Come vestirsi in primavera in bici?
Per i ciclisti più esperti può sembrare una domanda banale, ma in realtà scegliere l’abbigliamento giusto in questi mesi non è così scontato.
Non a caso, in una stessa giornata, può capitare di incontrare ciclisti in divisa estiva ed altri con la giacca invernale…
La problematica principale è legata alla forte escursione termica che caratterizza questo periodo dell’anno, poiché al mattino le temperature sono ancora rigide, mentre nelle ore centrali si avvicinano a quelle estive (anche se con differenze notevoli tra le varie zone d’Italia).
In questi casi il rischio è quello di vestirsi troppo, e quindi sudare, oppure troppo poco e così sentire freddo nelle prime fasi dell’uscita o nei tratti in discesa.
Il problema si amplifica se affrontiamo percorsi con tanto dislivello, dunque con un impegno fisico molto diverso tra le fasi di salita e quelle di discesa.
Per ovviare alla forte escursione termica dei mesi primaverili la soluzione migliore sarebbe quella di uscire nella parte centrale della giornata, quando la temperatura si è già “stabilizzata”, ma tra impegni familiari e lavorativi non tutti hanno questa possibilità.
Inoltre, specie nel fine settimana, se vogliamo fare un giro lungo siamo “costretti” ad uscire di buon mattino.
Dopo questa doverosa introduzione, entriamo nel dettaglio e vediamo come vestirsi in primavera in bici per non sudare e non sentire freddo.
1- Prima regola: non coprirsi troppo
Ne abbiamo parlato anche nell’articolo dedicato all’abbigliamento invernale, ma vale la pena ripetersi: coprirsi troppo non è la scelta migliore.
In questo periodo capita spesso di vedere ciclisti con la giacca termica invernale o, peggio ancora, con la mantellina antipioggia.
Sono errori comuni, ma che andrebbero evitati.
La giacca invernale ci darà una piacevole sensazione di “protezione” nei primi chilometri dell’uscita, ma alla prima salita (o alla prima accelerazione) ci farà inzuppare di sudore, col rischio poi di prendere freddo in discesa.
Senza contare quella spiacevole sensazione di bagnato addosso che rimarrà per tutto l'allenamento.
Molto meglio partire con un abbigliamento più leggero, magari coprendosi nei primi chilometri con un gilet smanicato, da togliere quando saremo “in temperatura” e reindossare al bisogno (discese, tratti ombreggiati).
2- Tutto parte da un buon abbigliamento intimo
L’abbigliamento intimo gioca un ruolo determinante in tutti i periodi dell’anno, poiché aiuta a mantenere il corpo alla giusta temperatura, facendo evaporare il sudore e lasciando la pelle asciutta. Il consiglio, dunque, è di sceglierne uno di ottima qualità.
In primavera, in genere, si utilizza l’intimo estivo (smanicato, o a maniche corte, in base alle preferenze personali). Io in questi mesi preferisco quello a manica corta perché un po’ più protettivo.
Nelle zone d’Italia dove le temperature rimangono piuttosto fredde anche a marzo e aprile, potrebbe essere utile un intimo da “mezza stagione”, ovvero a manica corta, ma con una leggera protezione antivento sul davanti.
L'intimo invernale può servire solo in zone molto fredde o durante i famosi “colpi di coda” dell’inverno, magari da abbinare ad una maglia a manica lunga non troppo pesante.
3- Vestirsi a strati
Il segreto è vestirsi a strati.
E’ una frase che abbiamo sentito mille volte, non solo in ambito sportivo, ma si tratta di una vera regola d’oro in tutte quelle situazioni caratterizzate da una forte escursione termica (primavera, autunno, ma anche in estate quando si pedala in montagna).
Questa strategia ci permetterà di essere sufficientemente protetti nelle prime ore della giornata, ma di spogliarci rapidamente e riporre gli indumenti nelle tasche posteriori quando non ne avremo più bisogno.
Cosa che non è possibile, ad esempio, se abbiamo scelto un intimo troppo pesante o una giacca termica.
Insomma, vestirsi a strati garantisce quella versatilità necessaria per affrontare gli sbalzi termici primaverili e, perché no, i mutamenti climatici improvvisi (temporali, forte vento, ecc).
4- Alcuni accessori sono indispensabili
Per vestirsi in primavera in bici in modo corretto è indispensabile avere a disposizione una serie di accessori che, a nostro avviso, sono indispensabili per chi pedala con una certa regolarità.
Parliamo di gilet antivento, manicotti e gambali, a cui andrebbero aggiunti un paio di guanti lunghi da mezza stagione, lo scaldacollo e il sottocasco leggero.
Il gilet smanicato è un capo che non dovrebbe mai mancare nel guardaroba del ciclista perché è indispensabile per vestirsi a strati.
Meglio ancora averne a disposizione due: uno più sottile e leggero, un altro in tessuto antivento più pesante.
Il primo ha il vantaggio di essere veramente poco ingombrante (foto sopra) e può essere indossato nelle giornate più miti per proteggersi in caso di discese lunghe o nelle prime ore della mattina. In genere si utilizza sempre con l’abbigliamento estivo e magari con i manicotti.
Il secondo serve per le giornate primaverili più fresche, è un po’ più ingombrante ma garantisce un livello di protezione superiore.
Si può abbinare tranquillamente all’abbigliamento estivo con manicotti (anche in estate, quando si pedala in montagna), ma può far comodo anche nelle giornate invernali meno fredde.
Insomma, è una spesa che ci tornerà utile quasi tutto l’anno.
I manicotti proteggono bene dal freddo del primo mattino, ma ingombrano poco nelle tasche posteriori una volta tolti. Sono utilissimi anche quando si fa tanto dislivello, visto che li possiamo velocemente abbassare in salita per poi tirarli su in discesa.
Potrebbero essere sostituiti da una maglia manica lunga da mezza stagione, che però non offre la stessa praticità.
Discorso analogo vale per i gambali, anche se le gambe, coinvolte direttamente nel gesto della pedalata, di solito sono meno soggette al freddo.
Sono un po’ meno pratici dei manicotti, poiché per toglierli è necessario fermarsi, ma rappresentano comunque una scelta intelligente per quelle giornate in cui con il pantaloncino corto è freddo, ma con la calzamaglia invernale è troppo caldo.
Scaldacollo e sottocasco sono utilissimi per riparare cervicale e testa, cioè due punti molto sensibili. Si possono indossare quando partiamo di buon mattino, per poi toglierli e riporli nelle tasche posteriori quando la temperatura aumenta.
Per la primavera sarebbe ideale avere dei prodotti specifici e non esageratamente pesanti, poiché quelli invernali potrebbero risultare troppo caldi.
Infine, abbiamo parlato dei guanti lunghi “leggeri”, ovvero pensati proprio per la mezza stagione.
Diciamo che non sono indispensabili, ma possono rendere più piacevoli le prime ore del mattino, specie per chi è particolarmente freddoloso.
Inoltre, si possono "riciclare" come sottoguanti nelle giornate invernali più fredde.
Chi soffre di freddo ai piedi, inoltre, potrebbe trovare utili anche dei copriscarpe leggeri o dei puntali, che proteggono solo la parte anteriore del piede.
Se questo articolo su come vestirsi in bici in inverno vi è piaciuto, QUI trovate molti altri consigli tecnici, mentre sotto parliamo di come vestirsi per le prime gare di stagione:
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.