Manubri stretti e leve ruotate: quanti watt fanno risparmiare?

Nicola Checcarelli
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Manubri stretti e leve ruotate: quanti watt fanno risparmiare?

Nicola Checcarelli
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Ormai sono sempre più i corridori che in gruppo utilizzano manubri stretti e leve ruotate verso l'interno. Anzi, manubri strettissimi, se proprio vogliamo essere precisi.

Il motivo è solo uno: la riduzione del coefficiente di resistenza aerodinamica (CdA, Aerodynamic Drag Coefficient) e quindi un aumento della velocità a parità di potenza espressa.

Ma i vantaggi sono davvero così sensibili? Quanti watt si guadagnano?
Per dare una risposta a queste domande abbiamo raccolto e messo insieme una serie di dati elaborati da alcuni test in galleria del vento eseguiti da Aerocoach e SwissSide. Trovate tutto qui sotto, ma il risultato ve lo possiamo già anticipare: sì, il guadagno è davvero importante, soprattutto alle velocità tenute dai Pro’.

Evenepoel è stato uno dei primi a utilizzare queste accortezze

Prima di tutto partiamo dalla posizione

Prima di parlare della larghezza dei manubri è doveroso partire dalla posizione delle mani sulla piega.

Dopo il Fiandre, infatti, tanti appassionati ci hanno chiesto perché tutti i corridori più forti tenessero le mani sui comandi e non sulla parte bassa del manubrio.
La “vecchia scuola” del ciclismo, infatti, insegnava che quando si va forte bisogna tenere le mani basse per essere più veloci e aerodinamici.

Ebbene, i test in galleria del vento hanno smentito questa teoria.
Tenere le mani sui comandi è più redditizio, specie con i manubri stretti, specie con le leve girate verso l’interno. A patto che, ovviamente, si tengano le braccia ben piegate e i gomiti stretti.

Manubri stretti e leve ruotate

Nel finale del Fiandre tutti i corridori più forti usavano l'impugnatura con mani alte. Qui sopra Pedersen, che adotta un manubrio molto stretto nella parte alta, sviluppato proprio per migliorare l'aerodinamica della nuova Madone SLR

Nel grafico qui sotto vi mostriamo i dati di un test eseguito da Aerocoach per valutare l’efficienza delle varie posizioni, a parità di manubrio (QUI trovate i dati completi). Beh, i numeri sono molto significativi.
E’ chiaro, ovviamente, che si tratta di dati generici e che possono variare da atleta ad atleta, anche in base alla conformazione fisica.

La colonna più a sinistra si riferisce alle mani in presa sui comandi, ma con braccia tese e rilassate. Scorrendo verso destra trovate le prestazioni riferite alla presa bassa, alla presa sui comandi con braccia piegate, alla posizione con avambracci sul manubrio (oggi vietata), alle braccia poggiate sul manubrio con mani davanti ai comandi (quella costata la squalifica a Ganna in Argentina, per intenderci) e alla presa sui comandi con braccia piegate e leve intraruotate.

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Tra la posizione più rilassata e quella con mani sui comandi, braccia tese e leve ruotate verso l’interno ci sono ben 37 watt a 45 km/h (la velocità tenuta da Pogačar negli ultimi 13 km del Fiandre).
Tra quest’ultima e la classica impugnatura con le mani basse sul manubrio il delta è comunque di 23 watt.
Una differenza enorme per un Pro’, ma tutto sommato un vantaggio interessante (e senza costi) anche per noi appassionati.

Come vedete dal box in alto a destra, infatti, anche alla velocità di 30 km/h c’è un buon risparmio di watt tra la posizione più comoda e quella più aerodinamica.
Secondo SwissSide, a 35 km/h si possono risparmiare 3 minuti su 100 km tenendo le mani sui comandi con braccia flesse rispetto alle mani sulla parte bassa della piega.
E' ovvio che più sale la velocità, più sarà significativo il vantaggio aerodinamico.

Manubri stretti e leve ruotate

Anche Pippo Ganna usa un manubrio molto stretto rispetto alla larghezza delle sue spalle, anche se non estremo... Foto facebook.com/INEOSGrenadiers

Watt e larghezza del manubrio

Passiamo al rapporto tra watt risparmiati e larghezza del manubrio. Anche qui i dati ci aiutano a capire perché molti Pro’ usano manubri sempre più stretti (tanto che l’UCI ha vietato pieghe inferiori ai 35 cm nella parte bassa).

Qui sotto trovate i dati di un test realizzato sempre da aerocoach per mostrare l’efficienza del suo manubrio aero Ornix, che nella parte alta misura 32,5 cm e in quella bassa 37,5 cm.

La differenza con una piega tradizionale è enorme.
La piega Enve a cui si fa riferimento nella seconda colonna, per capirci, è quella utilizzata da Pogačar in questa prima parte di 2023, anche se quella dello sloveno è più larga di 35 cm.

Il guadagno è legato in piccola parte alla forma aero dei manubri e in gran parte all’incidenza che la larghezza del manubrio ha sulla posizione di mani, braccia e spalle del ciclista.
A prescindere dai singoli prodotti, in media, a 45 km/h orari, si risparmiano circa 2 watt ogni centimetro in meno di larghezza. Non poco…

lotto

https://www.bicidastrada.it/wp-content/uploads/2024/07/ses-aero-handlebar.jpg

Campenaerts (in alto) e Wellens (qui sopra) sono due tra i corridori che più estremizzano l'impostazione con leve ruotate e manubrio stretto. Foto facebook.com/LottoDstnyCyclingTeam e Gregory Van Gansen/PN/SprintCyclingAgency©2023

Ma la guidabilità e la sicurezza?

Il manubrio più stretto non incide negativamente sulla guidabilità del mezzo? Assolutamente sì, ma qui parliamo di atleti professionisti con capacità fuori dalla norma.

Inoltre, per sopperire a questo problema, molte aziende hanno progettato manubri aerodinamici “particolari”, con flare molto accentuati, cioè con la parte bassa della piega che rimane molto più larga rispetto al punto di montaggio dei comandi.
Nel caso della Enve SES Aero Handlebar usata da Pogačar, la differenza è addirittura di 5 cm (foto sotto).

ses aero handlebar

Questa forma consente di mantenere un buon controllo della bici quando si impugna il manubrio in presa bassa (ad esempio in discesa e allo sprint), ma di essere molto aerodinamici in presa alta.

Un breve cenno sulla sicurezza va fatto anche sulle leve intraruotate.
Piegare leggermente le leve verso l’interno non comporta alcun problema in fatto di frenata e guidabilità. In alcuni casi può anche migliorare il comfort, poiché questo assetto in salita permette di assecondare la "naturale" posizione delle braccia (anche se dipende da atleta ad atleta).
Il rischio è rappresentato dalle esagerazioni. In gruppo ci sono corridori che estremizzano questa impostazione e poi fanno fatica ad azionare i freni. Un problema già sollevato da diversi corridori e che, forse, potrebbe essere una delle (molteplici) cause delle tante cadute viste negli ultimi mesi...

Leve ruotate verso l’interno? Non è solo una questione aerodinamica

Ha senso per un amatore?

Ha senso valutare modifiche simili per un cicloamatore?
Dipende.

Se pedalate per puro piacere, senza alcun interesse per la prestazione, ci sentiamo di dire no.
Se invece siete agonisti, o comunque vi piace ricercare il miglioramento, sono aspetti da valutare. Anche perché l’ottimizzazione della posizione è a costo zero (o quasi), se non in termini di comfort sul lungo periodo.

Attenzione, invece, ad esasperare la posizione delle leve e la misura del manubrio, perché il rischio è di compromettere comfort e sicurezza in bici.
Guidare con manubri strettissimi non è per tutti e quello che vediamo fare ai Pro’ non sempre va bene per noi appassionati…

Foto d'apertura facebook.com/envecompositescycling

Qui sotto trovate un altro paio di approfondimenti legati all'aerodinamica:

Aerodinamica e abbigliamento da bici: i vantaggi sono molto più che marginali

A che punto arriverà l’aerodinamica sulle bici? Guardate questo manubrio

 

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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