Rinunceresti al cambio elettronico? I dettagli che fanno la differenza…

Nicola Checcarelli
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Rinunceresti al cambio elettronico? I dettagli che fanno la differenza…

Nicola Checcarelli
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Rinunceresti al cambio elettronico?
Ormai è quasi una domanda retorica, perché i principali produttori hanno fatto una scelta precisa a riguardo, indirizzandosi quasi esclusivamente verso gruppi elettronici.

L’unico che ancora offre una gamma piuttosto ampia di gruppi meccanici è Campagnolo, che però in termini di numeri non ha più il peso di una volta.
Se parliamo di Shimano e Sram, l’alternativa rimane solo per le trasmissioni di media o bassa gamma.

Al netto di questa doverosa premessa, anche se ci fosse possibilità di scelta, personalmente farei fatica a rinunciare al cambio elettronico. Pensando al budget, quasi sicuramente sceglierei un elettronico di livello inferiore piuttosto che un meccanico top di gamma.
E’ vero, non ha un’incidenza diretta sulle prestazioni, come possono avere delle ruote leggere o delle gomme più prestazionali, ma quando lo usi, la differenza si sente.
E immagino che sia di questa opinione una buona fetta degli utenti che hanno iniziato a usarlo.

L’esempio che faccio spesso agli amici è quello del climatizzatore automatico dell’auto. Non è indispensabile, ma quando ti ci sei abituato difficilmente torni indietro.

Non lo dico così per dire, ma di seguito riporto brevemente quali sono i dettagli che a mio avviso fanno la differenza. Se volete esprimere la vostra opinione in merito, vi invitiamo a partecipare al nostro sondaggio.

Qualità della cambiata (e della frenata)

La cambiata è più veloce e precisa. Ed è più potente, specie se parliamo del deragliatore anteriore. Se oggi possiamo cambiare sotto sforzo, in qualsiasi condizione (o quasi) buona parte del merito è del cambio elettronico.

Il cambio elettronico, indirettamente, ha permesso di migliorare notevolmente anche la qualità della frenata degli impianti a disco. Infatti, togliendo il meccanismo di cambiata dall’interno del comando i vari produttori hanno potuto recuperare spazio e riprogettare completamente la posizione del pistone idraulico. L’ultimo esempio in tal senso lo troviamo nei comandi del nuovo Sram Red AXS (foto sotto).

Ergonomia dei comandi

Si tratta di una differenza che è diventata più evidente con l’avvento del freno a disco ed è in gran parte legata all’ultimo punto trattato nel paragrafo precedente (nel caso del rim brake, infatti, l’ergonomia dei comandi meccanici o elettronici era quasi identica).

L’eliminazione del meccanismo di cambiata ha permesso di recuperare spazio, modificare la posizione del pistone del freno, ma anche “giocare” con le forme e l’ergonomia dei comandi, rendendoli nel tempo sempre più comodi e funzionali.

A proposito di ergonomia, un cenno va fatto anche sulla facilità con cui si può agire sul reach delle leve (la distanza della leva dalla piega) e, in alcuni casi, sulla prontezza della frenata. Era possibile farlo anche su alcuni gruppi meccanici, ma spesso in modo più complicato e macchinoso. Ne abbiamo parlato nei due contenuti qui sotto, per Shimano e Sram:

Pulsanti remoti/dormienti

E’ uno dei plus che trovo più utili e che mi manca di più quando mi ritrovo a provare bici con cambio meccanico, oppure con 105 Di2, che ne è sprovvisto.

Lanciati da Shimano nella parte alta del comando ormai tanti anni fa, li ha introdotti anche Sram con l’ultimo Red AXS (chiamandoli Bonus Button), anche se in una posizione leggermente diversa.

Personalmente li trovo utilissimi per gestire le funzioni e sfogliare le pagine del ciclocomputer, soprattutto oggi che i moderni device offrono una quantità di features enorme, da collocare su più pagine. In questo senso li possiamo considerare anche un “dispositivo di sicurezza”, poiché permettono di eseguire queste operazioni senza togliere le mani dal manubrio.

Sono utili anche per accendere/spegnere le luci o modifcarne la modalità di lampeggio, ma tramite le App possono essere configurati in maniera del tutto personale: come pulsanti di cambiata extra, per gestire la resistenza dei rulli (almeno nel caso di Shimano), e così via…

Comandi cambio satellite

Da posizionare sulla parte alta del manubrio, oppure nella zona della piega, sono utili soprattutto agli agonisti, che in questo modo possono cambiare anche durante uno scatto o una volata.
Posizionati sulla parte terminale delle appendici da crono permettono di cambiare con il minimo sforzo senza mai abbandonare la posizione più aerodinamica.

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In alto dei Blips Sram applicati sulla parte bassa della curva, qui sopra dei comandi satellite Shimano applicati su appendici da crono, in questo caso sulla Specialized di Evenepoel

Personalizzazione della cambiata

La completa possibilità di personalizzazione tramite App è un altro dei punti di forza dei gruppi elettromeccanici.
Ma cosa c’è da personalizzare in un cambio, dirà chi non ha mai usato un gruppo elettronico?
In realtà molte cose, a partire dalla funzione di ciascun pulsante. Si può invertire il destro con il sinistro, la salita con la discesa e così via.

Ma gli aspetti più interessanti, a mio avviso, sono quelli che incidono direttamente sulla pedalata, come l’impostazione della cambiata multipla, oppure l’attivazione di modalità di cambiata semi-automatica, come la Synchro e Semi-Synchro di Shimano, la Sequential o Compensating di Sram, lo Shift Assist di Campagnolo.

Qui le scelte sono personali. A me piacciono molto le modalità Semi-Synchro e Compesating, ma se avete un gruppo elettronico e non avete mai provato queste opzioni, il consiglio è di sperimentare. Vi si potrebbe aprire un mondo…

Sono tutte rose e fiori?

Come in tutte le cose, non ci sono solo aspetti positivi.
Anche i gruppi elettronici hanno dei limiti. Per quanto mi riguarda quelli principali sono due.

Il primo consiste nel ricordarsi di caricare le batterie quando serve. E’ una cosa abbastanza banale, ma credo che a tanti sia capitato di prendere la bici per uscire in compagnia e accorgersi che il cambio era scarico. Almeno a me è successo ed è stato piuttosto spiacevole…

L’altra criticità, meno banale, riguarda i costi elevati.
Non parlo solo del costo di acquisto iniziale, che uno può anche mettere in conto (anche se negli anni mi sarei aspettato un calo, come succede di norma per i prodotti elettronici), ma del costo da sostenere nella malaugurata ipotesi che un componente si guasti fuori garanzia o si rompa per una caduta. Ecco, in questo caso sono dolori, perché le differenze di prezzo tra parti meccaniche o elettroniche sono enormi. 

E tu rinunceresti al cambio elettronico dopo averlo provato? Facci sapere la tua opinione partecipando al sondaggio qui sotto (30 secondi):

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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