Filippo Ganna ha volato i 15,1 km della crono inaugurale del Giro d’Italia alla media pazzesca di 58,831 km/h, spingendo un rapporto mostruoso: il 60x11.
Sul traguardo ha preceduto il portoghese Almeida e il danese Bierg, entrambi staccati di 22 secondi.
La media fatta registrare da Ganna è la più alta in una tappa che non sia un prologo, ma incredibilmente non è la più alta in assoluto.
Nel 2001, infatti, nel cronoprologo da Montesilvano a Pescara, Rik Verbrugghe vinse alla media di 58,874 km/h.
Si trattava, però, di una tappa di soli 7,6 km, conclusa in 7’44”, cioè circa la metà del tempo impiegato da Ganna.
In entrambi i casi questa velocità è stata possibile grazie ad un fortissimo vento.
Sempre a favore, nel caso di Verbrugghe, a favore ma spesso anche laterale nel caso di Ganna.
Per la crono di questa edizione, c’è da dire che il percorso da Monreale a Palermo era estremamente particolare, perché tolto il primo chilometro di salita, il resto era in gran parte in discesa, ad eccezione dei chilometri finali.
Insomma, una crono in cui ci voleva tantissima potenza e anche un po' di "pelo sullo stomaco", in cui ci si aspettavano altissime velocità e che ha penalizzato i corridori più leggeri.
L’unico a salvarsi è stato Simon Yates, staccato di 49”, che non sono comunque pochi in una prova di poco più di 15’.
Oltre alla tipologia di percorso, a nostro avviso, ci potrebbe essere un’altra spiegazione per gli elevati distacchi subiti da molti uomini di classifica, ovvero il desiderio di non rischiare oltre il limite, in una tappa che si è rivelata molto pericolosa, come ha mostrato la rovinosa caduta di Miguel Angel Lopez.
Senza considerare che nelle fasi finali della crono il vento a favore è calato, penalizzando gli ultimi atleti che hanno preso il via.
Qui trovate la classifica completa: giroditalia.it/classifiche/
Condividi con
Tags
Sull'autore
Redazione BiciDaStrada.it
La redazione di BiciDaStrada.it: ciclisti per passione e vocazione. Giornalisti di mestiere