È stata la Sanremo più veloce di sempre: 46,112 km/h la velocità media (QUI tutti i dettagli). Tra l'arrivo di via Roma ed i successivi festeggiamenti in casa Alpecin-Deceuninck i nostri occhi sono caduti sugli pneumatici utilizzati da Jasper Philipsen (1°) e Michael Matthews (2°, Team Jayco AlUla). Ad emergere è una scelta tecnica che riaccende il dibattito sul binomio gomme larghe e prestazioni.
Approcci diversi: stessa conclusione
Philipsen e Matthews in via Roma hanno sprintato con coperture Vittoria Corsa Pro dotate di carcassa in cotone (QUI il nostro test), mentre Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) ha fatto il diavolo a quattro conquistando il gradino più basso del podio su pneumatici Continental Grand Prix 5000 TT TR da 28 mm con carcassa in nylon.
Se da un lato il fuoriclasse sloveno si è allineato ad uno standard consolidato, non si può dire altrettanto per i primi due.
Philipsen, Matthews ed anche Van der Poel (foto sotto) hanno percorso i 288 km da Pavia a Milano su coperture da 30 mm di sezione (anteriore e posteriore)!
Sì, avete capito bene...
La questione diventa curiosa perché Philipsen e Matthews giungono alla medesima conclusione partendo da due condizioni diverse.
Il team Alpecin-Deceuninck è una squadra sponsorizzata Vittoria mentre il Team Jayco AlUla acquista le gomme dall'azienda di Brembate (Bg).
La sfumatura non è banale ed in questo caso il fattore economico non c'entra. Nel primo caso c'è una collaborazione "a quattro mani" tra squadra e Azienda (anche a livello d'immagine), mentre nel secondo il team arriva a maturare le scelte tecniche tramite un autonomo protocollo di verifica.
Non da ultimo, ad essere diverse sono anche le ruote utilizzate: Shimano Dura-Ace C60 per Philipsen (canale interno con uncino da 21 mm), Cadex 50 Ultra Disc Tubeless (canale da 22,4 mm con spalla hookless) per Matthews.
A completare il quadro le Enve SES 6.7 (canale interno da 23 mm, hookless) impiegate da Pogačar (foto sotto). Se vogliamo dirla tutta, anche le Continental da 28, su una canale così largo, per la nostra esperienza hanno una larghezza effettiva vicina ai 30 mm.
Gomme larghe e prestazioni: non solo numeri
Noi abbiamo interpellato tutti gli attori in campo in merito a questa scelta.
La questione a quanto pare è calda. Se da un lato il Team Jayco AlUla non ha esitato a confermare la configurazione, Alpecin-Deceuninck e Vittoria non si sono sbottonate con altrettanta disinvoltura.
Queste ultime due realtà stanno incrociando i dati provenienti da test eseguiti in diversi ambienti: laboratorio, galleria del vento e vita reale.
I paradigmi di riferimento però non cambiano.
Uno pneumatico più largo (≥ 28 mm) ha un'impronta a terra tondeggiante più larga e più corta rispetto all'area ellittica (più lunga e sottile) di una gomma dotata di sezione inferiore (foto sotto).
Una conformazione che influenza prima di tutto la resistenza al rotolamento, minore nel primo caso (ne avevamo parlato QUI).
In seconda battuta c'è l'aspetto aerodinamico: la spalla di una gomma più larga abbinata ad un canale interno da 21 mm o superiore tende ad uniformarsi con le pareti del cerchio annullando l'effetto lampadina. Anche se, ovviamente, si perde qualcosa per via della superficie frontale più ampia.
Il terzo fattore è il comfort.
Le pressioni d'esercizio sono un dato piuttosto prezioso a quanto pare, ma con ogni probabilità Philipsen (75 kg) e Matthews (72 kg) non avranno sforato di molto il tetto dei 4 bar.
Il quarto fattore non si può misurare in laboratorio e men che meno in galleria del vento ed ha a che fare con la confidenza di guida, la sensibilità del corridore e la percezione della sicurezza.
Affrontare due discese tecniche come quelle di Cipressa e Poggio dopo 260 km di gara e quasi sei ore in sella non è cosa banale.
La combo gomma larga e pressione inferiore rende la bici più stabile e meno nervosa lungo tratti tortuosi e ricchi di cambi di direzione. Un aiuto non da poco visto che nel finale della Sanremo il minimo errore si rischia di pagare caro.
Senza contare che poter scendere senza sentirsi sempre al limite permette di risparmiare qualche energia nervosa che può tornare utile per i chilometri finali...
Gomme larghe e prestazioni: in conclusione
Insomma, la Sanremo 2024 passerà alla storia non solo per la media, ma anche per le nuove prospettive sperimentate dai Campioni.
Non dimentichiamoci però di un altro aspetto fondamentale: "i pneumatici larghi ti rendono più veloce solo se li metti sul cerchio giusto".
L'interazione tra gomma e cerchio non deve essere mai messa in secondo piano. Anzi, forse è più corretto dire l'interazione tra gomma, cerchio e bici, perché pare che le performance aerodinamiche di un combo ruota+gomma possano essere diverse da una bici all'altra.
E questo, forse, spiega perché alcuni team (es. Team dsm-firmenich PostNL) preferiscano ancora correre con pneumatici da 26 mm.
Alla luce di tutte queste considerazioni il "caso Sanremo" potrebbe mettere l'accento su un nuovo aspetto, da tenere a mente anche per gli appassionati di più vecchio stampo: uno pneumatico largo, abbinato al cerchio giusto, potrebbe essere il compromesso ideale tra velocità, comfort e sicurezza, con buona pace di chi continua a sostenere che sopra al 700x25 "la bici non scorre"...
Un discorso più approfondito, probabilmente, va fatto tra percorsi veloci e percorsi con tanto dislivello (dove leggerezza e prontezza diventano prioritari), ma di questo magari parleremo un'altra volta.
QUI tutti i nostri approfondimenti sul canale largo.
Qui sotto il punto di vista di un altro produttore di pneumatici: Schwalbe.
Cerchi moderni ed evoluzione della gomma da bici: la combinazione ideale secondo Schwalbe
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.