Perché non fare un Giro d’Italia per Van der Poel e Van Aert?
E’ l’idea, forse un po’ provocatoria, ma di sicuro non banale e molto suggestiva lanciata da Giancarlo Brocci.
Uno dei tanti spunti che l’ideatore de L’Eroica ci ha fornito durante una lunga chiacchierata che abbiamo fatto con lui qualche settimana fa e che trovate nella sua interezza nel podcast in fondo all’articolo.
In quell’intervista abbiamo parlato di Eroica, ma soprattutto di passione per la bicicletta, di un ciclismo che si sta riavvicinando alla gente, anche grazie ai grandi campioni che questa generazione ci sta offrendo. E allo spettacolo che questi sono in grado di proporre.
“Van der Poel è il mio preferito - ha risposto Brocci alla nostra domanda sul corridore che più gli piace di questa generazione - perché ha un modo di correre che appassiona la gente, che ti fa innamorare del ciclismo. Ma anche perché è forte, ma non è un campionissimo. E’ umano, ha dei limiti che mostra spesso. Non vincerà mai un Grande Giro, a meno che…”
Ed è qui, parlando di Van der Poel, che Brocci lancia un’idea fuori dagli schemi, ma che un suo senso ce l’ha.
“Il Giro ha la fortuna di poter affrontare alcune delle più belle salite del mondo, ma in questo momento storico potrebbe essere pensato in modo diverso rispetto al solito. Un po’ come si faceva ai tempi di Moser e Saronni. Oppure come ai tempi di Magni, perché ricordo bene che furono disegnati anche Giri d’Italia per Fiorenzo Magni, che non aveva le doti in salita di Coppi e Bartali, ma una grande astuzia, che gli permise di conquistare ben 3 volte la vittoria finale.
"Insomma, penso a un Giro d’Italia un po’ meno duro, magari con qualche chilometro in più a cronometro, salite non impossibili, strade bianche, tappe adatte a colpi di mano. Un percorso che incentiva lo spettacolo e potrebbe invogliare gente come Van der Poel, Van Aert, Alaphilippe a partecipare, non solo per vincere le tappe, ma la classifica finale.
"Purtroppo, e mi dispiace dirlo, il Giro è ormai diventato il terzo dei Grandi Giri in termini di importanza. I fenomeni delle corse a tappe vanno al Tour, in alterativa alla Vuelta.
Pensate a che spettacolo sarebbe un Giro d’Italia in cui si danno battaglia per la maglia rosa gente come Van der Poel, Van Aert, Alaphilippe”.
L’idea di Brocci è fuori dagli schemi, ma d’altronde Giancarlo ha fatto della non banalità il suo cavallo di battaglia. Dalle sue intuizioni sono nati eventi come L’Eroica, la Strade Bianche, il GiroBio.
Ed in effetti, per certificare che non si tratta di uno spunto campato per aria, basta andare a ricercare l’altimetria dei Giri vinti da Saronni (1979 e 1983) e Moser (1984). Se avete qualche minuto da dedicare a questa ricerca, scoprirete che si trattava di percorsi tutt'altro che proibitivi. Così come i percorsi dei Tour de France anni ’90 erano tagliati su misura per Miguel Indurain.
E’ vero, il ciclismo nel frattempo è cambiato molto, ma a chi non piacerebbe vedere Van der Poel e Van Aert sfidarsi per la maglia rosa a suon di attacchi e contrattacchi?
Non sappiamo se gli organizzatori del Giro prenderanno mai in considerazione questa possibilità, ma in tutta onesta l’idea ci intriga.
Voi che ne pensate?
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.