E’ finito il tempo dell’agilità?
O comunque quello dell’agilità portata all’ennesima potenza, come nelle “frullate” di Chris Froome?
Forse è presto per dirlo, ma osservando la dinamica di pedalata di molti campioni degli ultimi anni, le cose stanno un po' cambiando.
Qualche esempio?
Il nuovo campione del mondo Julien Alaphilippe, nelle fasi decisive di gara, tira rapporti mostruosi a cadenze non proprio elevate (anzi, forse fin troppo basse, ma a giudicare dai risultati, redditizie).
I vincitori degli ultimi tre Tour de France, Geraint Thomas, Egan Bernal e Tadej Pogačar (quest’ultimo un po’ meno degli altri) non si distinguono per l’agilità.
In particolare Geraint Thomas, che anche durante le crono (dove siamo abituati a vedere cadenze quasi sempre intorno alle 100 rpm) spinge rapporti molto lunghi a frequenze di pedalata “normali”.
Il ricordo più fresco è sicuramente quello della crono finale del Tour 2020.
Pogačar ha affrontato la salita finale con un rapporto lungo tra le 70 e le 80 rpm.
Roglic ha viaggiato spesso oltre le 100 rpm, ma con un rapporto molto più leggero.
Sappiamo tutti come è andata a finire…
Anche se poi Roglic si è rifatto alla Liegi-Bastogne-Liegi...
Stiamo assistendo ad un cambiamento nella preparazione e nella dinamica di pedalata dei Pro’? O si tratta solo di un caso?
Che conclusioni possiamo trarne e in che modo noi amatori dobbiamo interpretare queste scelte?
Prima di provare a dare una risposta, facciamo un passo indietro.
AGILITA’ VS RAPPORTONE
Qualche mese fa abbiamo dedicato un articolo tecnico specifico al confronto tra pedalata in agilità e pedalata di forza.
Se volete approfondire la tematica, vi consigliamo di leggerlo. Qui ci limitiamo a ricordare solo alcuni concetti fondamentali.
La potenza è la risultante tra la forza applicata sul pedale (in Newton) e la velocità con cui questo si muove, ossia la cadenza di pedalata.
E’ chiaro, quindi, che è possibile esprimere gli stessi watt mulinando un rapporto agile a cadenze elevate, oppure uno più duro a cadenze più contenute.
POTENZA (in watt) = FORZA (in Newton) x CADENZA di PEDALATA (in Rpm)
Da un punto di vista fisiologico, pedalare più agile è meno impegnativo a livello muscolare, ma aumenta in maniera notevole il consumo di ossigeno, quindi richiede maggiore impegno a livello cardio-respiratorio.
Pedalare a cadenze di pedalata molto basse, invece, comporta una contrazione muscolare più lunga ad ogni pedalata e quindi una maggior vasocostrizione.
Ciò riduce il flusso sanguigno ai tessuti e, di conseguenza, la velocità di smaltimento delle scorie generate dallo sforzo.
Insomma, è meno impegnativo a livello cardio-respiratorio, non vi darà la sensazione di fiato corto, ma potrebbe esaurirvi prima a livello muscolare.
Questi concetti sono validi a livello generale, ma poi vanno adattati alla fisiologia e alle caratteristiche soggettive di ogni individuo.
E qui sta il punto chiave…
QUALE INSEGNAMENTO CI ARRIVA DAI PRO’?
Abbiamo visto che alcuni degli atleti attualmente più forti del gruppo pedalano a frequenze non così elevate.
Allo stesso tempo, se Froome dovesse tornare ai suoi livelli, siamo convinti che continuerebbe ad utilizzare l’arma dell’agilità.
E come lui, anche molti altri campioni continuano a pedalare a cadenze molto alte, in particolar modo nelle crono.
Roglic è uno degli esempi più evidenti.
E quindi?
Quindi è stata sicuramente superata la “moda” dell’agilità a tutti i costi, che in passato era stata quasi “imposta” come necessità assoluta e che molti amatori avevano cercato di imitare.
Ma questo non vuole dire che pedalare agile non sia vantaggioso, anzi…
Il fattore chiave, però, è che non esiste una cadenza ideale e che si deve tener conto della soggettività di ogni atleta, cioè delle caratteristiche muscolari e fisiologiche di ciascun individuo.
Siamo convinti che Thomas avrà provato a pedalare più agile, ma insieme al suo staff si sarà accorto che per lui è meno vantaggioso.
Visto che a livello amatoriale non abbiamo gli stessi strumenti di valutazione e analisi dei Pro’ (o non tutti sono interessati ad averli), la cosa migliore da fare è scegliere la cadenza di pedalata in grado di minimizzare la sensazione di fatica (che sarà ovviamente diversa per la pianura, la salita lunga o gli strappi corti).
Ascoltate il vostro corpo, affrontate a tutta alcuni tratti di percorso, magari più volte e in diversi periodi della stagione: non sarà difficile trovare la vostra frequenza di pedalata ideale.
Se volete un’indicazione generale, analisi di laboratorio e test sul campo, hanno mostrato che in media la cadenza ottimale in salita si aggira tra le 75 e le 80 rpm, che poi è quella mantenuta da Pogacar nell’ultima crono del Tour 2020…
QUI trovate l’approfondimento sul confronto tra agilità e rapportone.
QUI invece altri consigli sull’allenamento.
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.