Individuare il corretto dislivello sella-manubrio sulla propria bici è molto importante, poiché questo parametro incide fortemente su comfort, prestazioni e guidabilità del mezzo.
Il dislivello sella-manubrio (definito anche con il termine drop), corrisponde alla distanza verticale tra il piano sella e la parte alta del manubrio.
Una volta individuata la corretta altezza sella, il modo più semplice per modificare il dislivello è quello di agire sull’altezza dell’attacco manubrio, spostando gli appositi spessori collocati sopra o sotto l’attacco stesso.
Se tale regolazione non dovesse essere sufficiente, si può intervenire sull’inclinazione dell’attacco, oppure sulla forma del manubrio.
La necessità di ricorrere a queste ultime due soluzioni, però, nella maggior parte dei casi significa che la misura del telaio è errata.
Il dislivello sella-manubrio, infatti, dipende in modo diretto anche dalla lunghezza del tubo sterzo e dallo stack del telaio, perciò al momento dell’acquisto di una bici nuova è importante tenerne conto.
Trovare l’equilibrio giusto è estremamente difficile, tanto che molti biomeccanici non forniscono un valore univoco (come succede per l’altezza o l’arretramento sella), ma indicano una forbice all’interno del quale posizionarsi.
Muoversi all’interno di questa forbice richiede la capacità di sapersi ascoltare, di conoscere i propri limiti fisici, ma anche di definire con chiarezza qual è l’utilizzo principale che si farà della bici (agonismo, lunghe distanze, uscite per puro divertimento con gli amici, ecc).
Cerchiamo di capirci qualcosa in più e vediamo come trovare il compromesso migliore.
PARAMETRI DA VALUTARE
Il dislivello sella-manubrio, così come tutti gli altri parametri legati al posizionamento in sella, dipende in primo luogo dai valori antropometrici del soggetto.
Nel caso specifico, quelli che incidono maggiormente sono l’altezza e la lunghezza delle braccia.
Un ciclista alto, con braccia molto lunghe, in linea di massima potrà sostenere un dislivello tra sella e manubrio più elevato rispetto ad un atleta brevilineo.
Ma la questione è molto più complessa e chiama in causa la mobilità del bacino e la flessibilità dei muscoli ischiocrurali, della zona lombare, delle spalle, del collo e delle braccia.
Insomma, di quasi tutta la catena cinetica del corpo.
A parità di valori antropometrici, una maggiore flessibilità muscolare permette di avere un dislivello sella-manubrio maggiore, con vantaggi in termini aerodinamici e anche “estetici”.
La buona notizia è che sulla forza e sull’elasticità muscolare si può lavorare.
Serve tempo e dedizione, ma è possibile ottenere miglioramenti significativi.
Perciò, se desiderate avere una posizione super aggressiva, simile a quella dei professionisti, ma non riuscite a mantenerla per più di mezz’ora, non disperate.
Procedete a piccoli passi, aumentate il dislivello poco alla volta, datevi il tempo di adattarvi alla nuova posizione e nel frattempo lavorate sulla flessibilità del vostro corpo (qui trovate degli esercizi utili per rafforzare la schiena e migliorare la flessibilità di anche e bacino).
Un ultimo aspetto da considerare è quello relativo alle condizioni generali della schiena, poiché nel caso di patologie importanti (come ernie o discopatie), sarà necessario individuare con ancora maggiore attenzione il dislivello sella-manubrio più corretto, magari lavorando a stretto contatto con lo specialista che vi tiene sotto controllo.
COMFORT VS PRESTAZIONE
Un elevato dislivello tra sella e manubrio comporta una posizione in bici molto aggressiva e caricata in avanti, che permette una migliore penetrazione aerodinamica, ma è più difficile da mantenere nel lungo periodo.
Un dislivello inferiore garantisce una posizione più rilassata, soprattuto a livello di cervicale e braccia, ma peggiora la performance aerodinamica.
Trovare il giusto dislivello sella-manubrio significa raggiungere un equilibrio tra comfort e prestazioni in bici.
Tale equilibrio è sottile, ha una forte connotazione soggettiva e può portare a settaggi molto diversi, anche tra individui che hanno valori antropometrici e flessibilità muscolare simili.
I professionisti e gli agonisti più evoluti sono disposti a sacrificare il comfort per riuscire ad ottenere una posizione fortemente aerodinamica e, allo stesso tempo, che permetta di esprimere la massima potenza possibile.
Ma hanno anche un fisico allenato, che consente loro di “sopportare” questa posizione.
L’amatore medio, soprattutto se si cimenta su lunghe distanze, in primo luogo dovrà cercare una postura comoda e sostenibile per tante ore.
Solo in un secondo momento, e procedendo per gradi, potrà cercare di aumentare il dislivello cercando una posizione più performante.
E’ vero che la resistenza aerodinamica ha un impatto notevole sulla prestazione, ma non può far passare in secondo piano la capacità di esprimere la massima potenza possibile che il nostro “motore” ha a disposizione.
Perciò, vale la pena mantenere una posizione estremamente aerodinamica (elevato dislivello sella-manubrio), che però risulta così scomoda da richiedere continuamente di muoversi sulla sella, sgranchirsi e non permette di esprimere tutta la propria potenza?
Gli eccessi, sia da un lato che dall’altro, vanno comunque evitati, anche se fastidi e infortuni sono più spesso legati ad un dislivello tra sella e manubrio troppo accentuato, piuttosto che troppo ridotto.
Un drop eccessivo, infatti, porta a pedalare con le braccia eccessivamente tese, a iperestendere i muscoli del collo per guardare la strada e caricare troppo peso sulle mani.
Ciò può provocare dolori e formicolii alle mani, dolori alla cervicale, dolori interscapolari, ma anche sovraccarichi alla zona lombare e dolori al perineo.
Allo stesso tempo, al contrario di come spesso si pensa, anche una posizione eccessivamente rialzata non è da consigliare e può provocare problemi alla schiena.
Con una postura in sella troppo alta e corta, infatti, la zona lombare si troverà quasi perpendicolare al terreno e anziché lavorare in scarico sarà costretta a sopportare tutte le vibrazioni che provengono dalla strada (un po’ come succede nella corsa).
GUIDABILITA’
E’ un aspetto trascurato, ma il corretto dislivello sella-manubrio influenza anche la guidabilità del mezzo, poiché incide sulla distribuzione dei pesi in bicicletta.
Un dislivello ridotto genera uno spostamento della maggior parte del peso corporeo verso la sella, con un conseguente alleggerimento dell’avantreno.
Ciò comporta una minore precisione di guida, soprattutto in discesa e ad alte velocità.
Viceversa, un drop eccessivo carica troppo peso sullo sterzo, trasmettendo sensazioni di guida spiacevoli, in particolare nelle discese ripide dove è necessario azionare i freni con continuità.
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.