Van der Poel ha rinunciato ufficialmente ai mondiali di Mtb in Val di Sole a causa del mal di schiena.
Lo ha fatto sapere con un comunicato il suo Team Alpecin-Fenix.

mal di schiena di Van der Poel

Secondo un’intervista rilasciata dal papà Adrie, ci potrebbe anche essere il rischio che il campione olandese debba chiudere qui la stagione, prendendosi una pausa prima dell’inizio dell’attività crossistica.

O meglio, in base a quanto dichiarato da Adrie al quotidiano belga Het Nieuwsblad, il figlio dovrebbe seriamente considerare di non correre più quest’anno, se non riuscisse a risolvere completamente i problemi alla schiena nel giro di una settimana.

mal di schiena di Van der Poel




“Mathieu può fare allenamenti di resistenza – ha dichiarato – ma quando fa lavori specifici sente dolore. La situazione va avanti così da molto tempo.
Preparare un mondiale o una Roubaix in queste condizioni significherebbe correre a metà del suo potenziale e questo non avrebbe senso.
E’ abbastanza intelligente da capire se può correre o no, ma se non riuscirà ad allenarsi senza dolore a partire da questa settimana dovrebbe considerare di concentrarsi sulla stagione invernale di ciclocross”.

La questione, dunque, si fa complessa.
Da un lato il fisico che dice di prendersi una pausa, dall’altro organizzatori e sponsor che chiedono che il fuoriclasse, in quanto catalizzatore dell’attenzione, ci sia sempre e comunque.

A quanto pare, il mal di schiena di Van der Poel non è legato alla caduta alle Olimpiadi di Tokyo, ma si trascina da molto più tempo.
E questo merita una riflessione.
E’ casuale oppure è il frutto di stagioni esageratamente intense, in cui è passato da ciclocross, mtb e strada, senza soluzione di continuità, sempre correndo ai massimi livelli?

Il mal di schiena è un problema che negli ultimi anni sta assillando (in modo preoccupante) molti campioni, sicuramente più che in passato.
E’ causato da posizioni in bici sempre più avanzate ed estreme?
Da allenamenti che si concentrano molto sulla forza e sulla potenza, e sono dunque più traumatici?
Nelle prossime settimane proveremo ad affrontare anche questo argomento.

Di certo, tornando a Van der Poel, gareggiare in tre discipline richiede allenamenti specifici molto diversi e anche una capacità di adattamento a tre bici (e tre assetti in sella) differenti.
Mathieu è un fenomeno della natura, ma è pur sempre umano.

Da molto tempo, tra gli addetti ai lavori, ci si chiede quanto possano durare a questi ritmi atleti come Van der Poel o Van Aert. E’ vero, il ferro va battuto finché è caldo, ma l’impressione è che prima o poi dovranno rallentare, per non compromettere la carriera.

Lo stesso Van Aert, che fino ad oggi non ha evidenziato particolari problemi fisici, con qualche impegno in meno forse avrebbe trasformato alcuni secondi posti in pesanti vittorie (pensiamo al mondiale 2020 a Imola o alle Olimpiadi di Tokyo).

Il ciclismo moderno, sempre più frenetico, sempre più estremizzato, sta mettendo a dura prova la resistenza psicologica degli atleti. Ma, a giudicare dai tanti problemi non dovuti a cadute, anche quella fisica.
I campioni ci devono essere sempre e comunque.
E, rispetto al passato, non possono permettersi di partecipare ad una corsa per “fare la gamba”, ma devono essere protagonisti.
Ma a quale prezzo?

Il mal di schiena di Van der Poel è un campanello d’allarme.
Forse anche per un campione come lui è arrivato un momento di svolta della carriera, che gli richiederà di specializzarsi un po’ di più e prendersi dei periodi di stacco più consistenti. Staremo a vedere.

Intanto gli auguriamo di riprendersi velocemente, perché il ciclismo ha bisogno di un campione come lui per ancora tanti anni…

Qui sotto trovate gli straordinari dati di potenza fatti registrare da Van der Poel alla Strade Bianche 2021:

I watt di Van der Poel alla Strade Bianche? Leggete qui…

Foto: facebook.com/alpecinfenix