Non è uno smart trainer, non è un cavalletto e non si tratta di uno strumento ad infrarossi dedicato alla biomeccanica... A questo punto la domanda sorge spontanea: cos'è quello strano macchinario utilizzato dal team Lidl-Trek al Tour de France?
Si tratta di un innovativo prototipo ideato da una piccola azienda belga.
Al Tour senza lubrificante
Una scelta controcorrente e mai vista prima d'ora.
In occasione della Grande Boucle, il team World Tour statunitense guidato dal nostro Luca Guercilena ha messo completamente da parte l'olio lubrificante dedicato alla catena grazie alla partnership con l'azienda belga Cyclowax.
Una giovane realtà fondata nell'estate del 2020 da tre ciclisti appassionati: Jakob Lorré, Philippe De Naeyer e Frederik Neus.
La proposta di Cyclowax è chiara: rendere facile e accessibile la ceratura a caldo della catena.
Una soluzione che mantiene pulita la trasmissione, agevola le operazioni di manutenzione e aumenta la vita utile dei componenti.
Senza dimenticare la questione del minor attrito che ha a che fare con i guadagni marginali (marginal gains).
Non è un caso se le catene "cerate" vengono utilizzate anche in occasione dei tentativi di Record dell'Ora.
La cera a caldo, infatti, penetra in profondità, si "aggrappa" alle maglie della catena e respinge sporco e detriti che possono essere facilmente eliminati grazie ad una sciolinatura regolare di 10' a 100°C.
Ne avevamo parlato nell'articolo qui sotto.
Cyclowax: dal Belgio il kit per la ceratura a caldo della catena
Al Tour ogni Trek Madone Gen 8 utilizzata da Ciccone e compagni è allestita, quindi, con una catena priva di lubrificante.
Cambia poco o nulla per i meccanici al termine di ogni tappa.
Prima di dare il via alle ordinarie operazioni di pulizia e controllo le catene vengono rimosse grazie alle false maglie e di conseguenza destinate a due vasche ad ultrasuoni (foto sotto).
La prima stazione pulisce e applica una cera base (primer), la seconda esegue un bagno con cera performance additivata al grafene.
Questa combinazione è stata utilizzata con successo anche in occasione della 9° tappa, quella degli sterrati.
Solo una bici viene esclusa da questa prassi...
La Madone di Stuyven e quello strano macchinario
Veniamo alla domanda d'apertura.
Cyclowax al Tour sta sperimentando un prototipo che permette di sciolinare a caldo la catena senza smontare il componente.
Ogni ciclo di manutenzione richiede dai 15' ai 30'.
La bici utilizzata da Stuyven viene agganciata alla postazione alimentata elettricamente subito dopo il lavaggio e l'asciugatura.
Lo strumento scalda e applica la cera e al tempo stesso esegue delle microrotazioni della trasmissione automatizzando di fatto il processo.
Cyclowax al momento non ha rivelato ulteriori dettagli visto che questa innovazione è in attesa del brevetto.
L'idea dell'Azienda, però, è quella di mettere a disposizione del pubblico il prodotto nelle prossime settimane.
Nessuna indiscrezione, al momento, per quanto riguarda il prezzo.
Il passaparola tra i pro'
Tra i fan della ceratura a caldo c'è anche Greg Van Avermaet. Un aneddoto merita di essere raccontato...
L'ex campione olimpico nella primavera dello scorso anno acquista regolarmente un kit. Jakob, uno dei fondatori, quando vede il nome del campione olimpico tra gli ordini, alza il telefono. Da questo contatto nasce un'amicizia e una collaborazione.
Oggi Van Avermaet è uno degli undici profili che hanno deciso di investire nella crescita di questa realtà.
E non solo.
A gennaio Van Avermaet invita Jakob nella sua villa a Calpe (Spagna) e gli fa conoscere Mads Pedersen (Lidl-Trek) che a sua volta mette alla prova il trattamento catena in allenamento e alla Gand-Wevelgem (foto sotto).
Pedersen se ne innamora e suggerisce al team questa soluzione.
Ecco perché al Tour il team Lidl-Trek sta utilizzando questo strano macchinario...
Per maggiori informazioni: cyclowax.com
QUI tutte le news e gli ultimi aggiornamenti sui guadagni marginali.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.