Quali rapporti scegliere su una bici da corsa?
Meglio un 53-39 o un 50-34? Oppure un compromesso come il 52-36 o 48-35?
Il dibattito sulla scelta delle corone anteriori è sempre aperto, anche perché non ci sono delle vere e proprie evidenze oggettive a vantaggio dell’una o dell’altra soluzione.
Si può ragionare sullo sviluppo metrico, ma nella maggior parte dei casi la scelta avviene in base alle sensazioni personali.
E, ovviamente, al tipo di utilizzo che ognuno fa della bici.
Compact, semi-Compact oppure no?
Per rispondere alla domanda e proseguire il dibattito sull'argomento va considerato anche che l’avvento di cambi con gabbia sempre più lunga, in grado di “tirare” rapporti posteriori come il 32, e l’introduzione dei gruppi a 12 velocità (di cui abbiamo parlato in questo articolo) hanno mischiato ulteriormente le carte in tavola.
Nell’immaginario collettivo la guarnitura Compact (50-34) è sempre stata vista come la scelta dei ciclisti meno allenati, oppure di chi ama le salite con pendenze estreme.
Il 53-39 (ora 54-40 con il nuovo Dura Ace 12 v), o al limite il 52-36/38, invece, è considerata la rapportatura dei Pro’ e degli agonisti evoluti.
Ma siamo sicuri che sia una classificazione corretta?
O è troppo riduttiva?
Il lancio dei gruppi Sram AXS a 12 velocità ha aperto ancora nuove frontiere in questo senso.
Se vogliamo una piccola rivoluzione nel modo di concepire i rapporti: è stato introdotto il pignone da 10 denti sulla cassetta posteriore, mentre per le guarniture le combinazioni possibili sono 50-37, 48-35 e 46-33 (spariti dunque il 52-36 e il 53-39).
Una soluzione che ha risolto una delle “controindicazioni” relative all’uso della guarnitura compact, cioè uno sviluppo metrico “limitato” per le altissime velocità (problema che interessa principalmente i pro’, ma che può riguardare anche i cicloamatori agonisti, soprattutto nei tratti di falsopiano in discesa).
Il 50x10, infatti, ha uno sviluppo metrico superiore (10,650 metri) rispetto ad un 53x11 (10,262 metri).
E in più, le nuove combinazioni di cassette posteriori permettono un range di rapporti più vasto, pur senza avere dei salti eccessivi tra un pignone e l'altro (10-26, 10-28 e 10-33).
In futuro, dunque, almeno a livello cicloamatoriale, ci potrebbe essere una svolta verso guarniture con rapportature più agili.
Per completezza d'informazione, infatti, dobbiamo aggiungere che anche Campagnolo, con il gruppo Chorus a 12v, ha introdotto una guarnitura 48-32.
Shimano, invece, ha confermato il 50-34, in alternativa al 52-36 e al 54-40.
Analizzando questi aspetti, e ragionando sul modo in cui si usa la bici, ognuno può trarre le sue conclusioni:
- Da un punto di vista prettamente meccanico, l’utilizzo di corone più grandi riduce la curvatura della catena e, quindi, anche se di poco, diminuisce gli attriti e migliora l’efficienza.
A parità di sviluppo metrico, dunque, utilizzare la moltiplica grande sulla guarnitura, in abbinamento con un rapporto agile posteriore, dovrebbe garantire un piccolo risparmio di watt. - Allo stesso tempo, incrociare troppo la catena non è consigliabile, sia perché si rischia di danneggiare il cambio, sia perché, lavorando fuori asse, aumentano gli attriti della catena stessa.
In questo senso, le moderne cassette con rapporti alti molto agili, abbinate ad una scala ottimale garantita dalle 12 velocità, permettono l’utilizzo della corona grande anteriore anche con rapporti come il 23-25 senza richiedere “incroci” assurdi.
Insomma, si potrà sfruttare un po’ più spesso la corona grande anteriore, anche in salita. - Al netto delle caratteristiche fisiche soggettive, per procedere ad una determinata velocità conviene utilizzare una cadenza di pedalata elevata.
Pedalare in agilità, infatti, permette di ottenere potenze elevate, ma con una minore espressione di forza (Newton), con un conseguente risparmio di energie (ne abbiamo parlato qui). - In relazione allo sviluppo metrico, l’incidenza di un dente sul pacco pignoni posteriore è molto maggiore rispetto ad un dente sulle corone della guarnitura.
Tenetene conto nella scelta dei rapporti in fase di acquisto e nella valutazione delle combinazioni possibili.
Senza avere la presunzione di dare una risposta definitiva, di seguito riportiamo l’esperienza personale della redazione di BiciDaStrada.it (e anche di MtbCult.it).
Come vedrete, anche le nostre impressioni sono piuttosto diverse tra loro e, in parte, riflettono le differenti caratteristiche fisiche, il modo di intendere il ciclismo e l’evoluzione ciclistica di ognuno di noi.
SIMONE LANCIOTTI
Premessa: ai miei esordi da giovane, cioè nel 1990, avevo davanti un 39-52 o un 42-52 e mi facevo bastare il pignone da 21 dietro.
Poi, dieci anni dopo, è arrivato Armstrong con il suo fulminante binomio potenza-agilità in salita e lì ho capito nei miei rapporti c'era qualcosa che non andava.
L’agilità, quando i rapporti (e poi le gambe) te la consentono davvero, è una dote formidabile per il ciclista e soprattutto per un ciclista che, per corporatura, è tutt’altro che esile.
Quindi?
Appena è arrivata la combinazione 50-34 l’ho montata sulla mia bici e mi sono trovato molto bene.
Non facevo agonismo, non avevo bisogno di spingere il rapporto in discesa o in pianura e andavo alla grande.
Riuscivo a tenere la catena sul 50 per molto più tempo, anche sui saliscendi.
Poi, potendo provare tantissime bici, mi sono ritrovato ad usare il 52x36.
“Diamine, un rapporto da maschio - ho pensato - Addio 50-34!”
Il 52-36 con un pacco pignoni 11 velocità 11-28 mi dà un range di rapporti abbastanza ampio.
E sottolineo abbastanza, perché quando per caso sono tornato su una bici con il 50-34 mi sono accorto che tutto era un po’ più facile.
Soprattutto sulle salite molto ripide, dove un ciclista di 80 Kg inevitabilmente paga un prezzo più salato.
Eppure, proprio provando la Trek Madone SLR 9 Disc (che con nostra sorpresa monta corone 50-34 e pignoni 11-28), di cui a breve pubblicheremo il video-test, mi è venuto da pensare che, in fondo, la combinazione 50-34 non è poi così fuori luogo.
Anche per un ciclista abbastanza allenato.
Quand’è che un 52-36 mi serve davvero?
Nella maggior parte delle mie uscite, in realtà, potrei non averne bisogno e il 52-36, alla fine, appaga molto il mio ego.
Certo, su una bici da strada aero che è pensata per andare veloce, in effetti, un 50-34 è una contraddizione in termini, ma se metto da parte i preconcetti forse non è poi così fuori luogo.
Anzi…
Dite la verità: quante volte vi capita di usare il 52x11?
E quante volte avreste voluto una cassetta pignoni con una scala dei denti più lineare, sacrificando magari proprio il pignone da 11 denti?
Diciamo una cassetta 12-13-14-15-16-17–18-19-22-25-28, uno dei tantissimi esempi possibili.
Se lo chiedete a Shimano o a Sram vi risponderebbero “Passate alle corone 50-34”, mentre se lo chiedete a Campagnolo, beh, in tal caso ci sarebbero già delle proposte molto vicine a quella da me sognata, senza rinunciare al 52-36.
Ammesso che sia davvero così importante…
NICOLA CHECCARELLI
Inizio col dire che non sono un grande amante della compact 50-34 e che per molti anni ho pedalato con il 53-39.
Una scelta legata anche al fatto che nel periodo in cui ho fatto agonismo ad alto livello (elite-under 23) non c’era un’alternativa e quindi sono sempre rimasto molto legato a questa combinazione.
Con il passare degli anni (e con il calare progressivo della condizione) ho sopperito aumentando i denti della cassetta posteriore, fino ad utilizzare una scala 11-30 che per parecchio tempo mi ha permesso di andare (quasi) ovunque.
Questa volontà di rimanere sul 53-39 non è stata dettata da motivi di orgoglio, quanto dalla sensazione di avere una pedalata più rotonda (e se vogliamo anche più redditizia) rispetto al 50-34.
Una sensazione evidente soprattutto con la corona interna, cioè nel raffronto tra 39 e 34.
Da diversi anni, però, il 39x30 ha cominciato a starmi stretto per affrontare salite con pendenze a doppia cifra, soprattutto se di una certa lunghezza.
Ho iniziato con il sostituire il 39 con il 38, ma poi, per fortuna, i principali brand mi sono “venuti in aiuto” proponendo di serie le guarniture 52-36, capaci di offrire un range di rapporti molto ampio, senza farmi perdere quella sensazione di rotondità di pedalata (che ovviamente è del tutto soggettiva).
Ecco, personalmente credo che il 52-36 rappresenti il compromesso ottimale in grado di mettere d’accordo quasi tutti, dall’agonista più accanito al cicloturista.
In abbinamento alle attuali cassette posteriori 11-28, 11-30 o 11-32 è possibile avere uno sviluppo metrico per le altissime velocità, ma anche rapporti leggeri per affrontare in agilità le salite più ripide.
Anche se devo ammettere che anche la combinazione 50-37 introdotta da Sram rappresenta una soluzione davvero interessante.
Infine, voglio porre l’attenzione su un paio di opportunità tecniche che sono entrate sul mercato negli ultimi anni, ampliando ulteriormente le possibilità di scelta.
In primo luogo, la diffusione di guarniture con giro bulloni unico per tutte le dentature (dal 53 al 34).
Questo garantisce una grande flessibilità e, ipoteticamente, permette di utilizzare due kit di corone (52-38 e 50-34) su una stessa guarnitura in base al periodo dell’anno e alla tipologia di percorsi.
In passato, invece, per cambiare così radicalmente rapportatura era necessario acquistare una nuova guarnitura.
In secondo luogo, l’introduzione sul mercato delle guarniture super compact (tipo 48-32 e 46-30), che se non sono di grande interesse per gli agonisti e i ciclisti più allenati, potrebbero offrire la possibilità a chi non ha tempo o modo di allenarsi di raggiungere luoghi e tentare scalate altrimenti impensabili con i rapporti “tradizionali”.
MIRKO DE ANGELIS
50-34 o 52-36?
E’ un po’ come scegliere cosa fare da grandi.
Premetto che dopo aver avuto la “fortuna” di pedalare con entrambe le guarniture, ho scelto definitivamente il 52-36 perché soddisfa meglio le mie esigenze ed è più adatto al mio modo di pedalare.
Ho iniziato, come un po’ tutti credo, con un 50-34, ma dopo le prime granfondo su strada mi sono accorto che i rapporti erano un po’ corti: mentre in salita aumentando la frequenza di pedalata, e spingendo qualche dente in meno sul posteriore, si riesce a sopperire alla mancanza di una corona anteriore più grande, in discesa e soprattutto sui falsopiani a scendere la differenza è notevole; anche pedalando molto agile, intorno alle 100 rpm, si fa fatica a stare a ruota superati i 50km/h e si ha la sensazione di pedalare a vuoto.
Per questo motivo ho deciso di optare per una guarnitura 52-36, che mi garantisce una maggiore efficacia di pedalata in salita, ma soprattutto nei tratti in leggera discesa.
Nelle granfondo ho sempre usato un pacco pignoni 11-28, che successivamente ho sostituito con 11-32 quando ho iniziato a dedicarmi all’ultracycling.
Il 32 mi consente di mantenere una buona frequenza di pedalata anche dopo 200-300 km, quando la stanchezza inizia a farsi sentire, oppure su salite particolarmente lunghe e dure come lo Zoncolan (pendenza media del 12% con picchi al 23%) affrontato circa 2 anni fa con una rpm media intorno a 68 per un totale di 54 minuti.
Con un 28 posteriore probabilmente le rpm si sarebbero abbassate molto, avrei fatto più fatica e il maggiore sforzo muscolare non mi avrebbe consentito di impiegare lo stesso tempo di scalata.
Quindi, tenendo conto della mia esperienza personale, credo che la scelta vada fatta in base al tipo di ciclista e alle sue esigenze; li suddivido principalmente in due fasce: l’amatore agonista e l’amatore non agonista.
Per chi partecipa alle granfondo su strada e vuole ottenere buoni piazzamenti, il 52-36 con un 11-30 posteriore (ormai il montaggio di serie che parecchi marchi offrono sul mercato) è la soluzione migliore, perché permette di raggiungere alte velocità in discesa e, allo stesso tempo, mantenere un bel ritmo in salita, “salvando” la gamba anche nei tratti più duri.
Una soluzione rivolta, quindi, ad un ciclista ben allenato che non ha problemi a spingere determinati rapporti.
Per chi invece non ha nessuna velleità agonistica, consiglierei il 50-34, poiché offre la possibilità di pedalare molto più agile, riducendo così lo sforzo muscolare e quella sensazione di sofferenza causata dal pedalare “duro” (come si dice in gergo).
Con un pacco pignoni adeguato, permette a chiunque di affrontare anche pendenze estreme. Questa soluzione è sicuramente più adatta all’amatore/cicloturista che pedala semplicemente per divertimento senza l’assillo del cronometro.
DANIELE CONCORDIA
Mi sono posto questa domanda lo scorso autunno, quando dopo un periodo in cui non avevo più usato la bici da strada, l'ho ricomprata per allenarmi e fare qualche uscita di piacere in vista della stagione di Mtb.
Inizialmente avrei voluto montare una moltiplica 52-36, ma ho trovato in offerta una guarnitura compact con dentatura 50-34 e l'ho presa, con l'idea di sostituire le corone una volta consumate.
In realtà, quando ho iniziato ad usarla, mi sono accorto che tutto sommato non era poi così male, almeno per le mie necessità e caratteristiche fisiche.
Mi spiego meglio...
Sono principalmente un biker, sono leggero (62-63 chili) e sono abituato a pedalare in modo diverso rispetto ad uno “stradista classico”, meno “di passo”, più brillante e con parecchi cambi di ritmo.
Guardando la media della cadenza in allenamento sono sempre sopra le 85 rpm, ciò significa che dei rapporti più agili mi permettono di trovare sempre il colpo di pedale giusto, anche sulle salite ripide.
Ah, al posteriore monto una scala 11-28...
Ovviamente, il mio obiettivo non è rappresentato dalle gare su strada e anche se in pianura o nelle discese pedalate vado un po' più piano non è un problema. Ma vi assicuro che il 50x11 non è poi così corto come rapporto.
Io, che sono abbastanza allenato, non ho mai avuto la sensazione di pedalare a vuoto, almeno finora.
I benefici del 50-34 li ho apprezzati anche nei chilometri finali delle uscite con molta salita.
Con il 34x28 ci si arrampica praticamente ovunque e, anche in caso di stanchezza, si riesce a far girare le gambe e si può mantenere una cadenza elevata (intorno alle 90 rpm) per eseguire i lavori specifici anche se la pendenza è importante.
Inoltre, in questo modo si possono evitare pignoni posteriori troppo grandi (tipo 11-32), mantenendo così una scala più lineare e più favorevole (e leggera).
Insomma, a mio avviso non bisogna sottovalutare il 50-34, perché in alcuni casi è davvero un'ottima soluzione, anche per chi ha gamba.
Tuttavia, nei prossimi mesi vorrei provare anche il 52-36, per analizzare le differenze e capire quale delle due combinazioni fa veramente per me.
Vi farò sapere.
Voglio concludere con un sogno: un monocorona da strada realmente vantaggioso.
Qualcosa in commercio c'è già e il Campagnolo Ekar a 13 velocità potrebbe andare in questa direzione...
La corona singola evita molti problemi, rende la bici più “easy”, più bella, più leggera e più funzionale.
Parola di biker!
TEST - Campagnolo Ekar. Preciso, leggero, con una frenata di riferimento
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.