Pazzesco, supersonico, leggendario. Il nostro Filippo Ganna ai Mondiali multidisciplina di Glasgow ha vinto il sesto titolo mondiale su pista: specialità inseguimento individuale. A far notizia però non è più quanto vincono gli Atleti Azzurri su pista (3° il nostro Jonathan Milan) quanto piuttosto come vincono.
Su strada non andiamo oltre il 10° posto con Alberto Bettiol e possiamo dire che poco importa. In un ciclismo dove i numeri possono fare una bella differenza un attacco in faccia a Van der Poel, Van Aert, Pedersen e Pogačar nasconde un pizzico di logica in una sana follia. Ganna e Bettiol a Glasgow, sono due facce della stessa medaglia.
Perché nel ciclismo conta ancora il come non il quanto...
Un abbraccio, il rapporto e quel velodromo che si inchina
Correre su un velodromo in Scozia, intitolato ad una leggenda vivente locale della disciplina (Sir Chris Hoy) contro un collega britannico (Daniel Bigham) potrebbe insinuare più di qualche zavorra a livello mentale.
Invece Ganna vola oltre il peso della storia e mette a segno quella prestazione che può valere qualcosa di più di un'estate. Un punto fermo nella nostra memoria. Un'associazione che può durare una vita del tipo "era l'estate del 2023 quella del Mondiale di Ganna"...
Nel turno di qualificazione Ganna incontra Bigham che non è azzardato definirlo il suo profeta visto il ruolo rivestito all'interno del team Ineos Grenadiers.
Bigham fa prima di tutto l'ingegnere, prova i materiali, li mette in produzione, li mette alla prova. Bigham ha messo a segno il Record dell'Ora sulla stessa bici con le medesime soluzioni tecniche utilizzate da Ganna. Di mezzo qualcosa di più di una semplice rivalità.
Bigham fa il Record dell'Ora: 55,548 km. La bici è quella che utilizzerà Ganna?
Pippo "tira" un 66x15: quando al termine del turno mancano 1.000 metri inizia ad accelerare come da copione secondo le indicazioni di Villa. Quando al termine dei 4 km da percorrere mancano meno di 400 metri avviene il sorpasso. Ganna rifila 1''617 al compagno ingegnere. Tutto secondo i piani.
In finale è ancora Ganna contro Bigham in virtù dei migliori tempi di qualifica. Pippo cambia il rapporto: dal 66x15 si passa al 62x14, qualche cm in più di sviluppo metrico. Lanciarsi ed arrivare a mantenere la velocità oltre il muro dei 60 km/h diventa così più difficile.
Dopo 2.875 m Ganna sembra spacciato, o meglio, schiacciato da Bigham che gli rifila 2''184. Si apre così l'ultimo chilometro: quello che vale un'estate. Una progressione inesorabile.
A 1.000 metri dalla fine lo svantaggio è di 2''168 e senza forse non ci crede più nessuno se non lui ed il CT Marco Villa. A 500 metri lo svantaggio è di 1''700. Ultimo giro suono della campana: 1'029. Arrivo: Ganna vince per 54 millesimi.
Il pubblico del velodromo rende omaggio al nostro Campione.
Lui va alla balaustra, aspetta, l'ingegnere-amico-collega Bigham e lo abbraccia.
Le bici nell'allestimento sono le stesse utilizzate durante i rispettivi Record dell'Ora. A far la differenza sono i materiali, le gambe o qualcos'altro difficile da classificare dentro una matrice dati?
Qui sotto il finale di questa impresa.
Vincere perdendo: Alberto Bettiol
Il bello del ciclismo è che a volte si può vincere senza nemmeno arrivare a podio, "solo" chiudendo l'ordine d'arrivo.
Alberto Bettiol da Poggibonsi (Si) al traguardo del Mondiale strada Uomini Elite arriva 10° a 4'03'' dal vincitore Mathieu Van der Poel (foto sotto).
Quando mancano 55 km all'arrivo, orfano del compagno Matteo Trentin vittima di una caduta, scatta in faccia ad un poker di nomi mica da ridere. Piove, poi il sole, poi ancora la pioggia.
Una Maglia Azzurra al comando, giro dopo giro. Il sogno dell'impresa iridata prende forma per poi svanire a 22,4 km dall'arrivo sulla fucilata di Van der Poel.
«Non mi interessava il piazzamento, volevo provare a vincere - dichiara a caldo il nostro capitano -. Viviamo per far divertire la gente. Vincere è molto difficile ma se continuiamo così, con questo gruppo fantastico, prima o poi sarà la nostra volta».
Folle, senza criterio? Non c'è spazio per i se ed i ma. A noi è piaciuto così Alberto Bettiol perché "nella follia c'è sempre un po' di saggezza".
L'estate di Ganna sarà anche la sua: sognare, provare, dare tutto. Abbiamo bisogno anche di questo ed aspettiamo sempre qualcuno che sia in grado di ricordarcelo.
La storia è vero la scrivono i vincitori, ma a Glasgow complice anche un Van der Poel che cade, si rialza e vince abbiamo capito che non è tanto il quanto, ma il come.
Ganna e Bettiol a Glasgow hanno sottolineato il concetto.
Vale per il ciclismo ed in fin dei conti per tutto il resto.
Per maggiori informazioni: cyclingworldchamps.com
Foto d'apertura: Maurizio Borserini e Bicidastrada.it
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.