"Ma davvero vieni al lavoro in bici da là? Sei brava, io non ce la farei mai".
Quante volte mi sono sentita dire questa frase.
Ma io non sono brava.
Io non saprei fare diversamente.
Perchè per me non è normale restare seduta tutto il giorno come mi capita purtroppo spesso per lavoro. Quando posso scegliere se stare ancora seduta in macchina per arrivarci, o se andarci in bici, al lavoro, la scelta mi sembra ovvia.
Da quando abbiamo iniziato a pensare che sia normale la vita che facciamo?
Che sia normale vivere piegati in due su una sedia, un sedile o un divano, al chiuso dentro qualche sorta di edificio o oggetto e con una temperatura costante di venti gradi centigradi?
Questo non è normale, e il corpo lo sa benissimo. Solo che lo abbiamo anestetizzato.
Ma basta provare. È quello che dico sempre a chi mi dice “sei brava”.
Tu prova.
Prova a vedere che effetto fa. Fare fatica, sudare, prendere la pioggia.
Perché queste sì che sono cose normali.
Pensate di non avere tempo per andare in bici al lavoro.
Per la maggior parte di noi lo stesso tragitto percorso in bici ha sicuramente una durata simile, se non minore. E poi proviamo a guardare quanto tempo passiamo ogni giorno a guardare il nostro telefono. Una parte di quel tempo non potrebbe forse essere utilizzata meglio per uno spostamento in bici?
Non mi fa contenta sentirmi dire che sono “brava”, perchè finché io sarò considerata “brava” vorrà dire che la “normalità” sarà questa.
E poi non sono brava, ho preso delle cosiddette “buone abitudini”. Un’espressione che ci fa pensare al filo interdentale o alla meditazione alle 5 del mattino.
Ma un’abitudine è buona quando sentiamo chiaramente che ci fa stare meglio, in tutti i sensi.
Non è solo questione di salute, o di economia, o di una società migliore.
È questione che andare in bici è bello.
È divertente.
È rilassante.
E se molti lo fanno per sport, perché non farlo anche in quei chilometri che ogni giorno percorriamo in auto?
Per me è iniziata così. Facevo 50 km al giorno in auto per andare e tornare dal lavoro. Poi arrivavo a casa, prendevo la mia bici e ne facevo altri 50 almeno per allenarmi.
Mi sentivo ridicola.
Come chi mette il dolcificante nel caffè mentre mangia un bombolone con la crema. Come parcheggiare attaccati alla porta della palestra.
Non è facile prendere delle abitudini differenti da quelle consolidate, questo lo sappiamo.
Ma tu prova.
Perchè prometto che ne vale la pena.
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Sull'autore
Silvia Marcozzi
Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.