Cara Bologna: la social ride sui colli alla scoperta dello spirito del gravel
Silvia Marcozzi
Cara Bologna: la social ride sui colli alla scoperta dello spirito del gravel
Silvia Marcozzi
Come succede che ci si innamora del gravel senza averlo messo in conto ve lo abbiamo raccontato già. Vi abbiamo spiegato anche perché la bici gravel è forse la più adatta a chi vuole iniziare a pedalare.
Ma esiste anche un aspetto sociale del gravel, che riguarda la condivisione e l’incontro, e che è quello che meglio rappresenta lo spirito del gravel.
L’approccio “social”, in tutti i sensi, è quello che ha fatto crescere la popolarità di Veronica Santandrea, su Instagram Cara Biga, dove “biga” è il nomignolo con cui i bolognesi chiamano la bici.
Alla Fiera del Cicloturismo di Bologna a Veronica è stato affidato il compito di organizzare le uscite in bici che hanno portato decine di entusiasti pedalatori a esplorare i colli di Bologna.
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Abbiamo partecipato ad una delle uscite, quella del sabato mattina, 50 km per 800 metri di dislivello in un’assolata mattina di inizio primavera. Un'occasione ideale anche per concludere il test di alcuni capi di abbigliamento Scott dedicati al mondo femminile, particolarmente adatti alle uscite gravel.
Arriviamo un po’ in ritardo allo spazio Dumbo che ospita la fiera da dove si partirà per la spedizione a pedali.
Il cielo è limpido, ma l'aria ancora decisamente fresca, come succede spesso a inizio primavera. In queste situazioni il gilet smanicato è d'obbligo e il modello Scott Warm Merino con una caldo rivestimento termico in lana merino, si è rivelato utilissimo.
Il tessuto anti-vento ripara il petto dall'aria e il colletto alto ben aderente permette anche di fare a meno dello scaldacollo. Il tessuto in maglia e la linea morbida ne fanno un capo comodo da indossare anche giù dalla bici nelle numerose soste che ci attendono.
Se infatti qualcuno ha dei dubbi sullo spirito del gravel che animerà questa pedalata a fugarli ci pensa subito l’offerta di brioche fresche con cui Veronica accoglie chi arriva alla spicciolata.
Siamo pronti a partire. Mi aspetto un attraversamento della città inevitabilmente su strada e un incontro ravvicinato con il traffico del sabato mattina bolognese.
La piccola carovana invece attraversa un paio di incroci per immettersi presto sulla ciclabile che corre esattamente al centro dei viali che corrono lungo il perimetro del centro città.
Una striscia di asfalto al centro dello spartitraffico con attraversamenti semaforizzati e una cornice verde a separare le bici dal traffico cittadino.
In un attimo siamo a Porta Castiglione, dove lasciamo la ciclabile per dirigerci fuori città. Costeggiamo un tratto dei Giardini Margherita alla nostra sinistra e attacchiamo una breve salita che ci porta verso il parco dell’Ospedale Rizzoli, più correttamente Parco di San Michele in Bosco.
Uno spazio verde di gusto romantico che ci offre la prima veduta dall’alto di Bologna con il suo Belvedere da cui si scende attraverso il Giardino Reno Scoto per poi risalire verso il Parco di Villa Ghigi.
Un breve tratto di portage ci aiuta a rompere il ghiaccio con il gruppo tra battute e commenti. Siamo usciti dalla città da pochissimo e ci ritroviamo in un incredibile spazio aperto circondati soltanto da prati e alberi in fiore.
Alla prima sosta all’Eremo di Ronzano il gruppo si ricompatta e ne approfitto per guardarmi intorno.
Calcolo a occhio un’età media di 35 anni circa probabilmente. Il gruppo è molto eterogeneo sia dal punto di vista dei mezzi che dell’abbigliamento.
Vedo molte belle bici da gravel ben attrezzate ma anche molte bici entry level in alluminio e alcune mountain bike e alcune chicche di marchi di nicchia apprezzati nel mondo gravel.
Anche nell’abbigliamento noto una certa varietà.
Da completi da bici all’abbigliamento più specificamente pensato per il gravel passando per outfit più da escursione.
Personalmente ho apprezzato molto la comodità della collezione gravel Scott Contessa Signature.
Le linee morbide di maglia e pantaloncino (da indossare sopra ad un fondello) li rendono perfetti per questo tipo di uscite con tratti camminati e soste frequenti.
Si riparte pedalando sulla via dei Colli verso il Parco di Monte Paderno con i suoi bellissimi calanchi per poi proseguire attraverso i colli fino a Sassomarconi tornando a scendere verso la città.
Inizia a fare decisamente caldo e finalmente posso togliere i manicotti che ripongo in una delle capienti tasche posteriori del gilet, molto facili da raggiungere.
Infatti, tra le caratteristiche del Gilet Warm Merino voglio segnalare anche le cerniera laterali, che evitano di doversi contorcere per accedere alle tasche posteriori. Soprattutto considerato quanto spesso prendo in mano il telefono per fotografare durante questa uscita nel più puro spirito del gravel.
Come promesso da Veronica alias Cara Biga il dislivello era concentrato nella prima parte del giro. Le soste pensate da Veronica permettono al gruppo di ricompattassi, mentre ad ogni incrocio a turno qualcuno si mette a disposizione per facilitare l’attraversamento in sicurezza segnalando l’arrivo dei ciclisti alle auto.
Incontriamo purtroppo anche qualche automobilista frettoloso e maleducato, ma per la maggior parte ci sembra di riscuotere una certa simpatia.
Ci godiamo il caldo della tarda mattinata di sole e senza sforzo e raggiungiamo il complesso monumentale di Palazzo De’ Rossi al termine della discesa.
È la prima uscita della stagione in corto totale con il completo Scott Contessa Signature. I pantaloncini sono più robusti di una normale salopette da bici grazie al tessuto in cordura ma resta comunque molto comodo in pedalata grazie alle linee morbide.
Devo dire che anche esteticamente il completo risulta colorato al punto giusto, con il pantalone neutro e la fantasia della maglia giocata su toni discreti.
Qui incrociamo il Reno con il sistema di canali che da qui prendono origine che costeggiamo fino alla città attraversando il verde attorno a Casalecchio.
Siamo davvero alle porte di Bologna nonostante il paesaggio boschivo e l’orizzonte acquatico alla nostra sinistra.
Siamo ormai al termine della nostra escursione. La tappa finale è a Casalecchio, dove ci aspetta un ristoro luculliano a base di salumi e crescente, seguito dal caffè con gelato.
È bello vedere le bici invadere lo spazio generalmente riservato alle auto in veri e propri mucchi addossati ad alberi e pali della segnaletica.
Mi ritrovo a pensare che non ci siamo mai preoccupati di rispettare alcuna andatura, eppure siamo arrivati praticamente insieme alla fine del giro.
Lo spirito del gravel è tutto qui. Nessuna forzatura, nessuna pressione, nessun pensiero.
Solo il piacere di guardarsi attorno e di scambiare impressioni e parole con chi ci pedala accanto.
Alcune delle persone che abbiamo conosciuto erano alla prima esperienza di social ride come noi.
Altri hanno partecipato a qualche altro raduno o evento e si spostano in regione quasi tutti i week end alla scoperta di nuove porzioni di territorio.
C’è spazio per tutti, in una pedalata come questa. Certo esistono molti eventi gravel anche competitivi o decisamente abbastanza impegnativi da non essere solo pedalate di piacere.
Ma io credo che il vero spirito del gravel sia questo.
E se devo dirvi la mia, è un gran bel modo di andare in bici.
E allora grazie Veronica, grazie Bologna, ma come sempre, soprattutto, grazie cara biga.
QUI trovate le tracce utilizzate da Cara Biga durante il week end della Fiera del Cicloturismo.
Cosa ci dice il successo della Fiera del Cicloturismo a Bologna
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Sull'autore
Silvia Marcozzi
Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.