A tu per tu con Pippo Pozzato: il Mondiale, i nuovi impegni e il gravel che verrà

Silvia Marcozzi
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A tu per tu con Pippo Pozzato: il Mondiale, i nuovi impegni e il gravel che verrà

Silvia Marcozzi
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Tra pochi giorni sapremo ufficialmente quale sarà la sede del secondo Mondiale Gravel UCI 2023 in programma per il 7 e 8 ottobre.
Ad organizzarlo sarà di nuovo la PP Sport Events di Pippo Pozzato (foto sotto), che dopo il ritiro dalle corse nel 2018 ha fondato la società per dedicarsi all’organizzazione di eventi sportivi.

Lo abbiamo incontrato a Cesena in occasione dell’Oscar Italiano del Cicloturismo 2023, dove Pozzato è intervenuto per raccontare la sua esperienza e il lavoro che sta svolgendo nel settore.

Pippo Pozzato

Foto: Oscar Italiano del Cicloturismo

- Filippo, ci puoi anticipare qualcosa su quello che sarà il Mondiale Gravel 2023?

La location sarà svelata a breve, stiamo aspettando un riscontro dall’UCI con cui abbiamo fatto un ultimo passaggio prima dell’ufficialità. Quello che possiamo dire al momento è che le previsioni sono ottime in termini di partecipazione. Ci aspettiamo di raddoppiare i numeri della prima edizione.

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L'arrivo del primo Mondiale Gravel a Cittadella (Pd) vinto dal belga Gianni Vermeersch. Foto: UCI Gravel World Championships 2022 – Veneto

- L’anno scorso il Mondiale è stato un evento molto apprezzato, ma ci sono state anche alcune perplessità sui regolamenti. Quest’anno cambierà qualcosa?

Da quello che so non ci saranno cambiamenti. Le regole sono decise dall'UCI. Da questo punto di vista noi ci adeguiamo, ma personalmente concordo con le scelte effettuate.

- Non credi che sarebbe più logico introdurre delle regole più stringenti per quanto riguarda l’uso delle bici?

No, è normale che in base al tracciato si possa scegliere con quale bici correre e quale assetto scegliere. Anche gare come la Parigi-Roubaix o le Strade Bianche richiedono un adattamento del mezzo, non c’è nulla di nuovo. Gli atleti restano comunque liberi di scegliere un modello da gravel se lo preferiscono. È il bello di questa disciplina: più libera con un approccio più personale.

Pippo Pozzato

Foto: UCI – Michal Cerveny

- Il gravel è caratterizzato da due anime diverse, una competitiva e una più legata al concetto di esplorazione e scoperta del territorio. Quale pensi che sarà il futuro del gravel? Uno dei due aspetti sarà prevalente sull’altro?

Non credo che ci sia conflitto tra le due correnti, il trend del gravel è in crescita in tutti i sensi. È vero che in generale fra le persone dopo il Covid prevale una visione della bici come piacere di pedalare e quasi filosofia di vita. Lo confermano anche i numeri in crescita esponenziale del cicloturismo che abbiamo visto qui a Cesena. Ma ci sarà sempre chi apprezza il lato agonistico, e in fondo sono due aspetti che si alimentano reciprocamente.

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- Pippo Pozzato da atleta a organizzatore: è stato un passaggio complicato?

In qualche modo la mia vita continua a girare sempre attorno alla bicicletta, quindi la sensazione che ho è di non essermi mai fermato. Ovviamente nel mio nuovo impegno c’è tanto da fare e tanto da imparare. Per ora ho vissuto il cambiamento come un percorso unico.

Pippo Pozzato

- I numeri finora vi hanno dato ragione, quindi la direzione sembra quella giusta...

Sì, diciamo che per essere una realtà così giovane siamo soddisfatti. La PP Sport Events è partita nel 2020, anno della pandemia, con un evento. Nel 2021 gli eventi stati quattro, nel 2022 abbiamo organizzato cinque iniziative e quest’anno ne abbiamo in cantiere sei. Organizziamo anche uscite ed esperienze in sella per piccoli gruppi in località particolari ed in concomitanza con alcune gare. Siamo senz’altro in crescita, ma rispetto alle idee che abbiamo il cammino è ancora lungo.

- Qual è un progetto che ti piacerebbe realizzare in futuro con la tua società?

Quello a cui aspiro è riuscire a passare dall’evento come singola gara ad un’idea di vero e proprio “festival” di più giorni dedicato al ciclismo. Le iniziative collaterali sono un’idea giusta ma per fare la differenza sul territorio bisogna arrivare ad una percezione unica della manifestazione nella sua interezza.

Pippo Pozzato

Foto: @pippopozzato

- E per farlo cosa serve?

Servono investimenti importanti, che al momento non sono ancora alla nostra portata. Purtroppo i soldi sembrano non bastare mai anche se cerchiamo di reinvestire tutto il possibile nella crescita di questi progetti. Oltre a questo serve un maggior coinvolgimento degli operatori e delle istituzioni del territorio.

- Il Veneto da questo punto di vista come si comporta?

In Veneto manca ancora una cultura del turismo che qui in Romagna è ben radicata. Da noi c’è una fortissima cultura del lavoro, ma gli eventi e lo sport sono percepiti ancora come qualcosa che può creare disagio non come una risorsa economica e sociale.

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Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd). Qui c'è l'arrivo della Serenissima Gravel.

- Da dove bisogna partire per realizzare questo cambiamento?

La promozione del territorio è la prima cosa di cui parlo quando mi rivolgo alle istituzioni per convincerle dell’importanza di ospitare un evento sportivo. Il prestigio di una gara interessa solo ai ciclisti, sono gli operatori che devono capire che la stessa gara premierà anche loro. Tutti i settori possono trarre vantaggio da certe iniziative purché li si sappia coinvolgere. Penso a quello che abbiamo fatto con il Museo di Bassano del Grappa o alle iniziative di educazione stradale rivolte ai bambini. Facendo dialogare soggetti diversi si può arrivare veramente a tutti.

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- Qual è il tuo rapporto con la bici ora? Ci vai sempre?

Se fosse per me ci andrei ancora tutti i giorni. Purtroppo per ora non riesco proprio a farlo, gli impegni sono tanti, sono spesso in movimento. Qualche giorno fa mi sono ritagliato tre ore per un’uscita e già mi è sembrato un lusso.

- E le corse? Le segui ancora?

Non come vorrei purtroppo. Mi manca il tempo per essere più presente.

Pippo Pozzato

Foto: Oscar Italiano del Cicloturismo

- Avrai però un’idea sul ciclismo in Italia oggi... C’è stata tanta polemica per questo Giro d’Italia, tu cosa ne pensi?

Penso che in Italia amiamo lamentarci. Il ciclismo italiano ha tanti bei nomi al momento. Abbiamo visto il potenziale incredibile di Jonathan Milan (foto sotto): con un po’ di esperienza in più ci regalerà tante emozioni. Caruso ha chiuso quarto in classifica generale in un Giro durissimo. Abbiamo portato a casa quattro vittorie di tappa. Le persone vorrebbero qualcuno capace di vincere i Grandi Giri. Capisco questo desiderio, ma al momento manca in Italia un corridore con questo profilo. Nonostante tutto il nostro rimane un ciclismo di altissimo livello.

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Foto: LaPresse

Per maggiori informazioni: ppsportevents.com/it

Foto in apertura: Oscar Italiano del Cicloturismo

Qui tutte le news ed i nostri approfondimenti riguardanti il Mondiale Gravel 2022.

Qui sotto l'intervista al Campione del Mondo Gravel Gianni Vermeersch.

A tu per tu con Gianni Vermeersh. Il futuro del gravel, i regolamenti e le spallate con VdP...

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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