Pogačar a Prati di Tivo ha dimostrato di essere già in forma Tour de France, o quasi.
Almeno questo è quello che dicono i dati della scalata a Prati di Tivo, in cui lo sloveno ha staccato tutti facendo segnare il record di scalata con il tempo di 36 minuti, aiutato anche da un inizio salita affrontato ad andatura molto sostenuta.
Per intenderci, Froome nel 2013 aveva conquistato la tappa con un tempo superiore a 38 minuti…
Analizzando Strava, si nota che Pogačar dovrebbe aver avuto qualche problema al suo Gps, visto che la salita finale non è stata rilevata correttamente, ma basta prendere come riferimento i profili dei diretti inseguitori per ricavare i dati dello sloveno, che si avvicinano molto a quelli fatti registrare in alcune tappe dello scorso Tour.
VAM (VELOCITA' ASCENSIONALE MEDIA)
Il primo dato che possiamo prendere in considerazione è quello della VAM, che su una salita superiore ai 30’ risulta essere molto indicativo.
Ricordiamo che la VAM rappresenta il dislivello che un ciclista è potenzialmente in grado di coprire in un’ora e costituisce un dato oggettivo e facile da utilizzare per fare dei confronti.
Più un ciclista va forte, più la VAM è alta.
Da Strava possiamo osservare che Van Aert ha scalato Prati di Tivo con una VAM di 1.664 m/h. Se consideriamo il distacco di 45” che il corridore belga della Jumbo Visma ha subito da Pogačar, ricaviamo la VAM del fenomeno sloveno: 1700 m/h.
Si tratta di un risultato di valore assoluto, anche in considerazione del fatto che la pendenza media della salita è del 7%, cioè non estrema.
Nella straordinaria crono del Tour de France con arrivo a La Planche Des Belles Filles, Pogačar fece registrare un valore superiore a 1.800, ma in quel caso la salita era di soli 5,8 km con una pendenza dell’8%.
Un'ascesa più corta e ripida, infatti, in genere permette di ottenere dei valori di VAM più elevati, anche se in quel caso eravamo a fine Tour, e anche questo è un aspetto da considerare.
POTENZA
Pogačar non ha reso pubblici i suoi valori di potenza.
L’unico dato noto è quello pubblicato da Velon.cc, che mostra come nel duello finale con Yates, lo sloveno abbia affrontato gli ultimi 3 km ad una potenza media di 415 watt.
Più interessante è partire dal profilo di Simon Carr, giovane corridore della EF Education-NIPPO che è giunto ottavo all’arrivo a 42 secondi dal vincitore.
Il corridore inglese ha fatto segnare sull’ultima salita una potenza media di 395 watt.
Se prendiamo come riferimento il peso di 63 kg che troviamo nella sua scheda on line, significa che è salito a 6,2 watt/kg.
Questo significa che Pogačar ha affrontato i 36 minuti della scalata ad un wattaggio medio di circa 6,5 watt/kg, cioè il valore che è ormai richiesto dal ciclismo attuale per fare la differenza.
Straordinaria, ovviamente, anche la prestazione di Simon Yates.
ALTRE CONSIDERAZIONI
Ci sembra interessante segnalare che Pogačar in questa stagione ha iniziato a utilizzare una Colnago con i freni a disco, ma per la tappa di Prati di Tivo ha preferito la V3RS con freno tradizionale, quindi in configurazione “Tour de France 2020”.
Evidentemente è molto attento al peso, e visto che puntava alla tappa ha voluto correre con il mezzo che riteneva più adatto a questo arrivo.
In genere, la differenza di peso tra la versione disc brake e quella rim brake di uno stesso modello è di circa 300 grammi. Poca roba, ma se consideriamo che ha staccato Yates di soli 6 secondi…
Infine, fermo restando la straordinaria performance dello sloveno, ci sembra doveroso segnalare la prova di Van Aert, unico corridore “pesante” che è riuscito a rimanere nel gruppo degli scalatori fino ai metri finali, restando ancora in lizza per la vittoria finale.
Dopo Pogačar, a nostro avviso, l’altra grande impresa di giornata l'ha realizzata proprio il fuoriclasse belga della Jumbo-Visma…
Qui sotto riportiamo l'articolo con i dati della tappa del Tour de France con arrivo a La Planche Des Belles Filles:
Pogačar a La Planche Des Belles Filles: tempo di scalata mostruoso
Condividi con
Tags
Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.