La tomaia come una tela e le scarpe Gaerne G.STL di Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) diventano un quadro.
Il ciclista eritreo, ad oggi vincitore di tre tappe al Tour de France nonché titolare della Maglia Verde della classifica a punti, non è stato fortunato nel finale della 16° tappa a causa di una caduta.
Nonostante i due punti di sutura al gomito destro e diverse contusioni, Girmay proseguirà comunque il suo viaggio verso Nizza.
Ci ha pensato Gaerne a tirare su di morale Bini che alla Grande Boucle ha scritto un'altra pagina di storia del ciclismo: mai un africano nero aveva vinto una tappa al Tour de France.
L'azienda di Coste di Maser (TV), fondata e ancora oggi guidata da Ernesto Gazzola (foto sotto), ha consegnato a Girmay una scarpa G.STL caratterizzata da una livrea celebrativa.
Le Gaerne di Girmay? Sono l'opera di un artista
Non è la prima volta che Gaerne realizza calzature personalizzate per i propri Campioni.
Come successo per l'edizione limitata GE.60, la tomaia è stata decorata a mano libera dall'artista Morris Spagnol secondo i principi dell'Action Painting, una corrente nata negli Stati Uniti durante il secondo dopoguerra.
L'applicazione del verde su fondo bianco con gesti rapidi e spontanei ha dato vita ad un motivo astratto unico e irripetibile impreziosito dalla bandiera nazionale dell'Eritrea.
Gaerne per rendere ancora più esclusive queste scarpe dedicate a Girmay ha chiesto a Spagnol di decorare anche la scatola (foto sotto).
Sul fronte un'incisione che accosta il nome del Campione a quello delle moglie Saliem e della figlia Leila.
L'esemplare è unico e non è destinato alla vendita.
Per maggiori informazioni: gaerne.com
Foto in apertura: Alessandro Volders / @cyclingmedia_agency
Qui sotto i dettagli della G.STL realizzata per Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team).
Una Gaerne G.STL personalizzata per Vendrame. La userà nella tappa di Treviso
Condividi con
Tags
Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.