Nuovo Codice della Strada 2024: cosa cambierà per i ciclisti

Veronica Micozzi
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Nuovo Codice della Strada 2024: cosa cambierà per i ciclisti

Veronica Micozzi
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E’ in dirittura di arrivo il disegno di legge che riforma il Codice della Strada e che contiene anche alcune norme che interessano i ciclisti e tutti gli utenti della cosiddetta “mobilità dolce”.

Approvato il 27 marzo alla Camera dei Deputati, deve ancora passare al Senato ma ormai è quasi certo che non ci saranno particolari modifiche. Possiamo dirvi, dunque, quali sono le linee guida del provvedimento, che - vi anticipiamo già - sta facendo molto discutere e sta suscitando reazioni di protesta da parte di molte associazioni.

Paola Gianotti Giro del Piemonte 2020 Distanza tra ciclisti

Foto Paola Gianotti

Le novità (poche) per i ciclisti

La prima e più importante novità è che viene introdotto l’obbligo per gli automobilisti di mantenere una distanza di 1,5 metri dal ciclista quando si trovino a sorpassare una bicicletta, ma solo “ove le condizioni della strada lo consentano”.
Questa è una misura richiesta insistentemente in passato e che anche noi di Bicidastrada abbiamo più volte ribadito e quindi ci sembra comunque un primo passo nella direzione di una maggiore tutela dei ciclisti in strada.
Il problema, però, è quella dicitura “ove le condizioni della strada lo consentano”, che di fatto rimanda il rispetto di questa norma all’interpretazione dei casi specifici.
Per questo le associazioni dei ciclisti urbani e in prima linea la Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) stanno contestando l’introduzione di questa prescrizione.

Un’altra novità per i ciclisti in città è la zona di attestamento ciclabile: una linea di arresto al semaforo più avanzata per le biciclette rispetto alle automobili, che dovrebbe consentire di ripartire più agevolmente e con più sicurezza quando scatta il verde.
Anche in questo caso, però, la novità non vale per tutte le strade cittadine ma solo su quelle con un'unica corsia per senso di marcia e in presenza di una pista ciclabile e quindi sembra quasi un contentino che non va a incidere realmente sulla situazione della ciclabilità.

A ciò si aggiunga che sarà più difficile per i Comuni introdurre i doppi sensi ciclabili e realizzare nuove corsie ciclabili.

L'unica vera grande novità in grado di garantire più sicurezza ai ciclisti in strada (e non solo ai ciclisti) è che il nuovo Codice della Strada all’esame del Parlamento introduce una stretta per chi guida usando il cellulare o sotto l’effetto di alcool o stupefacenti e prevede un aumento delle sanzioni per eccesso di velocità.

Di contro, i limiti di velocità nei centri urbani non vengono modificati e la proposta di portare il limite a 30 km/h per ridurre il rischio di incidenti, come si sta sperimentando a Bologna e in altre città dall’inizio dell’anno, non è stato preso in considerazione.

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Al contrario, le amministrazioni comunali dovranno giustificare, caso per caso, l’eventuale decisione di abbassare il limite di velocità sulle strade urbane e questo potrebbe essere un disincentivo a muoversi in questa direzione...

Davide Cassani, invece, tempo fa aveva espresso il suo parere favorevole alla cosiddetta "zona 30":

Cassani sulla “zona 30”: tra la velocità e la vita cosa scegliereste?

Infine, tra le novità che il nuovo Codice della Strada dovrebbe contenere è l’obbligo di targa, assicurazione e casco sui monopattini elettrici.
Se vi ricordate, un po’ di tempo fa il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini aveva palesato l’ipotesi di rendere necessaria targa e assicurazione anche per le biciclette. L’allarme per ora sembra rientrato e il provvedimento riguarderebbe solo i monopattini elettrici, che tra l’altro dovranno circolare esclusivamente su strade urbane con limite della velocità a 50 km/h.

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Con il nuovo Codice della Strada, non si potrà più circolare così...

Per chi utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto, rimane l’obbligo, che era stato già introdotto qualche anno fa, di avere sulle bici campanelli, luci anteriori e posteriori e catadiottri.
Ricordiamo che le luci devono essere accese da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima del suo sorgere, in galleria, e in caso di pioggia, nebbia o neve.

Neanche stavolta, invece, viene reso obbligatorio per tutti l’uso del casco, come sarebbe auspicabile.

I ciclisti inoltre, come già previsto prima, sono tenuti a procedere in fila indiana e non appaiati in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano, sia sulle strade urbane che extraurbane.
QUI un nostro articolo sul tema.

Anche in questo caso le associazioni di categoria contestano il fatto che procedere appaiati sia più pericoloso per i ciclisti. Anzi, portano l’esempio della Gran Bretagna dove si può procedere in coppia se si pedala in compagnia, agevolando quando serve il sorpasso da parte delle automobili.
Anche l’ultracyclist Omar Di Felice ha preso posizione in merito con un interessante post Facebook:

Cosa manca e cosa chiedono i ciclisti

Come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, molte associazioni si sono schierate contro questa riforma del Codice della Strada, promuovendo manifestazioni e iniziative in tutta Italia.: Fiab, Legambiente, Fondazione Michele Scarponi, Salvaciclisti, solo per citarne alcune.

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Una delle tante manifestazioni contro l'approvazione delle nuove norme del Codice della Strada

Il ministro dei Trasporti Salvini ha risposto alle proteste dicendo che tutti i soggetti coinvolti nel nuovo Codice della Strada, compresi i tanti familiari delle vittime di incidenti, sono stati ascoltati nei mesi precedenti, durante la stesura del progetto di legge.

Ma quali sono i principali punti contestati? Eccoli:

1 - l’obbligo della distanza di 1,5 metri in fase di sorpasso diventa di fatto inapplicabile se vale la clausola “ove le condizioni della strada lo consentano”.
2 - i limiti di velocità in città non vengono ridotti e questo sarebbe una grave mancanza visto che la gran parte degli incidenti avvengono per eccesso di velocità.
3 - non viene incentivata la realizzazione di infrastrutture ciclabili (piste ciclabili, corsie ciclabili ecc.) fino all’emanazione di una futura regolamentazione ad hoc del Ministero dei Trasporti.

In effetti, non solo la realizzazione di infrastrutture ciclabili viene rimandata a un successivo decreto legislativo, ma il disegno di legge attualmente all’esame in Parlamento dà ampia delega al Governo per revisionare e armonizzare la disciplina che riguarda la circolazione stradale, includendo specificamente le biciclette, sia tradizionali che elettriche.
Vi daremo aggiornamenti definitivi una volta che il nuovo codice della Strada sarà approvato anche in Senato e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, diventando a tutti gli effetti legge.

Intanto, QUI potete leggere tutti nostri articoli riguardanti la sicurezza stradale.

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Sull'autore
Veronica Micozzi

Mi piace leggere, scrivere, ascoltare. Mi piacciono le storie. Mi piace lo sport. Mi piacciono le novità. Mi piace la sana follia che anima i seguaci della bici. E credo di aver capito perché vi (ci) piace tanto la bicicletta, al di là della tecnica, delle capacità, dell’agonismo: è per quella libertà, o illusione, di poter andare ovunque, di poter raggiungere qualsiasi vetta, di poter superare i propri limiti che solo le due ruote sanno regalarti…

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