Quando a 100,8 km dall'arrivo del Mondiale di Zurigo lo sloveno si è alzato sui pedali lasciando sul posto tutti favoriti, il mondo per un attimo si è fermato. In fondo avevamo già intuito che quell'allungo sarebbe stato il prologo dell'ennesima impresa. Per capire quanto forte è andato Pogačar abbiamo analizzato i dati condivisi su Strava dal francese Pavel Sivakov (foto sotto), uno che Tadej lo conosce bene visto che durante la stagione veste i panni del gregario di lusso dello sloveno nell'UAE Team Emirates.
Sivakov è stato l'ultimo ad arrendersi al dominio straripante di Pogačar, che in Svizzera ha firmato una cavalcata solitaria di 51,7 km seconda solo a quella del nostro Vittorio Adorni (Imola 1968).
Calcolo o pazzia?
Avevamo racchiuso i dati sulla velocità nell'articolo qui sotto.
Di seguito analizziamo il tratto in cui Sivakov è rimasto solo con Pogačar, anche se ha tirato molto meno dello sloveno: più o meno un giro pieno, dai meno 78 a i meno 51,7 km all'arrivo.
Il corridore russo naturalizzato francese aveva allungato in precedenza sul Witikon (meno 127 km all'arrivo), anticipando l'azione dello sloveno assieme ad altri nove contrattaccanti tra cui il nostro Mattia Cattaneo e lo sloveno Jan Tratnik.
Tratnik che a sua volta si stacca dal gruppetto per far rientrare Pogačar fino a mettere la freccia a sinistra al terzultimo passaggio sullo strappo di Zürichbergstrasse (foto sotto): 800 metri, pendenza media 7,1%, pendenza massima 17,2%.
Qui Pogačar apre il gas per la seconda volta: resistono solo Kevin Vermaerke (Stati Uniti che di lì a poco alzerà bandiera bianca) e Sivakov che di conseguenza per chiudere il buco e tenere lo sloveno copre gli ultimi 400 metri a 637 watt medi (che con un peso di 70-71 kg equivalgono a circa 9 w/kg) con un picco di 796 watt su pendenze tra il 9 e il 18,1 %.
A far impressione è la velocità fatta registrare dal francese in questo breve, ma impegnativo segmento: 23,2 km/h di media. Senza dimenticare che tutto ciò non basta per tenere le ruote di Pogačar: Sivakov scollina stremato a 3'' dallo sloveno in totale controllo.
I due tornano assieme quando mancano poco più di 75 km all'arrivo e viaggiano di comune accordo.
Sivakov e Pogačar rimangono assieme per 40' e volano a 43,5 km/h di media dopo aver superato il fatidico muro dei 200 km di gara.
La potenza normalizzata del francese (NP) è di 422 watt. 380, invece, i watt medi.
Quanto forte è andato Pogačar? Sivakov dà tutto e scoppia
La corsa si decide al penultimo giro sempre sullo strappo di Zürichbergstrasse. Pogačar è in testa, Sivakov a ruota.
Poco prima dell'incrocio con Rämistrasse la pendenza è dell'8,1%.
I due viaggiano a oltre 30 km/h. Pogačar continua regolare, Sivakov cede.
Lungo il falsopiano il francese non riesce più a spingere con continuità e nel tratto più duro non va mai oltre i 480 watt: una bella differenza rispetto al giro precedente.
Quando mancano 45 km all'arrivo, sull'allungo di Evenepoel, Sivakov perde le ruote del gruppo dei migliori e tira in remi in barca. Al traguardo sarà 35° a 6'40'' da Pogačar.
A lui va il plauso di averci provato.
I numeri fatti registrare dal francese (qui sotto una panoramica) ci raccontano di riflesso quanto forte è andato Pogačar.
Foto in apertura: UAE Team Emirates / Sprint Cycling Agency
QUI la classifica completa del Mondiale 2024.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.