Strava, al di là dell’anima social che la contraddistingue, è soprattutto una grande motivatrice.
E’ un App, è un social network di ciclisti (e di sportivi in generale), è un allenatore, un generatore di motivazione, entusiasmo e soddisfazione personale.
Insomma, un qualcosa che dà dipendenza, una piacevole dipendenza sia chiaro, ma che richiede comunque una certa dose di buon senso per evitare di imbattersi in overtraining e in situazioni potenzialmente molto pericolose per la propria e altrui sicurezza.
Insomma, come per tutte le cose, serve cervello.
I segmenti (tratti di strada registrati su Strava per i quali esiste una classifica), i PR (ovvero personal record su un dato segmento) e i KOM (King of Mountain, cioè il miglior tempo assoluto su un dato segmento) oppure i QOM (Queen of Mountain per le donne) sono termini che oggi sono di uso comune per milioni di ciclisti in tutto il mondo.
Con questo articolo vogliamo spiegarvi che cos’è la sfida invisibile di Strava e come noi di BiciDaStrada.it (ed MtbCult.it) la viviamo quotidianamente, usando questa applicazione anche per finalità lavorative.
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It’s been a crazy fast ride together. Team building ride ✅ Next time even faster... ? #bicidastrada
Anzi, a tale riguardo vi invitiamo ad iscrivervi ai Club Strava di BiciDaStrada.it e di MtbCult.it, anche per seguire le nostre attività e capire dove testiamo le bici.
Nel seguito dell’articolo vogliamo raccontarvi come è iniziata la nostra relazione con Strava e come il buon senso l’ha modificata nel corso degli anni.
Siamo certi che vi sarà molto utile…
SIMONE LANCIOTTI
Ho scoperto Strava in un viaggio di lavoro negli States nel marzo del 2012, quando alcuni colleghi americani mi parlarono di questa App come “una figata, la devi assolutamente scaricare”.
E così feci, entrando nel loop immediatamente.
Tornato in Italia, iniziai a creare segmenti ovunque, a diffondere la voce e a iniziare una sfida continua con i miei amici biker.
Un delirio…
Ogni discesa era una gara.
Ogni sentiero aveva uno o più segmenti.
Ogni uscita in Mtb era una sfida non solo con me stesso, ma anche con tutti i miei amici.
Bellissimo!
Salvo che qualche volta si esagerava e ci si ritrovava a fare i conti con cadute e situazioni non proprio piacevoli da gestire se si è da soli in bici.
Quindi, mi diedi una calmata.
Ma solo per un po’.
Poi dopo anni tornai sulla bici da strada e lì mi accorsi che Strava era tutta un’altra faccenda.
Dalla discesa ci si spostava sulla salita, sulla pianura, sulla collina e, in generale, in tutte quelle situazioni in cui era il proprio motore la discriminante.
Qui, acciuffare KOM, è un’impresa ardua, quasi impossibile se in testa alla classifica c’è un pro’, e ci si “rifugia” nel migliorare i proprio PR, che è comunque una sfida per nulla facile.
Però tornare a casa e sapere che la propria piccola grande impresa in bici in solitaria può essere apprezzata e compresa da altri ciclisti e magari ispirarne altri a fare altrettanto amplifica la soddisfazione già immensa di quella piccola grande impresa in solitaria.
Ed è così che oggi uso Strava: in Mtb per me conta la discesa (e talvolta anche la salita), su strada contano la salita e la pianura.
Dove l’uso dei Live Segments è, per me, un metodo incredibile per migliorarsi, ogni tanto: sapere come stai andando mentre affronti un segmento ti aiuta a capire come gestirti e quanto puoi effettivamente spingere ancora.
Basta farne un uso accorto…
Per chiudere, la discesa su strada, secondo me che sono soprattutto un biker, è troppo pericolosa e per scelta qui non mi dedico a rincorrere PR, né tanto meno KOM.
Qui il mio profilo Strava
NICOLA CHECCARELLI
Il mio profilo Strava, dove è registrato veramente tutto, dice che la data del primo accesso è il 5 settembre 2013 (mi sembrava molto più recente, come passa in fretta il tempo…).
Nel 2013 Strava non era ancora così popolare.
Gli iscritti erano molti di meno, così come i segmenti che potevi trovare on line.
Parlando con alcuni compagni di uscite che erano già membri, mi sono convinto a provare questa piattaforma dedicata solo ed esclusivamente a condividere l’attività che più amiamo.
Il successo di Strava forse è dovuto proprio a questo: si basa sulla condivisione delle tue attività con gente che ha la tua stessa passione e condivide il tuo stesso mood.
E’ iniziata in modo soft, ma oggi non credo che potrei farne a meno…
Attenzione, dà dipendenza…
Diciamo la verità: la prima cosa che faccio appena rientrato da un allenamento tirato è controllare se il mio Garmin ha già caricato il giro su Strava e se ho ottenuto qualche trofeo.
Come tutti i social, perché di social si tratta, anche Strava dà dipendenza.
E da quello che sento, non sono uno degli utilizzatori più fanatici.
E’ il mio diario dell’allenamento
Oggi Strava è diventato il mio diario di allenamento.
Posso ritrovare i km che ho percorso durante tutte le ultime stagioni, quanto dislivello ho superato, quante sono le uscite medie a settimana e il chilometraggio mensile.
Se lo desidero posso riportare nelle note anche il tipo di lavoro fatto e che bici ho utilizzato (molto utile, ad esempio, per individuare con esattezza il chilometraggio che percorro con le bici in test).
In pratica ha sostituito il diario cartaceo che tenevo quando facevo (seriamente) agonismo e che oggi non avrei più tempo e voglia di aggiornare quotidianamente.
Live segments? Per me no, grazie
I live segments permettono di visualizzare sul Garmin o su altri dispositivi (se connessi al telefono) i segmenti in tempo reale.
In pratica, appena incroci un segmento lungo il tuo tragitto, il ciclocomputer ti avvisa e ti fornisce l’indicazione sulla tua performance, segnalando di quanto sei avanti o dietro rispetto al tuo miglior tempo o il Kom.
Ho provato a tenerli attivi per un po’, utilizzando solo alcuni segmenti preferiti, ma poi li ho eliminati perché, anche non volendo, ogni segmento si trasformava in una gara.
Attenzione a non diventare schiavi dei Kom
Vi dico solo questo: ho un gruppo Whatsapp con degli amici che ha come nome “TossiKOMani”.
I segmenti ormai sono milioni e la possibilità di cronometrarli e di condividere la propria prestazione con tutti gli amici è una “droga pericolosa”.
La tentazione di affrontare a tutta ogni salita, consapevoli che in quel tratto c’è un potenziale Kom da conquistare, è sempre molto forte.
Vedo gente perdere Kom, ricevere la notifica e cambiarsi all’istante per uscire in bici e tentare di riconquistarlo.
Va bene il divertimento, ma attenzione a non esagerare e finire in sovrallenamento da caccia di Kom.
Inoltre, visto che ormai sono tanti anche i segmenti in discesa, non dimenticate mai di pedalare in sicurezza.
Insomma, va usato con intelligenza e consapevolezza.
E’ uno strumento eccezionale per effettuare test e confronti
Utilizzato nel modo giusto, però, è un valido strumento di allenamento e un modo per effettuare test e confronti delle proprie prestazioni.
Personalmente ho individuato alcuni segmenti test (uno su salita breve e dura, uno sui 20 minuti e uno su salita più lunga) dove periodicamente mi metto alla prova.
Non mi interessa il tempo degli altri, quanto il riferimento rispetto ai miei migliori tempi per capire a che punto è la condizione.
E’ molto utile anche per vedere l’evoluzione delle proprie prestazioni nel corso delle stagioni.
Ad esempio, ogni anno partecipo con regolarità ad alcuni grandi eventi granfondistici e Strava mi offre la possibilità di analizzare com’è cambiata la mia prestazione negli anni, specie nei punti chiave.
A 40 anni se non è peggiorata è già un successo…
La versione Summit è un utile alleato per l’allenamento
La versione Summit (a pagamento) offre interessanti funzionalità in merito alla gestione dei dati di potenza, alla programmazione dell’allenamento, al meccanismo di gestione dei carichi di lavoro tramite la pagina fitness & freshness.
Forse non è completo come altri software di gestione dell’allenamento, ma per l’utente medio è più che sufficiente e ha un costo annuale non elevato.
Chi non ama la condivisione può anche utilizzarlo solo in questo modo, scegliendo le opportune opzioni per la privacy e creando un profilo privato.
Anche se in questo modo viene meno il vero senso di Strava…
Qui il mio profilo Strava
DANIELE CONCORDIA
Il mio rapporto con Strava è un rapporto... da biker!
Ho smesso di correre da elite nel 2012, all'epoca Strava c'era già, ma non era così diffuso, perlomeno io all’epoca non lo utilizzavo.
Sono tornato a pedalare con più costanza nel 2016, sentivo parlare di Strava e di Kom, ma ero uno di quelli che avrebbe giurato di poterne fare a meno.
E invece...
Invece è bastato scaricare l'App sullo smartphone, provare a registrare un paio di uscite e mi sono detto: «Però, figo questo Strava…».
Lo step successivo è stato comprare un Garmin al quale abbinare l'applicazione ed è iniziato il divertimento.
Utilizzo questa piattaforma per diversi motivi: per piacere personale, come sfida contro me stesso, per monitorare gli allenamenti, ma anche per lavoro.
I percorsi sui quali provo le bici test per MtbCult sono sempre gli stessi, quindi avere un dato abbastanza oggettivo sul riscontro cronometrico dei vari segmenti è molto utile per capire le potenzialità di questa o quella bici, ma anche per valutare a seconda del tempo come sono state le sensazioni.
Per i fini allenanti Strava è molto utile, ma io al momento non utilizzo la versione a pagamento Summit: non mi serve, preferisco monitorare i dati delle uscite con Garmin Connect, ad esempio, o con altri programmi, tipo TrainingPeaks.
Strava lo utilizzo per vedere i tempi sulle salite, confrontandoli con quelli degli altri, ma soprattutto con i miei vecchi record, per capire se sono migliorato oppure no.
Analizzando le sensazioni, i watt medi e i tempi spesso escono fuori dei risultati interessanti e inaspettati, che fanno capire fino in fondo come lavora il nostro organismo.
I Kom?
Sinceramente durante l'uscita penso a tutto, meno che ai Kom!
Sì, ok, arrivato a casa scarico i dati e do una sbirciatina, se il tempo viene da sé va bene, ma di sicuro non mi metto a lottare contro il mio avversario virtuale...
Mi è capitato più volte, invece, di stabilire il Kom proprio quando non me lo aspettavo, quando ero libero di mente o magari stavo facendo qualche lavoro specifico senza pensare a Strava.
D'altronde, secondo me, i risultati che contano sono quelli fatti in gara...
Per questo motivo non ho mai utilizzato la funzione Live Segments, mentre pedalo voglio essere libero e per lo stesso motivo non ho attivato nemmeno le notifiche smartphone sul Garmin.
Un'idea che non mi è mai passata per la testa è provare a fare un Kom in discesa su strada: in Mtb è diverso, il sentiero è quasi sempre libero, sei tu, la tua bici, la tua abilità e basta.
Con la strada aperta al traffico diventa davvero rischioso, per te e per gli altri, quindi meglio evitare, anzi, lo sconsiglio vivamente.
Ah, sinceramente non capisco nemmeno i ciclisti che hanno l'account Strava, si allenano tutti i giorni poi nascondono le uscite.
Però studiano bene quelle degli altri... ?
Per concludere, quindi, il mio rapporto con Strava è un rapporto equilibrato: lo uso con parsimonia, senza esasperazione e cercando di sfruttarne i lati positivi.
E a dir la verità lo uso anche con un po' di orgoglio, perché far parte di una community di soli ciclisti (e siamo tanti) mi rende davvero fiero.
Qui il mio profilo Strava
MIRKO DE ANGELIS
Sono membro Strava da Marzo 2014.
In una prima fase da amatore agonista Strava è stato mio oggetto di studio, ancor di più nel momento in cui ho attivato la modalità Premium (ora diventata Summit), che mi permetteva di monitorare tutti i dati registrati dal tuo GPS e “studiarli” tramite appositi grafici elaborati da Strava stesso.
Il mio obiettivo giornaliero era quello di rispettare le “tabelle” nel minimo dettaglio durante l’allenamento per poi tornare a casa, scaricare il file sul PC e verificare che avessi svolto tutto nel modo corretto, focalizzando l’attenzione sui dati salienti, confrontando i valori dell’allenamento precedente, per constatare eventuali miglioramenti.
Praticamente anticipavo il lavoro che avrebbe svolto nei giorni successivi il mio preparatore atletico nel suo studio.
Una vera e propria dipendenza se penso che ciò accadeva tutti i giorni.
Da circa un anno e mezzo, invece, la bicicletta è diventata sinonimo di libertà e scoperta dei propri limiti.
In questo modo Strava è diventato il mio diario delle lunghe, a volte lunghissime, pedalate che mi piace condividere con i miei amici e miei follower stravisti.
Con l’ultracycling è cambiato il mio modo di pedalare.
La routine giornaliera però è rimasta la stessa: salgo in bici, accendo il GPS e finita l’uscita non vedo l’ora di controllare il mio giro sul profilo Strava, nominando l’uscita con un titolo che descriva il mood di quelle ore passate a pedalare e abbinandoci sempre qualche foto, elemento ormai fondamentale della mia nuova concezione di ciclismo.
La cosa che reputo più divertente e interessante è la possibilità di creare percorsi da PC con l’apposito software Strava.
Personalmente, con la nascita della passione per le lunghe distanze, amo creare grandi anelli tra le montagne più vicine a Roma (e di montagne ce ne sono…), caricare la traccia sul mio GPS per poi ritrovarmi a pedalare in luoghi a me sconosciuti.
Molte di queste creazioni rimangono solamente bozze, altre invece sono diventate oggetto di mie lunghe pedalate in solitaria, che hanno incrementato l’amore per la bicicletta.
Anche Strava però ha un suo lato negativo, almeno per me.
L’opzione Live Segments è diventata sin da subito una valida sostituta delle gare amatoriali.
Per raggiungere il famoso KOM, i ciclisti più “agonisti e fanatici” trasformano la loro uscita in una vera e propria corsa contro il tempo, dimenticandosi però che alcuni di questi segmenti sono piuttosto pericolosi per essere percorsi “a tutta”, soprattutto a traffico aperto.
Trovo inutile prendersi rischi solamente per migliorare un record personale.
Non nego che anche io, tuttora, guardo i miei tempi, ma davanti al pc dopo aver scaricato il file; non ho mai pedalato in funzione del KOM e per questo motivo ho disattivato da subito l’opzione Live Segments.
In sostanza come qualsiasi piattaforma social Strava ha i suoi pro e i suoi contro, quindi va usato con intelligenza, ma soprattutto prudenza, visto che in strada siamo, quotidianamente o anche solo una volta a settimana, l’elemento più fragile.
Qui il mio profilo Strava
Quindi, sì, Strava è davvero una bella invenzione e questo è ciò che pensiamo.
Se volete potete seguire le nostre attività iscrivendovi al Club Strava di BiciDaStrada.it e se non siete ancora registrati su Strava basta cliccare qui, è gratuito.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Dalla Mtb, alla bici da strada, passando per una e-Mtb e se capita anche una gravel bike. La bicicletta è splendida in tutte le sue forme e su BiciDaStrada.it, di cui sono il fondatore e il direttore, ci concentriamo sulla tecnica, sulle emozioni, sui modi per migliorarsi e soprattutto sul divertimento. Quello che fa bene al cuore, alle gambe e alla mente. Pedali agganciati!