"Questo non è gravel..."
È una frase che ho sentito dire più di una volta durante il week end appena trascorso a Punta Ala, dove si è tenuta la prima edizione della Grinduro Italy hosted by Wilier.
Sarà che del mischiare le discipline ho fatto il mio credo. Sarà anche che certe formule ibride mi riportano ad un ciclismo più dilettantistico dove finisce per prevalere il divertimento. Fatto sta che a me la Grinduro Italy è piaciuta moltissimo.
Anche perché, diciamo la verità, chi è in grado di definire con precisioni quali sono i confini del gravel?
Grinduro Italy: una formula avvincente
Che non ci si dovesse aspettare una classica gara gravel l’organizzazione lo aveva messo in chiaro sin dall’inizio. Personalmente, è stato proprio questo il motivo principale per cui ho voluto esserci. La formula di gara, ispirata, come dice il nome, all’enduro, mi pare adattarsi a quel difficile compromesso che il mondo del gravel cerca continuamente tra spirito di avventura e socialità da un lato e agonismo dall’altro.
La Grinduro consente di trascorrere tutta la giornata di gara con gli amici pedalando sul tracciato complessivo. Solo nelle quattro prove speciali, della durata di pochi minuti ciascuna, ci si separa per mettersi alla prova e dare sfogo alla voglia di competizione.
Un format diverso, in cui per tutto il giorno si finisce per incrociarsi, salutarsi, superarsi e riprendersi tra una speciale e l’altra in un contesto rilassato che porta alla fine della giornata a riconoscersi e a raccontarsi.
Dimenticate le strade bianche
Quanto al paesaggio e al percorso, per quanto la si possa conoscere bene la Toscana non delude mai. Come promesso, Grinduro Italy ci ha offerto un assaggio di tutta la varietà di terreni e di sfide che la Maremma mette a disposizione. Sabbia, ghiaia, sottobosco flow passando per tratti pietrosi e strade asfaltate secondarie, non è mancato niente per mettersi alla prova.
Il tutto reso ancora più bello dall’arrivo al mare, dallo scorcio blu intenso di Cala Violina giù in picchiata fino alla lunga spiaggia di Punta Ala per godersi un meritato tuffo.
Certo, per chi aveva in mente le classiche “strade bianche” toscane, la Grinduro Italy dev’essere stata una sorpresa, più o meno gradita a seconda dell’attitudine.
Le quattro speciali si sono svolte su terreni diversi, dalla salita con strappi sopra al 15% su pietra smossa al single track guidato fino a qualche tratto quasi enduristico dove era importante saper scegliere le linee giuste e avere confidenza con polvere e rocce.
Mi permetto di esprimere qualche perplessità sulla seconda prova. Una discesa dritta e quindi piuttosto veloce su fondo pietroso con ghiaia grossa che ha messo a dura prova bici e mani. Forse un po’ troppo pericolosa per essere veramente divertente.
Allo stop del cronometraggio il mio Garmin stava mandando un messaggio di allarme rilevamento incidente, confuso dai colpi ricevuti che deve avere male interpretato!
Alcuni aspetti da migliorare
La parte di “contorno” dell’evento, su cui Grinduro Italy ha puntato molto, si può forse migliorare, soprattutto in considerazione del costo d’iscrizione piuttosto alto.
Nonostante i pochi partecipanti (circa 150 tra cui moltissimi ospiti, invitati e influencer), o forse proprio per questo, la gestione dei vari momenti che hanno scandito il week end è stata anch'essa un po' rilassata, come l'atmosfera sicuramente piacevole dell'evento.
Carine e utili a creare un clima diverso dal solito le idee “alternative” rispetto alle classiche manifestazioni di questo tipo, come il ristoro a base di Negroni analcolico e la presenza di barbiere e tatuatore al villaggio gara. Ciò non toglie che curare alcuni aspetti più essenziali a determinare la qualità dell'evento avrebbe fatto la differenza nella percezione complessiva del week end.
Costi di iscrizione da rivedere?
Trattandosi di una prima edizione di un evento completamente nuovo nel panorama ciclistico italiano tutto risulta perfettamente comprensibile. Tuttavia, la quota di partecipazione alla Grinduro Italy rende difficile sorvolare sui dettagli.
La spesa per due persone ammontava a 518,00 euro, ovvero 259,00 a testa. Stesso prezzo anche occupando la stessa piazzola. Confrontato ad altri eventi del settore è comprensibile che le aspettative siano alte...
Dato che come detto la Grinduro Italy a me è piaciuta davvero tanto, spero che dopo quella “party to race”, come recita lo slogan, si trovi anche una ratio “prezzo/servizi”.
In tal caso, vista anche la risonanza che avrà grazie all’ottima copertura mediatica, sono convinta che le iscrizioni daranno ragione al format e alla vision degli organizzatori a cui va il merito di aver scommesso su un format così particolare in un contesto come quello italiano abbastanza "tradizionalista".
In conclusione...
Nel complesso quello di Punta Ala è un evento che mancava, con un'atmosfera unica e una traccia davvero bella come punto di forza, impegnativa e selvaggia al punto giusto come si conviene all’epica Grinduro. È vero che forse il gravel italiano non è pronto a questo tipo di percorso, diciamo un po' estremo.
Motivo in più, a mio parere, di apprezzamento, dato che la Grinduro Italy viene a scuotere un mondo che se da un lato raccoglie sempre più appassionati, dall’altro non convince ancora fino in fondo per la mancanza di un'identità chiara.
I percorsi di Grinduro Italy per noi sono stati anche l'occasione di testare il nuovo Shimano GRX e la nuova Wilier Adlar. Qui sotto trovate le nostre impressioni:
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