Alaphilippe ancora campione del mondo.
Vincere è difficile.
Ripetersi, per di più a casa del favorito numero uno, lo è ancora di più.
Per questo Julian, così come tutta la nazionale francese, meritano solo applausi.
Che il francese della Deceuninck-Quick Step fosse un campione lo sapevamo già, ma questo successo lo proietta nella dimensione dei fuoriclasse assoluti.
Perché il fuoriclasse è quel corridore che quando prepara un appuntamento non sbaglia mai, o quasi.
Alaphilippe è uno di questi.
Nella seconda parte di stagione ha corso poco, ma ha fatto tutto in funzione del mondiale, presentandosi al top della forma.
E in gara, poi, non ha sbagliato niente, correndo con coraggio e freddezza.
Due doti che spesso non vanno a braccetto.
Per certi versi ricorda Freire, o il miglior Sagan, che quando vedevano all’orizzonte l’appuntamento iridato, diventano quasi imbattibili.
FRANCIA, CORSA PERFETTA
Alaphilippe ha coronato nel migliore dei modi la prova eccezionale di tutta la nazionale francese.
Sapeva che per fare la differenza avrebbe dovuto fare corsa dura, perché arrivando in volata con gente come Van Aert, Van der Poel o Colbrelli le chance di vittoria sarebbero state poche.
E così la Francia ha iniziato a menare le danze già a 180 chilometri dall’arrivo con Cosnefroy.
La gara si è infiammata molto prima del previsto e, come era immaginabile, il grande ritmo è rimasto sulle gambe a tanti.
Da manuale, poi, l’ultima mezz’ora di gara, con Alaphilippe che si è fatto lanciare dai compagni di squadra e ha sfiancato gli avversari con 4 stilettate spaventose nel giro di pochi chilometri.
Se ne è andato di forza, con Van Aert che ha provato a rispondere, ma quando ha tirato su un rapporto e ha abbassato la testa, si è capito che non aveva più gambe e ha lasciato libero Stuyven.
FLOP BELGIO. PIU’ EVENEPOEL CHE VAN AERT
Le facce dei belgi dopo l’arrivo dicono più di qualsiasi altra cosa: la delusione sarà difficile da mandare giù.
Una nazionale fortissima, che correva in casa, su un percorso ideale per le caratteristiche dei propri capitani, che non ottiene neanche una medaglia…
A onor del vero, i belgi hanno corso bene.
Semplicemente Van Aert non ha avuto le gambe per fare la differenza.
E’ un campione, non si discute, però le sconfitte negli appuntamenti importanti cominciano ad essere tante e brucianti.
Ne abbiamo già parlato altre volte, ma forse è arrivato il momento di concentrarsi in modo più specifico su certi obiettivi.
Vederlo vincere in volata, a crono, sul Ventoux e poi nel ciclocross è super spettacolare, ma probabilmente a tutto c’è un limite, anche per un fenomeno come lui.
Alaphilippe, a tal proposito, insegna…
Stuyven ha fatto quello che ha potuto, ma l’unico belga a uscire vincitore da questa giornata è stato Evenepoel.
Ha risposto alle critiche di Merckx mettendosi a disposizioni della squadra e sfoderando una prestazione stratosferica, forse spendendo anche un po’ troppo in alcuni momenti di gara dove avrebbe potuto risparmiare.
Vista la gamba che aveva (e i belgi sicuramente lo sapevano), ha avuto davvero senso sacrificarlo così presto?
La corsa ha già dato la sua risposta…
VAN DER POEL HA FATTO IL MASSIMO
Era la grande incognita della prova iridata.
In condizioni normali sarebbe stato il grande favorito insieme a Van Aert, ma fino a 10 giorni prima della gara la sua partecipazione era ancora in dubbio a causa dei problemi alla schiena.
Non si è preparato come avrebbe dovuto e alla fine ha corso nell’unico modo che aveva senso, cioè non “alla Van der Poel”: ha speso meno possibile, è rimasto sulle ruote, sperando che gli altri lo portassero all’arrivo per giocarsi le sue carte.
Alla fine non ci è andato lontano.
Onore alla volontà di prendere il via anche senza essere al 100%.
L'Olanda chiude comunque con l'argento di un tostissimo Van Baarle.
ITALIA: SE AVESSIMO AVUTO TRENTIN E BALLERINI…
Chiudiamo la prova professionisti con il decimo posto di Colbrelli.
Sicuramente un risultato sotto le aspettative della vigilia, ma probabilmente il massimo possibile per come si è messa la corsa.
La caduta nelle fasi iniziali di Trentin e Ballerini ha fatto tutta la differenza del mondo.
In negativo, ovviamente.
Per aspettarli siamo rimasti fuori dalla prima fuga importante di giornata, partita già a 180 chilometri dall’arrivo sotto la spinta di Cosnefroy ed Evenepoel.
Abbiamo dovuto spendere tanto per chiudere e subito dopo Trentin e Ballerini si sono fermati per le conseguenze della caduta.
Due uomini che nel finale potevano essere lì, da un lato per aiutare Nizzolo e Colbrelli, dall'altro per provare a giocarsi la corsa.
Nizzolo e Bagioli hanno fatto una prova maiuscola, forse anche sopra le attese, in appoggio a Colbrelli.
Colbrelli è stato lì fino alla fine, ma l’impressione è che non avesse l’esplosività di qualche settimana fa. Ha lottato fino alla fine in mezzo ai leoni, ma gli altri ne avevano un po’ di più.
Torniamo a casa dalla rassegna iridata con 3 ori. Non possiamo lamentarci...
QUI potete scaricare la classifica completa.
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.