Nei segreti di Ganna con il suo osteopata in nazionale Morini

Nicola Checcarelli
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Nei segreti di Ganna con il suo osteopata in nazionale Morini

Nicola Checcarelli
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Filippo Ganna è stato uno dei personaggi sportivi dell’anno: oro olimpico e mondiale con il quartetto, oro mondiale nella crono su strada, bronzo mondiale nell’inseguimento individuale, due vittorie di tappa e tre giorni in maglia rosa al Giro.
Una stagione straordinaria e la sensazione che a 25 anni nemmeno lui sappia quali possano essere i suoi limiti.

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Foto facebook.com/INEOSGrenadiers

Per cercare di scoprire più a fondo chi è Filippo Ganna e fin dove potrà arrivare, abbiamo parlato con Fred Morini, suo osteopata di fiducia quando Pippo è in maglia azzurra.
Morini fa parte dello staff dei terapisti della nazionale da ormai quasi quattro anni e quando gli chiediamo di svelarci i segreti di Ganna, inizia, un po’ a sorpresa, non dalle doti fisiche, ma da quelle mentali.

“Filippo è un campione, che ormai sta acquisendo la dimensione del fuoriclasse anche a livello mentale, nonostante la giovane età - esordisce Morini - E’ forte ed è consapevole di esserlo, anche se sa che deve ancora dimostrare molto, soprattutto nel mondo della strada”.

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Morini insieme a Ganna, con la maglia iridata




- In effetti dall’esterno dà sempre l’impressione di essere molto sereno. Di gestire bene le pressioni…
- E’ un ragazzo giovane, un “burlone”, ma allo stesso tempo è molto maturo. Non è mai fuori luogo quando parla, mai banale.
La tensione la sente, perché quando si presenta al via ci sono sempre tante aspettative, ma riesce a trasformarla in qualcosa di positivo.

Per il momento riesce a gestire bene anche tutte le attenzioni che ci sono su di lui, anche grazie ad un buon entourage che lo tutela e lo supporta, a partire dalla famiglia, passando dal team Ineos, dal suo manager Lombardi e ovviamente dal CT Marco Villa. Per non parlare di tutto il resto dello staff della nazionale, che è come una seconda famiglia.
In questo momento ha un insieme di circostanze che gli sono favorevoli e riesce a gestire bene tutto quello che accade intorno a lui.

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- Veniamo all’aspetto fisico. Cos’ha di speciale?
- E’ un fenomeno della natura, ha un fisico superdotato.
Oggi più di quello che “vedi” a livello muscolare, un atleta si valuta sui dati e lui ha numeri mostruosi. E a mio avviso ha ancora grande margine di miglioramento.
Sta vivendo una maturazione fisica importante, è dotato di un talento cristallino ed è anche capace di sfruttarlo, perché come abbiamo già detto per essere campioni non bastano solo le doti fisiche.
Ha una potenza incredibile, ma quello che sorprende è la sua capacità di recupero.
Dopo la crono Olimpica su strada, quando è venuto su pista, avevamo qualche timore perché aveva sostenuto uno sforzo fuori dal comune, ma a parte un po’ di stanchezza stava benissimo.

Oltre alle capacità fisiologiche, è anche importante sottolineare che durante gli eventi è molto meticoloso: è attento alla qualità del riposo, si fa trattare più volte da noi terapisti, vuole gestire tempi e luoghi delle interviste. Tutto questo ha un’impatto notevole sul recupero.

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Foto facebook.com/INEOSGrenadiers

- A proposito di capacità di recupero, secondo te avrebbe senso fargli fare classifica in un Grande Giro?
- Non sono io la persona più adatta a rispondere a questa domanda, perché ci sono tante variabili da prendere in considerazione. Quello che è certo è che può fare cose straordinarie nelle grandi Classiche di un giorno per i prossimi 7-8 anni.
Senza dimenticare qualche mondiale e la prova in linea oltre che a cronometro di Parigi 2024, se verranno confermate le anticipazioni sul percorso che stanno girando...

Bisogna capire quanto può valere la pena snaturarsi per puntare a un Grande Giro, mettendo a rischio tutto.

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Foto facebook.com/INEOSGrenadiers

- Quali sono i trattamenti che ti richiede più spesso?
- Check fisici e molto lavoro osteopatico.
Ha un fisico imponente e quindi genera molti più compensi rispetto ad un corpo piccolo, quindi ha più bisogno di essere attento sotto questo punto di vista.
Lavoriamo sull’equilibrio posturale, ma anche tanto sul sistema respiratorio e viscerale.
Il lavoro viscerale lo aiuta molto con la schiena, che lui sollecita parecchio, perché ha una posizione in bici davvero estrema.
Tra l’altro, nonostante la giovane età, si conosce bene e spesso è lui a dirti come si sente e di cosa ha bisogno.

Il lavoro migliore viene fuori quando sono insieme a Piero Baffi (suo fisioterapista e massaggiatore alla Ineos e in nazionale, ndr) e all'altro esperto collega massaggiatore Marco Bertini. Loro si occupano della parte muscolare già dal primo risveglio, con adeguati esercizi di attivazione, mentre io mi posso concertare su quella osteopatica per Filippo e gli altri ragazzi del team.

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Ganna ha una posizione in bici molto redditizia, ma che richiede un impegno notevole alla schiena. Foto facebook.com/INEOSGrenadiers

- E' attento anche agli aspetti tecnici? Materiali, posizione, ecc?
Moltissimo. Anche grazie ad Elia Viviani che ha portato in squadra questa “maniacalità positiva” e ha trascinato in questo mood tutti gli altri. Ogni volta che siamo in ritiro fanno nuovi test su materiali, posizione, scarpe.
Tutti i partner hanno fatto davvero un lavoro eccezionale in questi anni, comprendendo che migliorare la performance non significa solo allenarsi bene, ma anche scegliere i materiali migliori.

- Ganna è la locomotiva di un quartetto straordinario. Come sono i rapporti con gli altri azzurri?
- Straordinari! Nella nazionale di Villa siamo una super famiglia.
Nella mia carriera non ho mai visto un team così. Sono legatissimi nel mondo degli allenamenti e delle gare, ma anche fuori. Condividono tutto.
Hanno una sincronia unica e questo, ovviamente, si ripercuote positivamente in pista. Anche quando si arriva alle gare non servono mille riunioni. Bastano poche parole, uno sguardo e la tattica è già definita. Si conoscono a memoria.

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Morini insieme ai ragazzi della nazionale. Il grande affiatamento, anche giù dalla bici, è uno dei punti di forza di questo gruppo

- Cos’è successo in quella semifinale mondiale dell’inseguimento individuale a Roubaix, corsa sotto le aspettative?
- Era stanco, e lo sapevamo. Nella finale dell’inseguimento a squadre aveva raschiato il barile di una stagione lunga e stressante, a livello fisico e mentale.
Giro d’Italia, ritiro in quota per preparare le Olimpiadi, Olimpiadi, di nuovo ritiro in quota per i mondiali strada, poi mondiali su pista…
Ti posso dire che già il giorno prima della semifinale si è addormentato sul lettino durante un trattamento. Stanchezza sana, fisiologica.

Senza considerare che ogni volta che lui mette il numero sulla schiena tutti si aspettano che vinca. E’ impegnativo, soprattutto a 25 anni. In pochi potrebbero sostenere questa pressione.

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- Poi però, nonostante la stanchezza, ha disputato una finale per il terzo posto straordinaria…
- Ma non l’ha finita (ride, ndr). Quella tattica è stata proprio il frutto della consapevolezza di essere stanco. Ha deciso di partire a tutta: se avesse tenuto avrebbe fatto il record del mondo, che poteva valere quasi come la vittoria dell’oro, altrimenti sarebbe saltato.
Col senno di poi possiamo dire che non avrebbe tenuto quel passo, ma ha avuto la fortuna di raggiungere il danese e chiudere la gara prima del tempo.

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Chi è Fred Morini

Fred Morini è da sempre un grande amante del ciclismo, che alle due ruote ha dedicato quasi tutta la sua vita, in diversi ruoli.
E' stato professionista con la Gerolsteneir nei primi anni 2000, ma poi costretto al ritiro ancora giovane a causa di un brutto incidente in allenamento.

Terminata la carriera da corridore ha collaborato con diverse testate giornalistiche e successivamente con alcune note aziende di bici con il ruolo di responsabile del reparto corse.
Ora svolge a tempo pieno l'attività di massaggiatore e osteopata e gestisce il suo centro Physio Sport Clinic.
Nel corso degli anni ha conseguito anche una laurea in psicologia, che lo aiuta non poco nel lavoro con gli atleti.

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Morini ai Giochi Olimpici di Tokyo

Arrivato in nazionale grazie al CT Marco Villa quasi 4 anni fa, ha lavorato prevalentemente con i ragazzi della pista, ma anche con lo staff della strada, come in occasione dei Mondiali ed Europei 2021, oltre che per le Olimpiadi di Tokyo 2020.

"Un’esperienza che mi ha dato molto a livello professionale e umano, un qualcosa che non dimenticherò mai e per questo voglio ringraziare ancora e in modo particolare il CT Villa e la FCI".

Qui sotto trovate i dati pazzeschi del quartetto guidato da Ganna alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e più in basso quelli della crono iridata:

La velocità del quartetto km per km. I 500 metri finali sono mostruosi

Ganna ancora Campione: i numeri della crono mondiale



 

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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