Il gravel non esiste. Ma sta evolvendo. Ne parliamo con Mattia De Marchi

Simone Lanciotti
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Il gravel non esiste. Ma sta evolvendo. Ne parliamo con Mattia De Marchi

Simone Lanciotti
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"Il gravel non esiste" è una provocazione, ma ha anche un fondamento di verità.
Ne abbiamo parlato con Mattia De Marchi, intervistato in questo video da Giovanni Bettini, che su una bici gravel è salito per ricostruire un sogno.

Il sogno infranto di diventare un professionista divenuto poi qualcos’altro che oggi si chiama Enough Cycling.
Enough Cycling vive di strade sterrate, di rotte meno conosciute, di desiderio di leggerezza dopo aver dato tutto sui pedali e di voglia di ispirare e coinvolgere altre persone a salire in sella.
Su una bici, non per forza su una gravel bike.
Purché sia una bici.

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Le due bici che utilizza De Marchi: la Basso Palta, in questo caso la medesima che ha usato al mondiale dello scorso anno

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...e la Lee Cougan Rampage Innova, una Mtb che, grazie ad un elastomero sul carro, riesce ad assorbire le sollecitazioni di piccola entità della ruota posteriore.

Perché, secondo Mattia De Marchi e il collettivo Enough Cycling, la “bici è abbastanza per essere felici".

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De Marchi in questo momento si trova in Marocco per l’Atlas Mountain Race, che da Marrakech si concluderà a Essaouira il 17 febbraio.
1.300 km per 21.000 e rotti metri di dislivello con 3 punti di controllo.

QUI il live track per seguire la gara in tempo reale.
Qui sotto il percorso.

Perché il gravel non esiste?

Perché se chiedete a 100 persone che cos’è il gravel otterrete 100 risposte diverse.
Ognuno ha la sua concezione e non si riesce facilmente a confinarlo in un concetto e in una parola.

E forse è proprio questo il bello: avere un terreno sconfinato nel quale muoversi, liberi di interpretarlo come meglio si crede, liberi di mescolare e combinare componenti di una Mtb su una bici da gravel e viceversa. Proprio come ha fatto De Marchi sulla sua Lee Cougan Rampage Innova. Un ibrido che non è una gravel, né una Mtb e di cui abbiamo parlato nel dettaglio nell'articolo qui sotto:

La bici di Mattia De Marchi per l'avventura in solitaria in Marocco

Quindi, il gravel non esiste come unica definizione, ma in realtà è molto vivo e per giunta in evoluzione.
Con una più o meno palese contrapposizione concettuale alle rigide regole del mondo del professionismo su strada.

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Mattia De Marchi e i tanti volti del gravel: il bike packing in Marocco...

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...e il Campionato del mondo gravel in Italia, lo scorso ottobre, per la prima volta con la maglia della nazionale

La bici è abbastanza per essere felici

Lo scopo di Enough Cycling è chiaro: ispirare le persone a salire in bici e a trovare il loro modo di essere.
Ovvero una dimensione nella quale riuscire ad essere felici.
La visione di Mattia De Marchi è molto interessante e per tale ragione abbiamo pensato di realizzare una video intervista tramite la quale entrare in contatto proprio con questa visione. Mettetevi comodi…

Qui sotto ił nostro articolo sulla Basso Palta di ultima generazione:

Basso Palta II: reattiva su asfalto, super divertente su sterrato

Per informazioni BassoBikes.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Dalla Mtb, alla bici da strada, passando per una e-Mtb e se capita anche una gravel bike. La bicicletta è splendida in tutte le sue forme e su BiciDaStrada.it, di cui sono il fondatore e il direttore, ci concentriamo sulla tecnica, sulle emozioni, sui modi per migliorarsi e soprattutto sul divertimento. Quello che fa bene al cuore, alle gambe e alla mente. Pedali agganciati!

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