Quanti watt esprimeva Kittel in volata al Tour de France?
Ergo, quali sono i numeri dei migliori sprinter del gruppo al top della condizione?
I dati sono stati pubblicati in un articolo su cyclingweekly.com, che li ha estrapolati da una recente ricerca condotta da Teun van Erp e Rob Lamberts intitolata “Demands of the Tour de France: A Case Study of a World-Class Sprinter”.
I dati, messi a disposizione dallo stesso Marcel Kittel, sono relativi agli anni 2013, 2014, 2016 e 2017 in cui lo sprinter tedesco ha vinto ben 14 tappe totali.
Kittel, ritiratosi dal ciclismo professionistico nel 2019, a distanza di qualche anno ha deciso di rendere pubblici questi valori, che durante la carriera aveva sempre evitato di divulgare, per non fornire informazioni "utili" agli avversari.
Kittel ha rivelato che la sua potenza più alta di sempre sui 3 secondi è stata di 1.940 watt, fatta registrare in una sessione di allenamento, anche se in gara, durante lo sprint finale, si abbassava leggermente.
In quegli anni il tedesco aveva un peso che oscillava tra gli 88,5 kg (TdF 2016) e i 90 kg ed un FTP (Functional Threshold Power) che ha raggiunto i valori più alti nel 2016, con 431 watt e nel 2017 con 438 watt.
Il relativo rapporto peso/potenza, in entrambi i casi, era di 4,9 w/kg.
Chi mastica un po' di ciclismo e di watt sa che la potenza di picco è spaventosa, mentre il wattaggio al kg è piuttosto basso per un professionista.
Questo ci permette di capire come le caratteristiche fisiche, ed i relativi power profile dei corridori, sono molto diversi in base alle caratteristiche.
Un corridore da corse a tappe, o comunque uno scalatore, necessita di maggiore resistenza e meno potenza di picco. Il suo power profile, dunque, avrà quasi sempre un valore superiore ai 6 watt/kg sui 20', ma una potenza sui 5 secondi molto bassa.
Al contrario, Kittel incarnava perfettamente il power profile del velocista puro: un rapporto peso/potenza più basso negli sforzi di lunga durata, ma una potenza esplosiva mostruosa.
Non è un caso che il tedesco faceva sempre fatica a superare le salite, anche non troppo, impegnative, ma quando era in condizione era quasi imbattibile in volata.
Il corridore tedesco, infatti, commentando i suoi dati ha affermato che aveva bisogno di mantenere quel peso per poter vincere: “La mia forza era lo sprint e avevo bisogno dei muscoli e di conseguenza del peso per farlo al meglio. Se avessi perso cinque chilogrammi sarei stato comunque uno dei più pesanti del gruppo, ma forse non più il più veloce".
La ricerca ha anche confrontato i dati di ciascuna delle quattro edizioni del Tour de France, rivelando che la lunghezza media delle tappe era compresa tra 159 km nel 2013 e 176 km nel 2017 e che la potenza media di Kittel per ogni tappa variava tra 256 watt (2,88 w/kg) nel 2017 e 264 watt (3,02 w/kg) nel 2016.
Nella conclusione, i ricercatori hanno affermato cose che ai più possono sembrare banali, ma che trovano spiegazione nei numeri:
“Con un valore di FTP relativamente inferiore rispetto ai corridori da corse a tappe, finire un grande giro è estremamente faticoso per un velocista puro.
Il carico medio giornaliero è superiore di circa il 10% e il velocista trascorrerà dal 5% al 10% in più di tempo nelle zone ad alta intensità rispetto ad un corridore da classifica generale.
Le tappe di montagna poi, pongono questo tipo di corridori in ulteriore difficoltà visto che devono affrontare i passi di montagna, soprattutto i primi di tappa, ad alta intensità per evitare il rischio di rimanere soli".
Non è un caso, infatti, che nel ciclismo attuale, caratterizzato da ritmi elevatissimi e percorsi sempre più difficili, gli sprinter “alla Marcel Kittel” trovino sempre più difficoltà.
E' più frequente osservare un nuovo profilo di velocista, più completo, capace di esprimere picchi di potenza elevati, ma in grado di esprimersi al meglio anche in salite brevi e di difendersi in quelle molto lunghe.
Corridori che lottano fino all'ultima tappa per la maglia di leader della classifica a punti come Sagan, Demare, Bennet, tanto per citarne alcuni.
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Sull'autore
Emanuele Marianeschi
Pedalo dall’età di 9 anni e ho fatto della bici la mia passione. La mia prima gara in BMX, poi tanti anni passati inseguendo il sogno del professionismo su strada. Negli ultimi anni nelle categorie amatoriali ho trovato il mio equilibrio tra lavoro, famiglia e passione. Sono alla costante ricerca di nuove esperienze perché la bici mi piace interpretarla a 360 gradi. Con bicidastrada.it vorrei portarvi in sella con me e trasmettervi il mio amore per il ciclismo