Danny, tramite e-mail
Salve,
come si sceglie la lunghezza delle pedivelle della bici da corsa e della Mtb?
Grazie
Risponde Nicola Checcarelli
Ciao Danny e grazie per averci scritto.
La scelta della lunghezza delle pedivelle della bici costituisce un argomento delicato e interessante, anche se spesso sottovalutato, in particolare quando si acquista una bici completa.
In questi casi, infatti, di solito si mantiene l’allestimento di serie proposto dal produttore, anche perché difficilmente il negoziante è disposto a sostituire una guarnitura senza costi aggiuntivi.
In realtà, però, la corretta lunghezza delle pedivelle può migliorare la resa biomeccanica della pedalata e, cosa non trascurabile, ridurre il rischio di infortuni.
COS’E' LA PEDIVELLA
La lunghezza della pedivella rappresenta la distanza tra il centro del movimento centrale e il centro dell’asse del pedale.
Le lunghezze più diffuse sono 170, 172,5 e 175 mm, ma sul mercato è possibile trovare pedivelle tra i 165 e i 180 mm.
Per le categorie giovanili esistono misure ancora più corte, che sono sempre da preferire durante la fase dello sviluppo.
La pedivella della bici è considerata una leva di secondo genere, poiché la forza resistente, che si applica nel punto di tiro della catena, si trova nel mezzo tra il fulcro (movimento centrale) e il punto di applicazione della forza (pedali).
Da un punto di vista fisico, detto in modo molto semplicistico, la pedivella "moltiplica" la forza che noi siamo in grado di esprimere sul pedale.
A parità di forza espressa sul pedale, più la pedivella è lunga e più sarà la coppia di forza trasmessa alla guarnitura.
Meglio, dunque, utilizzare una pedivella più lunga possibile?
Le cose non sono così semplici, poiché l’espressione della potenza è il risultato della coppia di forza per la velocità angolare (cadenza di pedalata).
Ne abbiamo parlato in modo più approfondito in questo articolo.
Una pedivella più lunga provoca un aumento della circonferenza da percorrere durante la pedalata, rendendo più difficile mantenere alte cadenze di pedalata.
L'obiettivo finale è quello di trovare il migliore equilibrio possibile e, per farlo, è necessario tenere conto di vari fattori.
In primo luogo le misure antropometriche del soggetto, ma anche lo stile di pedalata, la tipologia di gara a cui si prende parte e, non ultimo, le sensazioni personali.
VALUTAZIONI ANTROPOMETRICHE
La lunghezza delle pedivelle della bici, in primo luogo, è correlata alle caratteristiche fisiche del soggetto.
Si fa riferimento all’altezza, ma soprattutto alla lunghezza del cavallo e, per essere più precisi, alla lunghezza del femore: un cavallo più lungo, associato magari ad un femore lungo, normalmente richiede una pedivella più lunga.
E’ a questi dati che fanno riferimento i principali produttori nella scelta della componentistica per le bici da immettere sul mercato: fino alla misura 50, di solito, troviamo pedivelle da 170 mm, da 52 a 56 da 172,5 mm e oltre 56 da 175 mm.
Qui sotto riportiamo due tabelle, a mero titolo esemplificativo, che mettono in correlazione la lunghezza delle pedivelle con quella del cavallo e con quella del femore.
Quest’ultimo costituisce il dato più indicativo, ma per effettuare una misurazione davvero precisa servirebbe fare una radiografia.
Altezza cavallo in cm | Lunghezza pedivella in mm |
70-73 | 165 |
74 - 77 | 170 |
78 - 81 | 172,5 |
82 - 85 | 175 |
86 - 89 | 177,5 |
90 - 93 | 180 |
Lunghezza femore in mm | Lunghezza pedivella in mm |
300 | 160 |
320 | 165 |
330 - 360 | 167,5 |
380 - 400 | 170 |
420 | 172,5 |
440 | 175 |
460 - 480 | 177,5 |
500 | 180 |
La seconda tabella fa riferimento agli studi del dott. Haushalter sul rapporto proporzionale tra l’asse biomeccanico del femore e la lunghezza della pedivella. La lunghezza delle pedivelle, però, è stata arrotondata facendo riferimento alle misure reali disponibili sul mercato.
Fino a qualche tempo fa i valori antropometrici, insieme alle sensazioni del ciclista, costituivano l’unico riferimento utile nella scelta della pedivella.
Negli ultimi anni, grazie ai misuratori di potenza e agli studi di laboratorio, è stato possibile effettuare delle valutazioni più approfondite, di cui vi parleremo a breve.
PRINCIPALI DIFFERENZE
Una pedivella corta riduce la circonferenza che il piede deve percorrere per effettuare una pedalata completa.
Dunque, a parità di rapporto e forza esercitata sul pedale, favorisce una cadenza più elevata.
Viceversa, una pedivella lunga permette di tirare rapporti più duri con maggiore facilità, ma rende più difficile mantenere una cadenza elevata.
Per questo motivo le pedivelle più corte sono consigliabili per chi si cimenta in gare con numerosi cambi di ritmo e per coloro che intendono privilegiare l’agilità.
Le pedivelle lunghe, invece, sono più adatte a sforzi costanti, come ad esempio le cronometro.
Ma anche a chi affronta tante salite a ritmo regolare, come spesso accade nelle Granfondo.
Detto questo, non possono essere trascurate le sensazioni personali e lo stile di pedalata.
Chi privilegia una pedalata di forza, a cadenze piuttosto basse, potrebbe trovarsi meglio con una pedivella lunga.
Chi invece viaggia sempre a cadenze elevate avrà una pedalata più naturale con una pedivella corta.
COSA DICE LA SCIENZA
Negli ultimi 20 anni sono stati effettuati una serie di test di laboratorio, che hanno fornito dei risultati interessanti, anche se non ci sono delle vere e proprie evidenze scientifiche oggettive, perché ogni soggetto reagisce in maniera personale e diversa al cambio di lunghezza delle pedivelle.
Di ciò si trova riscontro sui campi di gara, anche prendendo in considerazione ciclisti professionisti: atleti con le stesse misure antropometriche utilizzano pedivelle di misura diversa e viceversa.
La prima cosa da mettere in chiaro è che la differenza di espressione di potenza tra le varie lunghezze di pedivella è davvero limitata.
Non aspettatevi, perciò, vantaggi enormi dal cambio di aste.
Uno dei principali studi a riguardo (Martin et. Al., 2001) ha rivelato una differenza di potenza espressa di solo il 4%, prendendo in considerazione una range da 120 a 220 mm, quindi ben più ampio di quello che esiste nella realtà.
Le differenze più significative sono state registrare con differenze di lunghezza tra i 35 e i 50 mm, mentre su strada parliamo di variazioni di 2,5, massimo 5 mm di lunghezza.
Considerando che le differenze nell’espressione delle potenza sono così limitate, conviene focalizzare l’attenzione sul miglioramento della biomeccanica e dell’efficienza della pedalata.
In questo senso, la pedivella più lunga presenta uno svantaggio oggettivo, cioè comporta una maggiore flessione del ginocchio al punto morto superiore (pedivella in verticale verso l’alto) e di conseguenza anche un angolo più chiuso tra busto e femore.
Ciò può aumentare il rischio di infortuni da sovraccarico al ginocchio, ma ha anche un risvolto sull’assetto in sella.
Un angolo anca-femore più chiuso rende difficile piegarsi in avanti e dunque mantenere la posizione aerodinamica (ricordate che è molto più facile guadagnare watt migliorando la posizione aerodinamica che con il duro allenamento).
Inoltre, peggiora leggermente la respirazione e aumenta la pressione su visceri e arteria femorale.
QUANDO EFFETTUARE LE MODIFICHE
Modificare la lunghezza delle pedivelle della bici comporta il cambiamento degli angoli lungo l’intero ciclo di pedalata.
La prassi, nella maggior parte dei casi, è quella di alzare la sella in caso di passaggio a pedivelle più corte e di abbassarla se si adottano pedivelle più lunghe (la modifica della sella deve corrispondere alla differenza di lunghezza di pedivella adottata).
Questo aggiustamento, però, è incompleto e non del tutto corretto, poiché al variare della lunghezza delle aste non cambia solo l’altezza della sella.
Per questo, in caso di cambio di lunghezza delle aste, sarebbe opportuno rivedere l’assetto in sella e prevedere un adeguato periodo di adattamento.
Da queste valutazioni appare chiaro che cambiare la lunghezza delle pedivelle della bici nel corso della stagione, quando l’attività ciclistica è ai massimi livelli e si effettuano spesso sforzi intensi, non è la soluzione migliore.
Meglio farlo alla fine della stagione, o comunque in corrispondenza di periodi di stacco, per potersi adattare con gradualità al nuovo stile di pedalata.
CONCLUSIONI
L’esperienza sul campo e le analisi scientifiche ci dicono che non esiste una regola universale, poiché ogni soggetto risponde in maniera diversa al cambio di misura di pedivella.
A livello amatoriale, il consiglio è di evitare misure estreme e di fare riferimento alle tabelle dei valori antropometrici come punto di partenza.
Tuttavia, se siete al limite tra due lunghezze, le analisi scientifiche più recenti consigliano di adottare la misura più corta, poiché a fronte di una perdita di potenza praticamente insignificante, si possono ottenere diversi vantaggi a livello biomeccanico e posturale:
- riduzione del rischio di infortuni al ginocchio;
- maggiore cadenza a parità di rapporto e potenza espressa;
- maggiore facilità di flessione del busto e quindi miglioramento della posizione aerodinamica;
- miglioramento della respirazione e riduzione della pressione sulle arterie femorali grazie ad un angolo anca-femore più aperto.
In merito all'utilizzo di pedivelle corte, date un'occhiata a questo articolo di Juri Ragnoli, in cui spiega la sua scelta di usare la misura da 165 mm per affrontare la stagione mtb 2020.
Effettuate il cambio di pedivelle sempre a fine stagione, o comunque in corrispondenza di periodi di stacco, e concedetevi il giusto tempo all’adattamento.
Se poi volete valutare in modo scientifico la pedivella più adatta alle vostre esigenze, considerate di rivolgervi ad un biomeccanico competente.
Per quanto riguarda la scelta delle pedivelle in Mtb, vi suggeriamo questo articolo pubblicato su MtbCult.it
Se questo articolo vi è piaciuto, qui trovate altri contenuti dedicati a biomeccanica e consigli tecnici pubblicati su BiciDaStrada.it
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.