Il gravel piace sempre di più, con buona pace di chi continua a sostenere che il gravel non esiste e che con queste bici si può fare tutto, ma tutto male.
Non lo diciamo noi, ma lo dicono i numeri.
Basta guardarsi intorno per vedere che gli appassionati di questa disciplina sono in continua crescita. Così come sono in crescita gli eventi di successo.
Lo scorso fine settimane la Valdorcia Gravel e le Strade Bianche del Garda hanno richiamato oltre 600 iscritti ciascuna. La settimana prima a Monteriggioni erano circa 700. Non tutti gli eventi raggiungono questi numeri, ma il sentiment di chi partecipa è sempre molto positivo.
Perché il gravel piace così tanto?
A volte me lo domando anch’io che al gravel mi sono avvicinato in “tempi non sospetti” ormai una decina di anni fa. Proprio oggi, mentre la testa elaborava pensieri in libertà, guarda caso durante una bella uscita gravel autunnale con la Basso Volta che abbiamo in test, ho provato a dare una risposta e ho individuato almeno 3 buoni motivi.
Sicuramente non sono tutti, ma credo che siano i principali. Che ne pensate?
Il gravel è divertimento, scoperta, libertà
Il motivo più potente, a mio avviso, è irrazionale.
Il gravel è quanto di più vicino al modo di pedalare che avevamo da bambini, quando la bici (almeno per la mia generazione) era sinonimo di divertimento, scoperta, libertà. Un mezzo per allontanarsi le prime volte da casa ed esplorare strade e posti nuovi.
Bastava poco per essere felici e probabilmente, anche se inconsciamente, tutti noi abbiamo bisogno di ritrovare quel bambino che andava in bici sulle stradine sterrate dietro casa.
Ma perché con la gravel? La bici da corsa o la Mtb non permettono di pedalare ugualmente in libertà, chiederete voi?
Sì, ma con qualche limitazione in più… Limitazioni legate al fondo stradale per la bici da corsa e alle distanze per la Mtb.
Con la bici da corsa ti devi “fermare” alle strade asfaltate o agli sterrati leggeri. Non hai quel gusto di andare oltre, scoprire punti di vista nuovi.
Con la Mtb c’è il limite dei chilometraggi. Non ci sono regole, ma con la gravel è un po’ più semplice allungare le distanze ed esplorare territori più ampi.
Il gravel, inoltre, è l’espressione della libertà sotto tanti punti di vista.
E’ libertà di sperimentare scelte tecniche sempre nuove.
E’ libertà di fare percorsi duri anche se ci si allena poco, perché i rapporti lo permettono.
E’ anche libertà di intendere ogni giorno la bici come più ci piace, senza stress, senza “regole”, perché è una realtà ancora fluida, non soggetta a stereotipi come il mondo della strada o della Mtb.
In un mondo in cui stress e doveri ci schiacciano ogni giorno, sentirsi liberi almeno nel modo di pedalare non è mica roba da poco…
Il gravel è “più sicuro”
Il concetto di sicurezza è soggettivo e un po’ astratto, ma immagino che il primo pensiero di tutti vada ai rischi che si corrono su strada con la bici da corsa.
Non è un caso che lo zoccolo duro del bacino gravel provenga proprio dal mondo strada. O da chi si avvicina per la prima volta alla bici e non se la sente di pedalare in mezzo al traffico.
Pedalare lontani da automobilisti sempre più distratti e incazzati è una gran cosa. Senza considerare che, anche quando si va su asfalto, gomme larghe e assetto più rilassato permettono di affrontare con meno rischi buche, crepe e ostacoli che sono all’ordine del giorno sulle nostre strade.
Legato alla sicurezza c’è poi un secondo aspetto, più sottile e che magari non tutti condivideranno: con la gravel basta poco per divertirsi anche in fuoristrada e mettere alla prova le proprie capacità di guida in discesa.
Con le Mtb moderne se vuoi un po’ di adrenalina devi scendere forte e su terreni scassati, con la gravel può essere sfidante anche affrontare a velocità ridotta dei tratti molto tecnici. E quando le velocità sono più basse, sono più bassi anche i rischi di farsi male in caso di caduta…
Il gravel “costa meno”
Basta dare un’occhiata ai cataloghi dei principali brand per accorgersi che le gravel costano meno delle bici da corsa e delle Mtb.
O forse, se vogliamo essere onesti, probabilmente ci basta spendere meno per essere soddisfatti.
Non c’è l’ossessione del peso, della prestazione e quindi non serve avere per forza l’ultimo modello, il telaio più leggero, la gomma più scorrevole. Non c’è il desiderio di avere la bici uguale a quella dei pro’ per sentirsi fighi… Le aziende si adeguano alle esigenze del mercato e propongono prodotti funzionali, belli, ma tutto sommato accessibili.
Con l’avvento dell’agonismo le cose potrebbero essere destinate a cambiare, ma per ora avvicinarsi all’universo gravel con soddisfazione costa meno, sia in termini di bici che di accessori.
Inoltre, la gravel è una bici semplice, non ci sono forcella e ammortizzatore come sulla Mtb, dunque anche la manutenzione è meno onerosa.
In un periodo di vacche magre come quello attuale pure questa non è cosa da poco…
E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo? Perché il gravel vi piace?
Lanciamo una sorta di sondaggio: fatecelo sapere via mail o nei commenti al post FB qui sotto e invitate anche i vostri amici a farlo. Magari con le vostre risposte verrà fuori la seconda puntata di questo articolo…
Condividi con
Tags
Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.