con foro e quelle senza foro.
Di norma, se effettuate una misurazione del bacino, vi verrà anche consigliato se vi serve una sella con foro o senza, e in alcuni casi addirittura la dimensione del foro. In generale, il foro centrale serve a scaricare la pressione sui tessuti molli e sulla prostata, quindi è sempre una valida soluzione.
Potrebbe essere controproducente solo per chi soffre di dolore o sfregamento nelle zone più laterali del soprasella, in corrispondenza delle ossa ischiatiche, poiché la presenza del foro centrale va a scaricare ancora maggiore peso proprio in quelle zone.
Infine tre consigli semplici e pratici, ma non sempre scontati:
- una volta trovata la sella giusta, che non vi dà problemi, non fate tanti esperimenti e cercate di utilizzarla anche se cambierete bici in futuro;
- se possedete più di una bici, utilizzate lo stesso modello di sella su tutte le vostre biciclette;
- le selle devono sostenere un peso importante e sono quindi facilmente soggette a usura, in particolare i modelli più leggeri. Controllate periodicamente che lo scafo sia integro e che la sella non sia storta o piegata. In questi casi cambiatela immediatamente.
GUARNITURA
La guarnitura è uno di quei componenti che riteniamo piuttosto sottovalutati dagli appassionati al momento dell’acquisto. In realtà si tratta di un elemento molto importante poiché, insieme ai pedali, è quello che contribuisce alla trasmissione della nostra potenza alla bicicletta.
Tralasciando l’aspetto estetico, ciò che dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione è la sua rigidità e quindi la sua capacità di disperdere meno energia possibile in torsioni e flessioni. Discorso che, a rigor del vero, potrebbe interessare l’insieme guarnitura+pedali.
Anche in questo caso, dunque, comprendiamo come la vostra attenzione sia nella maggior parte dei casi rivolta al peso, ma non necessariamente una guarnitura più leggera è anche la migliore.
Personalmente ho provato guarniture molto leggere, ma poco rigide e la cosa non mi ha entusiasmato.
Più che sul peso, eventualmente, dovreste concentrarvi sul rapporto peso/rigidità, un valore che oggi viene fornito da molte aziende. Un discorso del tutto analogo lo si può affrontare per i pedali.
A proposito del rapporto rigidità/peso, ricordiamo un aneddoto che ci raccontò un corridore professionista di qualche anno fa, poco tempo dopo del limite di 6,8kg di peso minimo da parte dell'UCI. Visto che le bici erano nella maggior parte dei casi più leggere del limite e che era comunque necessario “zavorrarle”, questo corridore chiese all’azienda che era partner tecnico della squadra se fosse possibile aumentare direttamente il peso della guarnitura e del suo perno, ottenendo però un incremento di rigidità.
Quando si parla di guarnitura c’è un altro elemento che genera spesso grattacapi in fase di scelta, cioè la dentatura da utilizzare.
Oltre alle tradizionali 53-39, 52-36 e 50-34, Sram con il lancio dei gruppi AXS ha introdotto anche la 48-35 e la 46-33.
L’opzione 53-39 oggi è la meno utilizzata e si indirizza solo agli agonisti più spinti e a chi si cimenta in gare in circuito veloci.
Il 50-34 è la classica combinazione della guarnitura compact, che garantisce uno sviluppo metrico molto più leggero e quindi la possibilità di affrontare pendenze elevate mantenendo una buona frequenza di pedalata.
Molto interessante, in questo senso, anche la nuova proposta Sram 48-35.
L’opzione 52-36 è nata qualche anno fa come compromesso tra le due precedenti e, a nostro avviso, è la combinazione più interessante. Anche grazie all’aumentare delle scelta sui pignoni posteriori, il 52-36 permette un ottimo sviluppo metrico in pianura ma offre dei rapporti sufficientemente agili in salita, garantendo una rotondità di pedalata migliore rispetto al 50-34.
Infine c’è la questione relativa alla lunghezza delle pedivelle.
Su questo aspetto però non ci dilungheremo molto, poiché la scelta è legata alle caratteristiche morfologiche di ogni atleta. In linea di massima maggiore è la vostra altezza sella, maggiore sarà la lunghezza della pedivella scelta.
Quello che possiamo dire con certezza è che una pedivella più corta genera una leva minore, ma garantisce un’agilità superiore, mentre una pedivella più lunga, grazie al braccio di leva superiore, vi potrebbe permettere di tirare un dente in più, perdendo però qualcosa in termini di agilità.
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.