Non perdiamo di vista il divertimento in bici.
Una raccomandazione che sembra scontata, ma non sempre lo è, soprattutto quando ci si lascia trasportare in modo totale dalla nostra passione e dalla nostra voglia di migliorare.
Su BiciDaStrada parliamo spesso di watt, di tabelle e di allenamenti specifici.
Alcuni non apprezzano questo approccio, criticano l’utilizzo di misuratori di potenza e la ricerca della performance, poiché ritengono che in questo modo si sacrifichi il divertimento sui pedali.
Vedono la bici in modo diverso, come un mezzo di scoperta, per fare lunghi giri da soli o in compagnia, senza l’assillo della prestazione.
Ma siamo sicuri che allenarsi in modo mirato e specifico, cercare di migliorare le proprie performance (ricordiamo che a livello amatoriale la sfida deve essere prima di tutto con se stessi, più che con gli altri) non sia altrettanto divertente?
La verità è che non esiste una risposta univoca.
La bici è bella perché “è varia”.
Ognuno la può, e la deve, interpretare come meglio crede.
Non c'è un modo giusto di andare in bicicletta.
C’è chi pedala persino senza ciclocomputer e non vuole sentir parlare di cardio e di misuratore di potenza.
Chi invece si diverte come un matto a “ingarellarsi” con gli amici, a cercare di migliorare il proprio tempo in una Granfondo e vede le tabelle come uno stimolo e un riferimento da seguire.
Il sottoscritto, ad esempio, ha bisogno di alternare un po’ tutte e due le cose…
L’importante, come per tutte le cose, è trovare il giusto equilibrio, senza perdere di vista il divertimento.
Se l’allenamento diventa “un dovere”, se si perde il gusto di pedalare, allora significa che qualcosa non va e serve fare un passo indietro.
Ma quando si entra nel meccanismo, nella spirale di voler migliorare a tutti i costi, non sempre è facile rendersi conto che si sta superando il limite.
Il rischio, in questi casi, è di prendere la bici talmente “di petto” da uscirne in breve tempo quasi schifati, trasformando l’amore in odio.
Ma bastano poche piccole accortezze per evitare che questo succeda.
Non prendetela come una predica, ma come qualche amichevole consiglio da chi in bici ne ha viste di cotte e di crude ?? (e che a più di 40 anni ancora si allena con la voglia di migliorarsi).
Trovare il giusto equilibrio
Equilibrio è la parola chiave.
Il ciclismo, a livello amatoriale, deve trovare la sua collocazione all’interno della routine quotidiana e settimanale, tra gli impegni lavorativi e familiari.
Non deve essere fonte di stress, ma una valvola di sfogo dalle tensioni.
Se l’allenamento porta a trascurare lavoro e famiglia, significa che si sta sbagliando qualcosa e questo a lungo andare non può che portare problemi.
Se l’amico ha più tempo per allenarsi perché il lavoro glielo permette, non dobbiamo farci il sangue amaro, ma semplicemente cercare di organizzare al meglio il tempo (e ottimizzare gli allenamenti) in base ai nostri impegni.
Spesso la qualità è meglio della quantità.
Flessibilità
E’ un’altra delle parole chiave per godersi appieno la bici e “convivere” con watt e tabelle.
Se il giorno in cui abbiamo programmato il lavoro specifico siamo costretti a non uscire a causa di qualche imprevisto, non è la fine del mondo.
Si può spostare l'allenamento al giorno successivo e riorganizzare la settimana.
Se piove o è troppo freddo, prima di inforcare la bici domandatevi se ha veramente senso farlo e quanto “vi costa” quell’uscita dal punto di vista della motivazione.
Potrebbe essere uno spreco di energie mentali che non avrete più a disposizione durante l’anno o in gara.
Non sempre allenarsi tanto, e a tutti i costi, è la scelta giusta...
Le tabelle di allenamento sono importanti per migliorare, ma dobbiamo avere la giusta flessibilità per non rimanerne schiavi.
Quando si esce in compagnia... si esce in compagnia
Uscire in gruppo ma voler comunque eseguire dei lavori specifici è un’altra fonte di stress, sia per chi li deve svolgere, sia per gli altri componenti del gruppo.
Non diciamo che non sia possibile, ma ci vuole grande esperienza, oltre che un po’ di spirito di adattamento e di capacità di “rivedere” il programma di allenamento in base al percorso.
Per eseguire lavori specifici in modo preciso è meglio uscire da soli.
Se decidete di uscire in gruppo, godetevi la compagnia degli amici e rinviate i lavori alla seduta successiva.
Alternare un giorno di allenamento specifico ad altri "liberi"
Se avete voglia di migliorarvi, ma attenervi ad un programma troppo rigido vi pesa e qualche volta avete bisogno di pedalare “in libertà”, potreste cercare un compromesso dedicando un giorno a settimana ai lavori specifici e il resto ad uscite libere o in compagnia, cercando di alternare allenamenti più intensi a giorni di recupero.
Insomma, alleniamoci come più ci piace, cerchiamo di migliorarci, ma non perdiamo di vista il divertimento in bici.
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.