Il Giro arriva sul Bondone, la montagna di Gaul. I dettagli di una salita "selvaggia"
Giovanni Bettini
Il Giro arriva sul Bondone, la montagna di Gaul. I dettagli di una salita "selvaggia"
Giovanni Bettini
16° tappa, 203 km, 5.200 metri di dislivello: la seconda frazione più dura della 106esima edizione della Corsa Rosa. Il Giro arriva sul Bondone, una salita leggendaria, parte della storia del ciclismo fin dal suo debutto datato 8 giugno 1956.
13 in tutto le presenze dell'Alpe di Trento al Giro. L'ultima volta risale al 2020: 17° tappa, Bassano del Grappa-Madonna di Campiglio.
Allora il Bondone era "solo" un modo per mettere fatica nelle gambe dei corridori. A tre anni di distanza quest'ascesa potrebbe risultare decisiva per le sorti del Giro d'Italia 2023.
Fu patron Vincenzo Torriani a scoprire il Bondone, anche se il suo fascino è tutto da attribuire a Charly Gaul, "l'Angelo della Montagna", che al Giro d'Italia del 1956 si rese protagonista di una giornata da tregenda.
21° tappa. Gaul parte subito e sul Costalunga stacca tutti. Inizia a piovere, le salite sono incessanti come l'acqua: Rolle, Gobbera e Brocon.
Lungo i primi tornanti del Bondone la pioggia diventa neve.
L'Angelo della Montagna trionfa alla maniera dei grandi dopo 9:07':28''. Tappa e maglia da uomo solo al comando. All'arrivo viene soccorso da Alpini e Forze dell'Ordine: tirato giù a braccia dalla bicicletta e portato al riparo.
La mattina dell'8 giugno '56, alla partenza da Merano, Gaul era 24° in classifica generale a 16’50’’ da Pasqualino Fornara.
Vincerà il primo dei suoi due Giri d'Italia con 3'27'' di vantaggio su Fiorenzo Magni.
A Garniga Vecchia 5 km come il Manghen
Il Giro arriva sul Bondone, una montagna che di per sé non esiste.
Sono quattro, infatti, le cime che vanno a formare il relativo massiccio (Monte Palon, Monte Cornetto, Cima Verde e Doss d'Abramo) così come sono quattro i versanti che portano in vetta.
Il versante classico è quello affrontato da Gaul nel '56 (17,6 km al 7,8%) ed è parte del progetto Salite da Mito promosso da Trentino Marketing.
Qui oltre ai cartelli di inizio-fine salita (foto sotto) ed ai pannelli "Rispetta il ciclista" sono presenti indicazioni sul lato destro della carreggiata che indicano la distanza residua da percorrere e la pendenza media di ogni singolo chilometro.
Il secondo versante parte dalla Valle dei Laghi, zona che congiunge Trento a Riva del Garda. Ben 34,4 km al 4,8%.
Il terzo versante (16,3 km al 7,4%) parte, invece, da Cadine ed in località Candriai si congiunge alla salita Charly Gaul.
Il quarto ed ultimo versante, protagonista dell'arrivo in salita del Giro d'Italia 2023, prevede l'attacco ad Aldeno.
Un'ascesa affrontata per la prima volta dalla Corsa Rosa nel 1973 in occasione della 18° tappa, Verona-Andalo. Il tratto finale, allora, non era asfaltato. Fu "El Tarangu” José Manuel Fuente (foto sotto) a conquistare il GPM.
L'esordio è pedalabile, ma la strada diventa ben presto aggressiva con le pendenze che sforano il 10%.
Tra il primo ed il secondo tornante (foto sotto) un rettilineo di 800 m con pendenze tra l'8,7 ed il 9,5%.
Uno schiaffo se si è già in crisi.
A seguire dopo aver superato le gallerie San Giorgio e Molino verso Covelo ed il bivio che conduce al Lago di Cei, la strada concede addirittura qualche metro in leggera discesa prima di riprendere a salire in maniera costante con brevi tratti al 9%. Le pendenze si assestano tra il 4,5 e l'8%.
Lasciato alle spalle l'abitato di Cimone e la frazione Cimoneri un'ampia curva verso sinistra con pendenze all'8% introduce il veloce falsopiano di 1,6 km (foto sotto) che porta all'abitato di Garniga Terme.
Superato anche questo centro abitato inizia un secondo falsopiano (1,7 km) avvolto dal bosco di media montagna.
La strada scende e riprende a salire con pendenze modeste fino a Garniga Vecchia: qui la musica cambia.
5 km, tra sole ed ombra, con la strada che si inerpica sul costone della montagna.
È il tratto in salita meno frequentato del Monte Bondone. Il più selvaggio, il più impegnativo.
Dai 932 m d'altitudine di Garniga Vecchia fino a quota 1.420 m non c'è modo di respirare se non per 400 metri al km 15 in prossimità della galleria.
Chi ha la gamba può solo divertirsi. Qui se si arriva in riserva la crisi è inevitabile ed il prezzo da pagare potrebbe essere alto.
Le pendenze non scendono mai sotto il 7,6% ed arrivano a sfiorare il 16%: pendenza media 9,8%.
Un livello di difficoltà simile al tratto finale del versante Valsugana del Passo Manghen, seppur con un paesaggio del tutto differente.
La strada in alcuni punti presenta una carreggiata larga meno di 4 metri.
All'uscita dal bosco la strada si allarga, tornante a destra.
Le antenne poste in vetta al Monte Palon e le caserme austro-ungariche (foto sotto) annunciano che bisogna coprire ancora 2,3 km per raggiungere il pianoro delle Viote.
Le pendenze in questo tratto sono più umane al punto che gli uomini di classifica potrebbero tirar giù un dente.
Qui l'eventuale aiuto di un compagno di squadra sarà determinante: gli ultimi 600 metri ed il rettilineo delle Viote ben si prestano alla velocità.
A questo punti i "girini" svolteranno a destra.
Meno 1,2 km all'arrivo, in salita chiaramente.
I migliori guadagneranno di rapporto il traguardo posto in località Rocce Rosse a poco più di 1 km da Vason (webcam qui sotto) dove è presente il monumento che celebra l'impresa di Gaul.
Il Giro arriva sul Bondone: un nuovo record da battere?
Ben O'Connor, che al Giro 2020 conquistò la tappa che prevedeva la scalata del Bondone, coprì i 20,49 km del segmento Strava Aldeno Viotte in 1:22':55'': un tempo piuttosto modesto.
Di tutt'altro spessore il tempo messo a segno da Ruben Guerreiro che in quell'edizione transitò per primo sul Bondone vestendo poi la Maglia Azzurra a Milano: 1:02':53''.
La salita lo scorso 18 settembre ha ospitato la tappa finale dell'UCI Gran Fondo World Series con gli amatori chiamati ad affrontare a gambe fresche il Bondone da Aldeno subito dopo la partenza da Trento. Il miglior tempo di scalata è già a quattro cifre 57':35''.
Nonostante i cinque GPM di giornata (Santa Barbara, Bordala, Matassone, Serrada, Bondone) inseriti nella terza settimana con ogni probabilità il nuovo record di scalata si aggirerà attorno i 45'.
Un arrivo che non rende giustizia
Abbiamo passato il giorno di riposo del Giro d'Italia sul Bondone scambiando quattro chiacchiere con tifosi, esercenti e Lino Nicolussi (foto sotto).
92 anni, maestro di sci, Lino è il fondatore del Soccorso Alpino stazione del Bondone e dei "Bondoneri", libera associazione che si occupa della tutela del Bondone.
L'8 giugno del '56 c'era anche lui sul Bondone, ma non a vedere Gaul. A recuperare turisti sorpresi dalla tormenta.
L'arrivo di questa tappa del Giro d'Italia 2023 in origine era previsto sulla piana delle Viote (QUI i dettagli).
Un luogo suggestivo dal punto di vista paesaggistico, ma privo di infrastrutture in grado d'ospitare l'imponente carovana del Giro.
Inevitabile, quindi, la scelta di spostare il traguardo verso Vason dove è posizionato il valico a quota 1.650 m.
Una località dove oltre al monumento dedicato a Gaul sono presenti bar, ristoranti, hotel, un ampio parcheggio ed una piazza, oltre al Noleggio Sci Nicolussi dove sono conservati diversi cimeli... Una cornice abituata ai grandi eventi, vedi gara automobilistica di velocità Trento Bondone, gli arrivi della Granfondo Charly Gaul e del Giro del Trentino.
RCS però ha scelto di spostare l'arrivo un chilometro più in basso, in località Rocce Rosse, una zona sostanzialmente deserta che offre solo due ampi parcheggi a 1,2 km dalle Viote e ad 1,7 km da Vason.
Perché?
Il disappunto di Nicolussi, degli operatori di una montagna alla ricerca del definitivo rilancio e dei tifosi (spaesati) è emerso in maniera più che evidente...
Qui tutti i nostri contenuti riguardanti le grandi salite.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.