Il 2 febbraio scorso l'Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti d'America (USPTO) ha pubblicato un'interessante innovazione. Si tratta del brevetto Specialized US-20230034772-A1 "Bicycle frame with angled strut".
In sostanza si tratta di un suggestivo telaio che non presenta la classica conformazione a due triangoli.
Il piantone non raggiunge come al solito il movimento centrale. All'altezza della sezione mediata il tubo incontra un carro a parallelogramma che va ad innestarsi all'interno della struttura principale.
A prima vista forme, angoli e geometrie potrebbero ricondurre questa innovazione ad una mountain bike del segmento all mountain/enduro. Osservando bene i disegni, però, emergono diversi punti di fissaggio che in genere non vengono adottati nel mondo delle ruote grasse.
Inoltre, le bici pensate per un utilizzo all mountain/enduro sono sempre dotate di un alloggiamento per l'ammortizzatore. Una soluzione qui non prevista.
Il gravel è il nuovo Record dell'Ora?
C'è una "falla" nella normativa UCI che apre le porte alla creatività in ambito gravel e questo brevetto Specialized con ogni probabilità ne è la dimostrazione.
L'articolo 1.3.020 del regolamento UCI prescrive che tutte le bici destinate alle competizioni strada, ciclocross e pista debbano essere "costruite attorno al triangolo principale". Il principio che guida le decisioni della massima autorità del ciclismo è quello di preservare l'immagine delle bicicletta come "oggetto e fenomeno storico".
Ne avevamo parlato QUI.
Non tutti i brevetti, sia chiaro, vanno incontro alla messa in produzione.
La domanda che sorge spontanea però è questa: ha senso per una grande azienda impiegare tempo e risorse su un progetto che non potrebbe avere uno sbocco concreto in ambito sportivo?
Oltre alle soluzioni tecniche già citate, le norme UCI sembrano spalancare le porte (al momento) ad una rivoluzione delle forme in ambito gravel. Un ambiente ancora scarno di restrizioni, terreno fertile per quella creatività tecnica a cui l'UCI ha tarpato le ali nel 2000 con la riforma del Record dell'Ora.
Elasticità verticale: il concetto chiave del brevetto Specialized
Rigidezza laterale (o torsionale o su piano orizzontale) ed elasticità verticale per tutti gli ingegneri ed i tecnici del settore sono parole che diventano un vero e proprio rompicapo quando si tratta di progettare da zero una nuova bicicletta.
La combinazione di questi due fattori contribuisce a dare un'anima efficiente al mezzo.
La struttura a montante (dall'inglese strut) permetterebbe di migliorare la deflessione verticale senza intaccare la resistenza alle forze torsionali.
I vantaggi non si esauriscono qui, perché questa conformazione non va ad influire sull'arretramento sella (ricordate il reggisella della vecchia Diverge?) quando questo è soggetto a flessione. Un espediente utilizzato per "allontanare" la seduta dalla zona di trasmissione delle vibrazioni (telaio).
Specialized ha condotto diverse prove in laboratorio e sostiene quanto dichiarato nel brevetto con i numeri. A confronto le risposte ai carichi di un telaio tradizionale con l'innovativo telaio a montante, il tutto secondo i metodi di prova ed i protocolli stabiliti dallo standard internazionale ISO.
Il brevetto Specialized non è solo creatività, quindi, ma anche sostanza. Una sostanza che potrebbe far comodo a tutti coloro che amano il gravel, tra comfort e prestazioni, o le bici da strada endurance con buona pace dell'UCI.
Solo un'idea o il primo passo verso nuove applicazioni per il marchio fondato da Mike Sinyard nel 1974? Staremo a vedere...
Per conoscere più a fondo la gamma gravel Specialized vi rimandiamo al loro sito ufficiale sul quale, fra l'altro, proprio in questi giorni, potete trovare una campagna sconti.
Qui sotto la nostra intervista a Francesco Moser sulla normativa tecnica UCI. Lo Sceriffo negli anni '80 con i suoi record ha contribuito a stravolgere gli schemi.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.