Qual è il protocollo di riscaldamento prima di una crono? Abbiamo chiesto ai Pro’

Nicola Checcarelli
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Qual è il protocollo di riscaldamento prima di una crono? Abbiamo chiesto ai Pro’

Nicola Checcarelli
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Il Giro d’Italia 2023 è ricco di crono.
Dopo quella inaugurale di Fossacesia Marina vinta da Evenepoel, ci sarà quella di Cesena e, infine, quella di Monte Lussari.

Prima della partenza, come di consueto, vedremo tutti i corridori scaldarsi sui rulli, magari mentre ascoltano un po’ di musica. Da molti anni, infatti, il riscaldamento pre-crono viene eseguito sugli smart trainer e non su strada. Sia per motivi di gestione logistica, sia perché permettono di eseguire lavori ad alta intensità con potenze mirate.

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Foto facebook.com/equipecyclistegroupamafdj

Ma come viene eseguito il riscaldamento pre gara?
E quanto incide sul risultato finale?

Grazie all’aiuto di Elite, che quei rulli li produce, alla vigilia della prima crono del Giro d’Italia ci siamo messi in contatto con Aritz Arberas, uno dei coach del Team Bahrain-Victorious, e Julien Pinot, uno dei performance manager della Groupama-FDJ per approfondire il tema del riscaldamento prima di una crono. Bahrain e Groupama sono tra i tanti team World Tour che utilizzano prodotti firmati Elite.

riscaldamento prima di una crono

Foto facebook.com/equipecyclistegroupamafdj

Il protocollo di riscaldamento è influenzato da tanti fattori

Le variabili da considerare sono tante e ottimizzare il protocollo è fondamentale per sfruttare al massimo le potenzialità del corridore. Le principali sono la lunghezza della crono, la temperatura esterna e se si tratta di una cronometro all’interno di una corsa a tappe o di una prova singola (come un campionato del mondo). Senza dimenticare la tipologia di percorso, l’orario di partenza e il momento in cui è possibile eseguire la ricognizione.

In ogni caso, come ci ha spiegato Aritz Arberas, l’obiettivo fondamentale è quello di “attivare adeguatamente il sistema, senza stancare o surriscaldare troppo il corpo”.

riscaldamento prima di una crono

Foto facebook.com/BahrainVictorious

Lunghezza della crono

Più la crono è breve, più lungo e intenso sarà il riscaldamento da eseguire sugli smart trainer. In questa evenienza si può lavorare per alcuni momenti anche alle intensità massimali che si affronteranno in gara.
Viceversa, in caso di crono lunghe è meno importante tenere intensità particolarmente alte e in genere non si va oltre la FTP.

Temperatura esterna

E’ un altro fattore chiave, perché un riscaldamento eccessivo rischia di aumentare troppo al temperatura corporea del corridore già prima del via. Grazie ai sensori di rilevazione di temperatura corporea abbiamo imparato che anche un lieve aumento può penalizzare la performance.

Per questo è facile intuire che più fa caldo più breve sarà la durata del riscaldamento, per evitare l’ipertermia. Quando la temperatura esterna è molto alta spesso ai corridori vengono forniti gilet refrigeranti pieni di ghiaccio, in aggiunta all’uso di ventilatori.

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riscaldamento prima di una crono

Se piove e fa freddo il riscaldamento è in genere più lungo e intenso. Al contrario, se fa molto caldo si cerca di ridurne la durata e si previene l'ipertermia con ventilatori e gilet refrigeranti (foto qui sopra). Foto facebook.com/BahrainVictorious

Momento del Giro in cui è collocata la crono

Per la prima crono del Giro serve “sbloccare” le gambe perché si dovrà eseguire uno sforzo ad intensità altissima con fisici freschissimi. “Estremamente particolare, invece, sarà l’ultima crono (20a tappa, da Tarvisio a Monte Lussari, ndr), con una prima parte pianeggiante e un finale in salita molto ripida - ci ha spiegato Julien Pinot - Il livello di fatica sarà alto perché si correrà dopo diverse tappe dolomitiche. In quel caso il riscaldamento sarà più dolce, finalizzato più che altro a risvegliare il corpo prima di quell’intensa fatica”.

crono giro

Foto facebook.com/BahrainVictorious

E poi ci sono le abitudini del corridore

Oltre ai 3 aspetti sopra citati, vanno considerate le sensazioni e le abitudini del corridore.
“Thibaut Pinot e Stefan Kung hanno protocolli differenti - ha continuato Julien - personalizzati in base alle loro caratteristiche e alla loro esperienza. Ma non ve li posso rivelare perché sono riservati…”

Discorso più o meno simile anche in casa Bahrain-Victorious: “Il 90% dei nostri corridori utilizza un protocollo che abbiamo messo a punto nel tempo - ci ha spiegato Aritz - con piccole personalizzazioni, anche se alcuni atleti preferiscono un approccio leggermente diverso. E’ il caso, ad esempio, di Damiano Caruso, che spesso usa un protocollo incrementale più lungo rispetto al resto della squadra, con blocchi di lavoro ad intensità crescente per poi calare prima di concludere il riscaldamento. E’ un sistema che usa da tanto tempo e gli dà fiducia”.

riscaldamento prima di una crono

Damiano Caruso, qui sopra, in genere utilizza un protocollo di riscaldamento leggermente più lungo rispetto ai compagni. Foto facebook.com/BahrainVictorious

Quanto dura e come si esegue il riscaldamento

Al netto di tutte le variabili di cui abbiamo parlato la durata media del riscaldamento prima di una crono è di circa 20 minuti, comunque compreso tra 15 e 25 minuti.

I protocolli sono diversi, ma essenzialmente sono riconducibili a tre tipologie.
Alcuni corridori preferiscono un aumento graduale dell’intensità fino a livelli submassimali per poi rallentare prima del via. Altri hanno bisogno di due blocchi più brevi di intensità incrementale, altri ancora preferiscono inserire nella seconda parte del riscaldamento degli esercizi intermittenti e accelerazioni massimali.

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In Bahrain-Victorious, ad esempio, si eseguono due accelerazioni massimali di 6 secondi per stimolare anche l’attivazione neuromuscolare e le fibre più profonde delle gambe.

Difficilmente il protocollo di riscaldamento pre-crono viene caricato su app o ciclocomputer, ma si lascia libertà al corridore di gestire manualmente la resistenza.
Nel caso del team Baharain il sistema è ancora più tradizionale: il lavoro da svolgere viene fissato con il nastro adesivo sul manubrio o su supporti specifici e i rulli sono preimpostati ad una resistenza fissa. Poi sono i corridori che adeguano i rapporti in base allo sforzo da sostenere.

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riscaldamento prima di una crono

Foto facebook.com/equipecyclistegroupamafdj

Dalla fine del riscaldamento alla partenza: un momento delicato da gestire

In media il riscaldamento termina circa 10 minuti prima del via. Un tempo necessario al corridore per idratarsi e prepararsi e per i meccanici per gli ultimi ritocchi alla bici. 

Quando possibile le squadre si organizzano anche con dei rulli liberi in prossimità della partenza, in modo che l'atleta possa continuare a girare le gambe fino a pochi secondi prima dell’inizio della crono.
Questo serve soprattutto se la partenza è lontana dalla zona del warm-up e quindi si deve concludere il riscaldamento ancora prima.

crono bahrain

Foto facebook.com/BahrainVictorious

E poi i rulli si usano anche per defaticare

Durante una corsa a tappe i rulli non sono usati solo per scaldarsi, ma anche per il defaticamento post-gara. Questo vale sia dopo le tappe dure che dopo le crono.
10-15 minuti ad intensità leggera per smaltire fatica e acido l’attico.

Questo tipo di lavoro andrebbe eseguito da tutti gli atleti, ma ha particolare importanza per quei corridori che hanno affrontato il finale di tappa “a tutta”. Se sono arrivati con il “gruppetto” ad un passo tranquillo diciamo che il defaticamento lo hanno già eseguito su strada.

Perché i professionisti fanno i rulli al termine della tappa?

Quanto è cambiato il modo di riscaldarsi con l’avvento dei rulli di nuova generazione

Abbiamo visto che durante il riscaldamento l’interattività e le potenzialità dei rulli “moderni” è sfruttata solo in parte. I vantaggi più significativi in questa specifica situazione riguardano la fluidità di pedalata anche a potenze elevate e la possibilità di gestire la resistenza dal telefono o dal ciclocomputer.

“Il miglioramento veramente grande c’è stato quando i corridori devono allenarsi a casa - ha concluso Aritz Arberas - I rulli moderni possono sostenere resistenze molto elevate per eseguire lavori ad alta intensità. Inoltre, l’altro aspetto importante è quello dell’interattività, che permette a noi allenatori di inviare ai corridori i protocolli di lavoro già pronti da caricare sullo smart trainer”.

riscaldamento prima di una crono

Foto facebook.com/equipecyclistegroupamafdj

Per maggiori informazioni:
elite-it.com/it
bahraincyclingteam.com
equipecycliste-groupama-fdj.fr

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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