«Il Mondiale Esport nel mio garage». A tu per tu con l'azzurro Luca Zanasca

Giovanni Bettini
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«Il Mondiale Esport nel mio garage». A tu per tu con l'azzurro Luca Zanasca

Giovanni Bettini
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Sabato 18 febbraio è in programma la terza edizione del Mondiale Esport e la nostra Nazionale schiererà sei atleti (QUI tutti i nomi).
La Maglia Azzurra i nostri l'hanno conquistata grazie alle prove della Zwift Italian Challenge ed alle selezioni continentali come nel caso di Luca Zanasca (Team Comobike ASD).

 

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L'ex professionista varesino, 39 anni, subito dopo aver appeso la bici al chiodo al termine della stagione 2012 ha mosso i primi passi della sua carriera lavorativa in Assos dove oggi ricopre il ruolo di Senior Manager of Development.
In sostanza Luca prova, mette a punto, valuta modifiche, nuovi tessuti e soluzioni per migliorare l'esperienza del ciclista.

«Sono fortunato - ammette - perché i test sul campo sono una parte essenziale del mio lavoro».

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Foto: gentile concessione Luca Zanasca

La parabola di Zanasca è curiosa.
Inizia a correre su strada da giovanissimo e scala tutte le categorie diventando un Under 23 d'interesse nazionale. Poi il salto tra i pro' con il team Centri Della Calzatura-Partizan, squadra Continental affiliata in Serbia dove rimane per tre stagioni prima di passare al Team Wit. Qualche vittoria e piazzamento in gare internazionali e la decisione di smettere.

Nel 2014 partecipa alla Cape Epic (foto sotto) in coppia con l'ex pro' Daniele Nardello. Le gare in Mtb come atleta Elite e diverse Ötztaler portate a termine sotto le otto ore (foto sotto).
«La Maglia Azzurra è sempre stata un sogno che ho inseguito più volte da Under 23. Mi scappa un sorriso a pensare che oggi indosso questi colori per un Mondiale».

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In Sudafrica nel 2014 per la Cape Epic. Foto: gentile concessione Luca Zanasca

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Foto: gentile concessione Luca Zanasca

Tutto nasce nell'inverno del 2019.
Luca cerca un modo per far passare il tempo sui rulli così atterra su Zwift. Le prime gare grazie al team Zwift Italy poi il Grand Prix assieme a Luca Vergallito (vincitore della Zwift Academy oggi alla Alpecin Deceuninck), circuito internazionale di gare dedicate ai team esport Elite.

- Come ti stai preparando per il Mondiale Esport?
- In questo periodo oltre alle uscite a metà giornata su strada o Mtb cerco di curare i lavori più esplosivi e ad alta intensità in Z4 o Z5. Progressioni, scatti, ripetute, etc. Sabato 18 sarò a casa, nel mio garage, per non perdere le abitudini e la routine.

- Un programma d'allenamento e avvicinamento stabilito con la Nazionale?
- No, al momento tutto è gestito in autonomia.

- Che rullo interattivo utilizzi?
- I modelli ammessi in questo genere di competizioni per via delle tolleranze sono sette. Io uso l'Elite Justo (QUI il nostro test).

Mondiale Esport

Foto: gentile concessione Luca Zanasca

- Sei l'unico italiano ad esserti qualificato attraverso le selezioni continentali. Com'è andata?
- Un'esperienza bella tosta. Il format era simile a quello del prossimo Mondiale Esport: tre prove, meno di 15 minuti di recupero tra una gara e l'altra con l'aggravante che si partiva a tutta e si arriva ancora più a tutta. In occasione dell'ultima prova a circuito sono riuscito ad andare in fuga e così ho conquistato il biglietto per il Campionato del Mondo.

Qualificazione esport

Mondiale Esport

Qui sotto il video di tutte le prove di qualificazione.



- C'è il doping nel ciclismo esport?
- Sì. È possibile taroccare gli smart trainer ad esempio. Per questo viene richiesto il cosiddetto "dual record". I dati registrati dal rullo vengono sovrapposti a quelli registrati dal misuratore di potenza. Attraverso questo doppio controllo possono emergere delle anomalie. Uno dei profili che aveva raggiunto la qualificazione è stato fatto fuori per via di una discrepanza evidente tra le due curve.

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Foto: zwiftinsider.com

- E oltre al doping tecnologico?
- A partire da lunedì 13 e fino alla fine del mese dovrò comportarmi a tutti gli effetti come un ciclista professionista. ADAMS, reperibilità, finestra oraria di 60 minuti, etc.

- C'è un vero e proprio mondo dentro i "mondi Zwift". Sei riuscito anche ad rendere reali le relazioni virtuali?
- Sì con gli altri italiani ogni tanto pedaliamo assieme, usciamo a bere qualcosa, ci scambiamo pareri ed opinioni. La comunità non è sempre e solo virtuale: ho maturato amicizie e contatti un po' in tutto il mondo.

- Sei al vertice del ciclismo esport. Qual è la tua opinione su questa disciplina?
- Parliamo di una curiosa opportunità. Io ho già dato come si dice in gergo anche se mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di più tra i pro'. Vivo questi eventi in maniera serena senza particolare ansia. Il divertimento prima di tutto.

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Foto: gentile concessione Luca Zanasca

Per maggiori informazioni: uci.org

Foto in apertura: gentile concessione Luca Zanasca

La Tacx Neo Bike Smart, assieme agli smart trainer Neo 2 e Neo 2T, è un dispositivo "omologato" per competizioni esport. Qui sotto il nostro test.

TEST - Tacx Neo Bike Smart: benvenuti nell'iper realismo di pedalata

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Sull'autore
Giovanni Bettini

"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.

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