Tappone dolomitico con la Dogma X: da Selva di Val Gardena al Passo Brocon

Giovanni Bettini
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Tappone dolomitico con la Dogma X: da Selva di Val Gardena al Passo Brocon

Giovanni Bettini
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Pedalare sulle strade del Giro d'Italia alla vigilia del passaggio della corsa. Salire a quota 2.000 dove l'aria apre i polmoni e finisce per appesantire la catena. Percorrere il tappone dolomitico della 107esima edizione della Corsa Rosa in sella alla Pinarello Dogma X.

tappone dolomitico Dogma X

Sella, Rolle, Gobbera, Brocon, picchiata verso Castel Tesino (Tn) e poi ancora su per raggiungere un inedito arrivo in salita attraverso la strada comunale Val Malene-Telvagola.
Che spettacolo, almeno per noi! Forse per i corridori un po’ meno…

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Partenza in salita: ai piedi del Sassolungo

Pronti via e la strada profuma già di fatica.
8,9 km al 7,4%, pendenza massima 11%. Si parte dai 1.428 metri d'altitudine di Selva di Val Gardena (Bz) per raggiungere il valico, incorniciato dal Gruppo del Sassolungo, a 2.244 m s.l.m.

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Un'ascesa iconica.

La prima volta del Passo Sella al Giro è datata 1940. A transitare per primo al Gran Premio della Montagna fu un certo Gino Bartali in maglia Legnano.
In squadra, quell'anno, anche un giovanissimo Fausto Coppi che quel Giro lo vinse: una scintilla che finì per infiammare questa iconica rivalità...

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La Legnano del 1940 al Giro d'Italia. Da sinistra Favalli, Coppi, Ronconi, Bartali, Ricci, De Benedetti e Secondo Magni.

A maggio, sul Sella trovi tutto e di più: la neve, la fatica, l'aria sottile, il silenzio delle Dolomiti. L'essenza del ciclismo.

tappone dolomitico Dogma X

La Pinarello Dogma X permette di godersi ogni istante senza stress.
L'assetto più rilassato rispetto alla Dogma F (stack +15,4 mm, reach -3,9 mm), gli pneumatici Continental Grand Prix 5000 S TR da 32 mm, la guarnitura Shimano Dura-Ace 50-34 abbinata ad una cassetta 11-34, sono gli ingredienti giusti, al posto giusto, nel momento giusto.

Il risultato è un minor carico sulla regione cervicale e lombare della schiena e la possibilità di salire senza uno sforzo strenuo anche se non si ha un allenamento super.

tappone dolomitico Dogma X

Val di Fassa, Val di Fiemme, Primiero: all'ombra dei giganti

Il Passo Sella è solo un aperitivo, ma al contrario.
Di solito si beve in compagnia, a fine giornata, al tramonto della settimana. Mai da soli, mai quando c'è ancora fatica da fare. Il ciclismo, le corse, i Grandi Giri sono così: come la vita e la sua antitesi.

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E così giù in discesa pennellando i tornanti verso Canazei (Tn) e la Val di Fassa direzione Predazzo-Passo Rolle con una certezza dentro.

Le gomme tubeless da 32 mm gonfiate a 4 bar (peso 70 kg) montate su ruote Princeton Grit 4540 con canale interno da 21 mm e spalla dotata di uncino, sono un richiamo al mito omerico delle Sirene di Ulisse. Difficile resistere al loro fascino!
In discesa sopratutto, ma anche in salita.

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Difficile, come l'orizzonte del Passo Rolle (19,8 km al 4,8%) e del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Ambienti costellati dalle cicatrici della tempesta Vaia e dalla piaga del bostrico che continua a martoriare il bosco.

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Qui capisci che le pedalate, per quanto possano essere goderecce, perdono senso di fronte a una natura sofferente.

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Sul Rolle c'è la passione. Quella vera.
C'è qualcosa di mistico per tutti: il Cristo Pensante e Gino Bartali, primo corridore in vetta nel 1937 nella prima volta di un passo dolomitico al Giro.
C'è l'8 giugno del 1956 di Charly Gaul: L'Angelo della Montagna scollinò da solo sul Rolle verso quell'arrivo da tragenda sotto la neve del Bondone.

Infine, Felice Gimondi formato Giro d'Italia 1967.

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Bartali e Gimondi oggi sono ancora al GPM, fianco a fianco, impressi nello spirito di un monumento voluto da Diego Tambosi e dall'Alpina Sport di Trento.

«È bello scalare i monti perché sei vicino a Dio». «Nella vita puoi essere utile anche arrivando secondo o quinto... Purché tu ce la metta tutta».

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Le due frasi sono incise nelle targhe poste sotto i busti dei due Campioni.

Tappone dolomitico con la Dogma X: un finale inedito

Finita la discesa del Rolle c'è poco tempo per rifiatare.

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Giusto il tempo di una sosta al bar a Fiera di Primiero.

Utile per rinfrancare le gambe e per capire, se mai ce ne fosse bisogno, che la Dogma oggi altro non è che "la bicicletta Pinarello". Una bicicletta che grazie al design funzionale del carro finisce per accendere l'attenzione dei passanti. Signore e signori disincantati che in un attimo riconoscono il valore della firma Pinarello al punto da associarla a Ferrari e Lamborghini.

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Dietro alla Dogma c'è un universo simbolico, uno status symbol, il buon gusto, la prestazione, la voglia di essere. Qualcosa o qualcuno.
Anche se la bici devi spingerla sempre e comunque, ma quando stai più comodo e dopo tante ore sei meno stanco, tutto diventa ancora più divertente. Un'associazione universale di valori che in fin dei conti è il motore dell'umana emozione.

E la conferma arriva una volta approcciato il Tesino dopo aver scalato il Passo Gobbera da Imer e il Passo Brocon da Canal San Bovo con il successivo passaggio lungo la SP79 (Funivie Lagorai) a sfiorare la linea del traguardo.

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Subito dopo il Passo Brocon si raggiunge il falsopiano dove si trova l'ampio parcheggio delle Funivie Lagorai. La carovana scenderà a sinistra verso il Tesino per risalire dalla Val Malene. Sulla destra verrà allestito il traguardo.

Castello Tesino e Pieve Tesino, il paese natale di Alcide De Gasperi (obbligatoria una visita al Museo Casa De Gasperi se siete da queste parti), sono uniti da un "filo rosa Giro d'Italia" che colora e contagia tutto.
Dai muri delle case alle cataste di legna.

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A Pieve inizia l'ultima asperità di giornata, prologo di un arrivo inedito.
La strada comunale Val Malene-Telvagola è stata messa completamente a nuovo per l'occasione ed è un piccolo angolo di paradiso da esplorare.

Questa asperità fino allo scorso anno era parte del percorso medio della Granfondo Sportful.

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Qui le pendenze sono prima dolci poi via via più arcigne.
Dal km 7 al km 10 c'è veramente da stringere i denti.

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La salita, quasi del tutto sconosciuta anche ai ciclisti locali, riporta in vetta al Brocon (Funivie Lagorai).

Al decimo chilometro la vista delle malghe e le pendenze più clementi lasciano intuire che la vetta è vicina. Due S in successione introducono sull'ampio rettilineo finale.

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Che esperienza il tappone dolomitico con la Dogma X!

Non è facile approcciare queste strade prima del passaggio del Giro (occhio ai cantieri, alle strade chiuse e al meteo), ma ne vale la pena.

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Io mi sono salvato grazie anche ad un bici non troppo "spinta". La scelta giusta per questo genere di avventure endurance.
34-34? Sì, l'ho utilizzato a fini di sopravvivenza in Val Malene.

Venite a provare questo finale e capirete perché...

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Per maggiori informazioni: pinarello.com/it/dogma-x

Foto: Giacomo Podetti

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Sull'autore
Giovanni Bettini

"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.

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