La storia della Giant TCR: da Jalabert alla 10° generazione

Giovanni Bettini
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La storia della Giant TCR: da Jalabert alla 10° generazione

Giovanni Bettini
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28 anni. E non li dimostra... La storia della Giant TCR (Total Compact Road) va ben oltre il racconto dello sviluppo prodotto. Sul finire degli anni '90, irrompe in gruppo una bicicletta dotata di geometrie e soluzioni tecniche inedite. Il confine è tracciato. C'è un prima e un dopo. Viene stravolto il modo d'intendere la bici da strada.

storia Giant TCR

Foto. Cor Vos

La nuova TCR presentata oggi è la decima generazione prodotto.
Tutto inizia grazie all'idea di un ingegnere e alle vittorie del Team Once... Ripercorriamo insieme le tappe cruciali di questa storia grazie al corposo archivio fotografico messoci a disposizione da Giant.

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Il Team Once alla Freccia Vallone 2000. Foto: Cor Vos

1997: nulla più come prima 

La piattaforma Giant TCR viene concepita dall'ingegnere britannico Mike Burrows (foto sotto), scomparso nel 2022 all'età di 79 anni.

storia Giant TCR

All'inizio degli anni '80, Burrows inizia a modellare la fibra di carbonio aeronautica fino a costruire l'iconica Lotus 108 (foto sotto), la bicicletta che guidò Chris Boardman alla conquista della medaglia d'oro nell'inseguimento individuale in occasione dei Giochi Olimpici di Barcellona 1992.

La prestazione travolgente di Boardman (in finale il britannico raggiunge il tedesco Jens Lehmann), finisce per elevare anche il profilo di Mike Burrows che inizia di lì a poco a collaborare con Giant.

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Foto: David Cannon/Getty Images

La TCR nasce da un vecchio telaio Mtb che Burrows chiede a Giant per dar forma alla sua idea: costruire una bici da strada in lega d'alluminio contraddistinta da uno sloping marcato, un fuorisella accentuato e un carro posteriore da 400 mm.
Su quel telaio Burrows installa forcella e ruote da strada...

Il principio cardine che guida il nuovo progetto del tecnico inglese è rivoluzionario: definire tre taglie telaio (S, M, L) in grado di adattarsi al ciclista grazie a diverse lunghezze dell'attacco manubrio (105mm, 120mm, 135mm) e del reggisella.

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Le geometrie della Giant TCR 2 (1997).

Il concetto plasmato dall'ingegnere britannico gioca a favore di peso e aerodinamica.
Il triangolo principale più compatto permette di risparmiare peso "tagliando" il tubo piantone creando al tempo stesso una struttura più reattiva.
E non solo: l'esposizione maggiore del reggisella al flusso d'aria viene compensata attraverso forme ottimizzate a livello aerodinamico in rapporto 4:1.

È la genesi della storia Giant TCR.

storia Giant TCR

La TCR 2 inserita nel catalogo Giant 1997.

È legale?

La Giant TCR debutta in gara un anno dopo, nel 1998. È la bici ufficiale del Team Once-Deutsche Bank.
Le vittorie di Laurent Jalabert accendono il dibattito attorno le forme del telaio che nonostante le sezioni abbondati delle tubazioni Pro Lite Cu-92 pesa 1.050 gr in taglia M.

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Laurent Jalabert al Tour de France 2008. Foto: Cor Vos

Squadre e avversari protestano, ma per l'UCI la bici è legale.

Giant mette in vendita la versione Team Replica.
Al Giro d'Italia del 1999 Jalabert utilizza una TCR con reggisella tradizionale e ruote da 26'' che viene impiegata in occasione degli arrivi in salita

TCR LaunchEvent Heritage Gen1

2000-2003: innovazione e fibra di carbonio

Nel 2000 la TCR Once Team viene proposta a catalogo per la prima volta con la serie sterzo A-Head (senza filetto).

Due anni più tardi il sogno coltivato fin dalle origini da Mike Burrows diventa realtà.
Giant mette a regime la produzione telai in fibra di carbonio. La seconda generazione debutta al Tour de France 2002.
Lo spagnolo Joseba Beloki a Parigi arriva 2°.

Nel 2003 la bici utilizzata dal corridore iberico è a disposizione di tutti gli appassionati.

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2004-2007: 3° e 4° generazione

La terza generazione è legata al Team T-Mobile. Una corazzata capitanata da Jan Ullrich, Andreas Klöden, Erik Zabel, Santiago Botero, Alexandre Vinokourov e dal nostro Paolo Savoldelli.

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Foto: Cor Vos

Al Tour de France 2004 Ullrich arriva 4°, Klöden 2° ed è proprio la bici utilizzata da quest'ultimo (foto sotto) a colpire gli appassionati per via del reggisella integrato tutt'uno con il telaio.

È il prototipo della quarta generazione che per la prima volta propone lo standard (Integrated Seat Post, ISP).
La TCR Advanced Team ISP è la bici ammiraglia della gamma 2006 e affianca a catalogo la TCR Composite con reggisella tradizionale.

storia Giant TCR

Andreas Klöden al Tour 2004: Foto: AFP

Nel 2007 Giant introduce la TCR Advanced: i concetti della Composite vengono rielaborati in ottica aero. A cambiare è il nodo di sella e la forma del piantone che assume una sezione alare.

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2008-2011: Cavendish "tira la volata"

Al Tour 2008 irrompe sulla scena un certo Mark Cavendish (foto sotto). Veste la maglia del Team Columbia e vince quattro tappe in sella alla Giant TCR Advanced SL.

storia Giant TCR

Foto: Cor Vos

Basta e avanza per mostrare al mondo la 5° generazione che impiega sezioni squadrate, movimento centrale Press-Fit, serie sterzo conica 1 1/8"-1 1/4" ed un reggisella ISP che ripropone in chiave moderna il design delle prime TCR.

Nel 2009 il russo Denis Menchov (Rabobank ProTeam, foto sotto) vince il Giro d'Italia.

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Foto: Cor Vos

2012: la 6° generazione

C'è sempre il Team Rabobank nel nuovo capitolo della storia Giant TCR.

Il telaio TCR Advanced SL (utilizzata fin dalle prime gare della stagione) è costruito in fibra di carbonio Toray e mantiene il reggisella integrato.

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Viene incrementata la sezione della serie sterzo (1 1/2"-1 1/4"): una soluzione che agevola il passaggio interno dei cavi che rimangono a vista solo sul piano frontale eccezion fatta per la trasmissione del freno posteriore solo parzialmente esposta.
Il movimento centrale adotta lo standard BB86 Press-Fit.

Il foderi bassi del carro posteriore sono lavorati per accogliere il sensore di velocità e cadenza RideSense.

La bici pesa 148 gr in meno rispetto alla precedente versione.

2015: la 7° generazione prima del Tour

La nuova piattaforma TCR viene presentata agli addetti ai lavori (media inclusi) un mese prima della Grande Boucle.
In Francia il tedesco Simon Geschke (Team Giant-Alpecin, foto sotto) vince la 17° tappa con arrivo a Pra Loup dopo 161 km e 4.203 metri di dislivello.

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Foto: Cor Vos

A Taiwan si sfregano le mani perché la nuova bici (foto sotto) è votata alla salita grazie ad una bella "cura dimagrante".

Le sezioni del telaio sono più contenute. Il risultato è un telaio TCR Advanced SL che verniciato in taglia M pesa 856 gr, 181 gr in meno rispetto alla 6° generazione.
La forcella Advanced SL-Grade (302 gr) di grammi rispetto al passato ne toglie 30.

Test indipendenti eseguiti in laboratorio certificano che la nuova TCR è più rigida del 7% rispetto alle bici della concorrenza.

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2017: arriva il freno a disco

Giant implementa lo standard idraulico.
Arrivano quattro modelli disc: TCR Advanced SL Disc (con ISP), TCR Advanced Pro Disc, TCR Advanced 1 Disc e TCR Advanced 2 Disc.

first Giant TCR Disc

I pro' non sono ancora del tutto convinti del nuovo sistema frenante così Tom Dumoulin (Team Sunweb) vince il Giro d'Italia in sella alla TCR Advanced SL 0 (foto sotto), ovvero, la "vecchia" generazione prodotto.

Fa lo stesso Warren Barguil che al Tour vince due tappe e la Maglia a Pois.

storia Giant TCR

La storia recente

Il 5 maggio 2020 si alza il velo sulla 9° generazione (QUI la nostra news).

La bici è dedicata al freno a disco. Sull'alto di gamma i grammi in meno rispetto alla precedente generazione sono in tutto 140 (vedi comparativa sotto).

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Nell'articolo di seguito vi invitiamo a scoprire tutti i dettagli della 10° generazione, inclusi prezzi e allestimenti.
La storia Giant TCR continua...

Nuova Giant TCR: integrata, ma comunque più leggera (690 gr)

Per maggiori informazioni: giant-bicycles.com/it

QUI tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Giant.

Ed a proposito di storia... Rilanciamo qui sotto un nostro articolo scritto per celebrare i 50 anni d'attività dell'azienda taiwanese.

I 50 anni di Giant e quelle bici che hanno fatto la storia...

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Sull'autore
Giovanni Bettini

"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.

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