Una salita che è patrimonio culturale e sportivo: strada Generale Giardino, SP 140, meglio conosciuta come l'ascesa al Monte Grappa da Semonzo (VI). 18,4 km al'8,1%. Il secondo versante più frequentato dai ciclisti dopo la strada Cadorna che si imbocca da Romano d'Ezzelino (26,4 km al 5,9%). Un luogo consegnato all'epica del ciclismo grazie all'impresa di Tadej Pogačar all'ultimo Giro d'Italia. Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo diario di un ciclista, scritto da Giampiero, un lettore di Bicidastrada.it. C'è il fascino della salita, senza cronometro, senza misuratore di potenza. C'è il caldo come unico avversario e la voglia di arrivare su per guardare giù e approcciare il mondo da un'altra prospettiva.
G.B.
17 luglio 2024
A Semonzo (VI) il termometro segna 28°. Altri due ciclisti si avventurano lungo i 28 tornanti della "Giardino". Al quinto tornante uno già rientra: «Fa troppo caldo», il suo commento.
Proseguo tranquillo e penso che se le condizioni non cambiano forse anch'io dovrò desistere. Al decimo tornante mi sorpassa un collega di pedale che commenta: «Mai mollare!». È proprio vero: a parità di condizioni ognuno di noi reagisce in modo diverso.
Poco più avanti uno scoiattolo attraversa la strada. Si comincia a percepire qualche folata di vento fresco: un'illusione? Controllo le scorte d'acqua, sono ancora abbondanti nelle due borracce.
Raggiungo Campo Croce e sosto all'ombra del bosco. Le energie ci sono, ora arriva la parte più dura del percorso. L'ambiente spettacolare ammorbidisce l'asprezza delle rampe. Il lungo traverso di Cà Mol è allietato dai campanacci delle mucche al pascolo. Una certezza: l'aria, ora, è decisamente più fresca e l'alternarsi delle nubi evita l'insolazione costante.
Sento alcune auto alle spalle, l'ora di pranzo si avvicina. Sono gli unici mezzi motorizzati incontrati oggi. Passano e torna la quiete. La vista del Rifugio Bassano illude. Meglio guardare avanti e pedalare.
Ogni tanto butto l'occhio verso la pianura sottostante, verso il Piave. Siamo ormai agli ultimi due kilometri e le gambe sembrano rifiutarsi di pedale. Ci vuole testa e cuore, ora più che mai. Ultimi sorsi d'acqua, ultimi metri, ultime pedalate.
Eccomi arrivato ancora una volta nell'Alpe Madre.
Per maggiori informazioni storiche sul Monte Grappa: massicciodelgrappa.it
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Foto in apertura: Alex D'Agosta/Monte Grappa Bike Day
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