Cosa succede e come comportarsi in caso di pioggia durante una granfondo? A fornirci lo spunto per parlarne è l’ottava edizione della Granfondo Squali Trek che si è tenuta domenica 14 maggio.
Una giornata segnata infatti dalla pioggia battente dall’inizio alla fine. Tolte alcune inevitabili defezioni, buona parte degli oltre tremila iscritti si è comunque presentata alla partenza sfidando il meteo.
Tra di loro anche il nostro Daniel Rocchi era in griglia all’Acquario di Cattolica insieme ad ospiti come Sofia Collinelli, Ilaria Sanguineti, Manuele Boaro e Justine Mattera.
Sentiamo allora il racconto della sua Granfondo Squali Trek.
Credo che il momento peggiore di una granfondo bagnata sia il giorno della vigilia.
Dopo avere controllato diversi siti di previsioni meteo sono praticamente certo che ci bagneremo.
Sulle chat degli amici ciclisti si annunciano i primi ritiri: chi non vuole buscarsi un malanno, chi pensa alla sicurezza, chi addirittura spera che la corsa venga annullata…
E poi, all’opposto, ci sono quelli che il meteo manco lo guardano: per loro basta sgonfiare un po’ le gomme e mettere un buon antipioggia.
In attesa della Granfondo Squali: tutti al riparo
Di certo il giorno prima è inevitabile andare a dormire con la speranza che durante la notte il vento cambi e le previsioni vengano smentite. E invece…
Domenica mattina la sveglia suona alle 5:00. Apro la finestra per controllare e … piove!
Non posso dire di essere sorpreso. Faccio colazione, monto il paraschizzi dietro la sella, carico la bici in macchina e passo a prendere un compagno di squadra. Direzione Cattolica.
Avvicinandoci all’area dell’Acquario di Cattolica, dove è stata allestita la Shark Arena che ospita la partenza della Granfondo Squali, sono costretto più volte a mettere i tergicristalli alla massima velocità.
Con il mio compagno ci scambiamo sguardi eloquenti, ma di certo vogliamo partire e per stemperare la tensione ci stanno qualche battuta e una bella risata. Al parcheggio cominciamo a prepararci: continua a piovere a dirotto!
La preparazione: occhio a gomme e abbigliamento
Non è la prima volta che mi ritrovo a correre sotto l’acqua e forte delle esperienze precedenti opto per un intimo da mezza stagione a maniche lunghe. Indosso anche scaldacollo e guantini. Visto l’intensità della pioggia non ha invece molto senso mettere i copriscarpe che si inzupperebbero immediatamente.
Abbasso leggermente la pressione degli pneumatici, accorgimento indispensabile per aumentare la tenuta con la strada bagnata.
Solo pochi minuti prima del via raggiungiamo la nostra griglia restando il più a lungo possibile al riparo.
Il gruppo alla partenza è numeroso, e per incoraggiarci a vicenda si ride e si scherza. Siamo tutti lì insieme a condividere la stessa passione anche sotto la pioggia battente e questo pensiero mi dà una gran carica.
La partenza: sicurezza prima di tutto
Finalmente inizia il conto alla rovescia prima dello start. Per un attimo chiudo gli occhi augurandomi che non ci siano problemi e che possiamo tutti divertirci.
Ci siamo: si parte!
La gara prende subito una piega molto chiara: il gas è spalancato per cercare di sfilare via e di incappare in meno intoppi possibile. L’acqua sulla strada è veramente tanta e presto ci costringe a metterci tutti in fila. I primi 40' di gara li percorriamo ai 38 di media con le due salite verso il bellissimo Castello di Gradara e poi su verso Santa Maria del Monte.
Qui i percorsi si dividono, il gruppo si spezza e il ritmo cala. Risaliamo chiacchierando verso Mercatino Conca.
Lungo il percorso: occhio alla temperatura
La temperatura è piuttosto bassa, vedo dal mio Garmin che si mantiene attorno ai 10°.
Basta la sensazione per ricordarmi che è importante cercare di mantenere la temperatura corporea alta e costante.
In una situazione del genere bisogna infatti evitare a tutti i costi che la temperatura del corpo scenda. Ecco perché spesso mi porto in testa al gruppo a tirare cercando di alzare i battiti cardiaci anche a costo di consumare qualche energia in più.
La pioggia non molla. Affrontiamo la salita di Monte Altavelio a tutta, mentre in discesa veniamo giù con cautela per la visibilità ridotta.
La bici: prestazioni e sicurezza
Fiumi d’acqua attraversano a tratti la strada e vogliamo evitare ogni rischio. Siamo qui per divertirci.
Per la Granfondo Squali, Trek mi ha messo a disposizione una Emonda SLR 7 disc Di2, probabilmente il modello più adatto della gamma Trek per questa corsa, 128 km per 2.000 metri di dislivello. E' montata con Shimano Ultegra Di2 e pesa circa 7,3 kg senza pedali.
Il percorso è caratterizzato da salite piuttosto brevi e con molti rilanci, e la reattività della Emonda è stata sicuramente un vantaggio in questo senso.
Senza contare il feeling di guida, che è stato ottimo sin da subito. È una bici estremamente stabile in discesa e ad ogni velocità. Ho potuto affrontare in sicurezza e tranquillità l'asfalto bagnato. In salita, poi, mi ha permesso di spingere al massimo: la Emonda SLR su questo terreno non teme confronti.
Nuova Trek Emonda: super leggera, e ora integrata e più aerodinamica
L’organizzazione: fondamentale quando il meteo picchia duro
Nonostante la pioggia sia davvero tanta la gara procede al meglio.
Gli steward volontari sulla strada sono tantissimi e non ci fanno mai sentire soli. Le condizioni difficili non hanno messo in crisi l’organizzazione, che anzi sembra dare il meglio di sé per garantire la massima sicurezza possibile.
Complimenti più che meritati!
Quando raggiungiamo il borgo storico di Mondaino e attraversiamo la Tavullia di Valentino Rossi incappiamo addirittura in qualche tratto di nebbia.
L’ultima parte del percorso corre sulla via Panoramica dentro il Parco del San Bartolo, sul promontorio di Gabicce.
L’arrivo al mare: profumo di Romagna
Iniziamo a salire e presto davanti a noi si apre la vista del mare: tutto il resto svanisce! Penso che dev’essere proprio questo arrivo a picco sull'Adriatico a rendere questa una delle gare più affascinanti per me. E a giudicare dalle migliaia di iscritti che vengono ogni anno, non solo per me...
Nemmeno la pioggia è riuscita a fermarla e siamo in tanti, zuppi ma felici, a tagliare il traguardo di Gabicce Monte.
L’accoglienza all’arrivo è come sempre il fiore all’occhiello di questo evento.
Nella migliore tradizione romagnola ad attenderci è la “rustida” di pesce con il suo profumo di piada e sardoncini che fa dimenticare fatica, freddo e acqua.
Quella che sarebbe stata una pessima domenica di pioggia si è trasformata in una giornata di divertimento e sorrisi grazie alla fatica in sella.
È sempre lei, la nostra amata bici, che riesce a fare la magia.
Le foto di Daniel sono di Endu, dove è possibile consultare le classifiche complete della Granfondo Squali.
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Redazione BiciDaStrada.it
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