Abrasioni cutanee, ematomi, lacerazioni, fratture. Sono questi gli infortuni più comuni per un ciclista impegnato in competizione.
Uno studio della BORA-Hansgrohe rivela che un professionista del circuito World Tour subisce in media un infortunio ogni 65 ore di gara o, se preferite, ogni 18 giorni di corsa.
Il dottor Christopher Edler (foto sotto), responsabile sanitario della squadra tedesca e medico presso la clinica traumatologica BG Klinikum di Amburgo, assieme alla sua équipe ha analizzato cosa è successo a 44 ciclisti di due differenti team World Tour nel corso della stagione 2019.
544.002 i chilometri di gara messi sotto la lente d'ingrandimento per un totale di 12.537 ore d'attività distribuite su 3.524 giorni. 193 gli infortuni rilevati.
"Injuries in elite road cyclists during competition in one UCI WorldTour season: a prospective epidemiological study of incidence and injury burden" - questo il nome completo dello studio - restituisce un interessante spaccato sulle difficoltà che deve affrontare un ciclista di alto livello, ma non solo.
Classificare i danni fisici riportati da un campione significativo di corridori permette di organizzare ed orientare in maniera determinante il lavoro di tutti i profili sanitari che devono garantire, cure, assistenza e percorsi di riabilitazione.
Secondo lo studio della BORA-Hansgrohe gli infortuni più frequenti sono ematomi, contusioni ed abrasioni (73%, n = 141) seguiti da lacerazioni (11,4%, n = 22). Le fratture riguardano il braccio ed il gomito (17,6%, n = 34) con spalla e clavicola a seguire (14,5%, n = 28). Nel 79% dei casi il trauma è causato da un impatto.
Dati che aiutano i medici e non solo...
«È evidente che bisogna garantire in maniera tempestiva una buona cura delle ferite ed un trattamento adeguato di lividi ed ematomi - precisa il dott. Edler - Questa fase diventa cruciale per influenzare ed accorciare i tempi di recupero. Le terapie fisiche come ultrasuoni, laser o onde d'urto, sono molto importanti in tal senso. Trattamenti che giocano un ruolo complementare in caso di fratture. Queste ultime richiedono tempi di recupero più dilatati, ma si verificano con minor frequenza rispetto alle lesioni. Abrasioni profonde, lacerazioni e lividi in certi casi hanno dimostrato un impatto più elevato sul carico di infortuni totale».
Visualizza questo post su Instagram
«La qualità delle cure - continua Edler - dipende prima di tutto dalla preparazione di un medico. Per questo generare dei modelli d'infortunio permette di intervenire in maniera efficace quando si verifica un problema di salute che abbiamo distinto in due macro categorie. Danni di carattere interno, come ad esempio le infezioni, e danni ortopedico-traumatologici. L'analisi delle dinamiche dell'incidente, la diagnosi e la localizzazione dell'infortunio sono state le basi di partenza del nostro studio. A conti fatti gli infortuni nel ciclismo su strada sono nella media se paragoniamo i dati con altri sport. Ci sono meno infortuni nella corsa mentre chi gareggia in MTB ha maggiori possibilità di riportare danni fisici. Infine, se prendiamo in considerazione gli sport di squadra l'incidenza degli infortuni è più alta rispetto al ciclismo su strada».
Nuove prospettive per l'UCI
«Siamo consapevoli che questa pubblicazione apre una riflessione di più ampio respiro - precisa il dott. Edler - Nel ciclismo professionistico non erano mai stati raccolti dati prospettici relativi agli infortuni dei corridori. Abbiamo preso in considerazione una sola stagione, aspetto che presenta evidenti limiti a livello scientifico, ma la nostra intenzione è quella di dar seguito a questa analisi coinvolgendo anche altre squadre.
Stiamo introducendo un nuovo standard nel ciclismo. Abbiamo già avviato uno scambio d'informazioni con l'UCI. In altri sport, le squadre hanno accesso ai dati anonimi di tutti gli altri team. Questo tipo di sistema incentiva la raccolta delle statistiche e dà alla comunità scientifica l'opportunità di poter sviluppare studi che poggiano su una grande quantità di dati. Un aspetto non banale perché in ballo c'è la salute dei ciclisti oltre che il loro rendimento sportivo».
Foto in apertura: @VoltaAlgarveOfficial
Condividi con
Tags
Sull'autore
Redazione BiciDaStrada.it
La redazione di BiciDaStrada.it: ciclisti per passione e vocazione. Giornalisti di mestiere