L'avevamo scovata a inizio maggio al Bike Festival di Riva del Garda (TN) ai margini dello stand Vision e FSA. La Whistle Vaero era giusto dietro le bici dei Pro', allestita con le ruote Vision SC45 che avevamo avuto modo di vedere da vicino e testare in anteprima (QUI la prova delle SC60).
La Vaero ci aveva colpito per il design moderno ed elegante, una lista montaggio di tutto rispetto (gruppo Shimano Ultegra R8100 Di2 12v, manubrio integrato Vision Metron 5D, sella Fizik Anteres Vento R1, pneumatici Continental Grand Prix 5000), il peso (7,8 kg in taglia 54) e non da ultimo il prezzo.
A inizio maggio la bici veniva proposta al prezzo lancio di 4.099 euro. Oggi servono 4.499 euro (listino 2025), una condizione più allineata alla concorrenza.
Attenzione però... Online e nei negozi fisici lo street price può scendere e non di poco: si arriva anche a 3.499 euro. Difficile trovare di meglio a questo prezzo...
Al netto dei ritocchi commerciali la Whistle Vaero è e rimane una bici molto interessante anche alla luce dell'omologazione UCI.
La curiosità di voi lettori nei confronti di questo modello era anche la nostra.
Non abbiamo resistito, ce ne siamo procurati una e l'abbiamo messa alla prova...
Corsaiola, ma non troppo aggressiva
Sono cinque in tutto le taglie telaio disponibili.
Io ho scelto la tg. 49, la più piccola. Sono alto 168 cm e ho un cavallo pari a 78 cm. La mia altezza sella si aggira attorno i 69,5 cm.
In questa misura il rapporto stack-to-reach di 1,35 lascia intravedere un assetto corsaiolo, ma non troppo estremo. Un equilibrio che si riflette anche su angolo di sterzo (71°) e angolo piantone (75°).
Il retrotreno più "dritto" spinge in avanti il ciclista e dà il suo contributo in fase di accelerazione (la bici è piuttosto pronta grazie anche ai foderi bassi del carro da 408 mm) mentre l'angolo di sterzo più "sdraiato" tende a restituire un mezzo più stabile e progressivo in fase d'impostazione delle traiettorie.
Una considerazione va fatta sul manubrio Vision: il reach accentuato del Metron 5D (80 mm) unito alla tipica angolazione in avanti tendono ad allontanare la presa sulla leva.
L'esemplare in nostro possesso è allestito con il manubrio integrato Metron 5D Evo presentato questa primavera (a breve il test).
Così allestita la bici completa in tg. 49, senza pedali, pesa 7,48 kg.
Whistle Vaero: quel "curioso difetto"
Mi ha colpito la frase pronunciata da un amico di pedale al primo colpo d'occhio: "Questa bici ha un solo difetto: la scritta sul tubo obliquo!".
Vero, sotto un certo punto di vista.
Se da un lato la Vaero riposiziona il marchio Whistle nell'alto di gamma c'è da dire che non si tratta di una bici particolarmente esposta dal punto di vista mediatico. Il richiamo, l'emozione, mettiamoci anche la rivendibilità di Whistle rimane inferiore rispetto al fascino esercitato dai brand più in vista.
Ne consegue che alla Whistle Vaero spesso si preferisca una bici usata di marchi più noti, ed è un peccato. Perché dopo averla messa alla prova c'è veramente poco da rimproverare.
Come spesso accade i limiti tecnici emergono quando si inizia ad alzare realmente l'asticella (qui ci sarebbe da porre una riflessione su quando e quanto noi amatori siamo in grado realmente di portare al limite una bici, ma andiamo avanti).
La prova su strada
Il collaudato mix di fibra di carbonio Torayca T700 e T800 che compone la laminazione del telaio nel complesso svolge bene il suo compito, ma restituisce sensazioni che non reggono il confronto con le bici (più costose) di ultima generazione.
È una questione che ha a che fare con il modulo elastico (MPa).
La bici tende a essere un po' "sorda" su tratti caratterizzati da asfalto ruvido o sconnesso. In pratica trasmette un po' di più le vibrazioni al ciclista. Non si tratta di un difetto, visto che questo comportamento è da ricondurre alle caratteristiche meccaniche del composito utilizzato.
Non dimentichiamo, inoltre, che il tutto si può compensare allestendo un sistema ruota tubeless con copertura 30 mm (sezione massima consentita) e pressioni di gonfiaggio leggermente più basse.
I tessuti T700 e T800 sono caratterizzati da una minor quantità di fibra di carbonio e cedono qualcosa in termini di rigidezza torsionale.
Una sfumatura che si avverte a seguito di una vigorosa partenza da fermo o quando si inizia a spingere forte su salite oltre il 10% alzandosi sui pedali.
A mio avviso queste condizioni piuttosto estreme contribuiscono a tracciare un distinguo netto tra la Whistle Vaero e i modelli d'alta o altissima gamma, come la Pinarello Dogma F, bici che sto utilizzando in questo periodo allestita peraltro con ruote simili per larghezza canale interno e tipologia di pneumatico.
Whistle Vaero: In conclusione
A conti fatti la Whistle Vaero è una bici onesta, ben equilibrata che sposta l'ago della bilancia verso la performance al punto che non esiterei ad utilizzarla in competizione.
Se vi state guardando intorno questo modello che nasce dalla divisone sport di Atala non è assolutamente da sottovalutare, specie per rapporto qualità dell'allestimento/prezzo.
La garanzia è di due anni e la rete vendita/assistenza è piuttosto capillare su tutto il territorio italiano.
QUI potete trovare tutti i rivenditori autorizzati Whistle.
Se avete in programma una visita all'Italian Bike Festival passate allo stand Whistle (O20).
A Misano verranno annunciate altre due interessanti novità...
Per maggiori informazioni: whistlebikes.com
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.