La 3T Exploro Team è una bici difficile da categorizzare.
E’ chiaro che si tratta di una gravel bike, ma con geometrie orientate all’uso stradale, tubazione oversize e aerodinamiche, un passaggio ruota da Mtb.
Quando fu lanciata nel 2016, 3T la presentò come la prima Aero-Gravel al mondo.
A progettarla è stato l’ingegnere Gerard Vroomen, un nome che non tutti conoscono, ma che all’inizio degli anni 2000 ha contribuito a rivoluzionare il concetto di bici da corsa: co-fondatore di Cervélo è stato tra gli ideatori del telaio Soloist, ovvero una delle prime aero bike da strada della storia (ne abbiamo parlato qui).
A quel tempo la maggior parte delle persone rimase perplessa: perché una gravel bike dovrebbe essere aerodinamica?
Adesso che la 3T Exploro è giunta alla sua terza generazione, possiamo dire che 3T ci ha visto giusto: la Exploro è diventata una delle icone del mondo gravel e, anche se può non piacere a tutti, ha aperto la strada a quello che oggi possiamo chiamare il settore delle bici gravel aerodinamiche…
La bici che abbiamo testato è la Exploro Team, montata con il nuovo gruppo Campagnolo Ekar, anche se con qualche componente diverso rispetto a quelli forniti di serie.
Il sottoscritto (Nicola Checcarelli) l’ha testata per diverso tempo, ma l’hanno usata anche Simone Lanciotti ed Emanuele Marianeschi.
Insomma, le impressioni in sella sono state un lavoro a “6 gambe" ??
1 – DETTAGLI TECNICI TELAIO
– Geometria: 9
La 3T Exploro Team ha una geometria più vicina ad una moderna bici da corsa endurance piuttosto che ad una gravel bike e questo già la dice lunga sulla sua concezione d’uso.
Per chi viene dalla strada è un punto a favore, chi volesse farne un uso off-road spinto lo potrebbe considerare un piccolo limite.
Nella taglia L che abbiamo avuto in test il tubo orizzontale misura 57,1, il reach è di 39 cm, lo stack di soli 57,5 cm.
L’angolo sterzo è di 72,5°: aperto, ma non estremo come su altre bici gravel.
72,5° è anche l’angolo del tubo piantone.
I foderi del carro posteriori misurano 41,5 cm, un valore piuttosto contenuto per una gravel bike. A tal proposito il fodero destro è stato fortemente ribassato per consentire di montare comunque gomme dalla sezione importante.
– Assetto in sella: 9
Sono alto 183 cm e pedalo a 77,5 cm e devo dire che mi sono trovato decisamente a mio agio sulla misura L.
Forse perché più simile ad una bici da corsa, mi sono sentito “subito a casa” rispetto ad altre gravel bike.
Il merito è anche della forma del manubrio 3T Aeroghiaia, che a mio avviso ha un’ergonomia ottimale (ne parleremo nella sezione dedicata ai componenti).
L’unica cosa che mi ha messo un po’ in difficoltà è stata la regolazione dell’inclinazione della sella: il meccanismo a “doppio cilindro dentato” di cui è dotato il reggisella di serie, infatti, se da un lato impedisce qualsiasi spostamento accidentale (dovuto a urti o “insaccate”), dall’altro non è super intuitivo (richiede sempre di smontare la sella) e non sempre permette di scegliere l’inclinazione desiderata.
Insomma, pur avendo una regolazione micrometrica, si tratta comunque di posizioni fisse e a volte è necessario scendere a compromessi, anche in base alla struttura e alla forma della sella.
– Cura costruttiva: 9,5
La 3T Exploro Team ha una linea che non passa di certo inosservata.
Il cuore del telaio in carbonio è costituito dal tubo obliquo di dimensioni over size, con una forma che in 3T hanno chiamato Sqaero, cioè squadrato nella zona posteriore e aerodinamico in quella anteriore.
Questo particolare profilo è stato studiato in galleria del vento per ottimizzare le prestazioni aerodinamiche in modo specifico per una bici gravel, eseguendo test a 32 km/h, con gomme 700x40.
Le dimensioni extra-large, oltre che garantire una grande rigidità torsionale, permettono di catturare il flusso d’aria proveniente da un pneumatico anteriore largo.
In base a quanto dichiarato da 3T, il risultato è che la Exploro, con due borracce e gomme 700x40, a 32 km/h è più veloce di una bici da corsa con tubazioni tradizionali, senza portaborraccia e con gomme da 28 mm.
Le forme Sqaero, anche se in modo meno appariscente, sono state utilizzate anche sul tubo sterzo, il tubo piantone e il tubo sella.
Tra gli elementi degni di nota anche la chiusura reggisella a scomparsa (ma semplice e funzionale) e il forcellino del cambio Hang Loose, che quando si svita il perno e si toglie la ruota, permette anche al cambio di spostarsi, rendendo più facili le operazioni (vedi video sotto).
La scatola del movimento centrale, anche questa oversize, ha standard BB386Evo.
Da sottolineare, inoltre, la concezione che 3T chiama Gravel Plus, cioè la compatibilità della bici con ruote da strada e gomme 700x25-28, gomme gravel fino a 700x40 o con ruote 650b con gomme da Mtb fino a 2.1.
Una soluzione che ora siamo abituati a vedere piuttosto spesso, ma che 3T è stata tra i primi a introdurre per garantire la massima versatilità possibile.
Non abbiamo dato 10 come voto, perché a nostro avviso, seppure molto curata nei dettagli, la 3T Exploro Team presenta pure qualche piccola pecca.
Della regolazione poco intuitiva dell’inclinazione del reggisella vi abbiamo già detto.
A mio avviso, è esteticamente poco gradevole anche il sistema di instradamento dei cavi all’interno del telaio, che però permette di evitare curvature eccessive dei cavi (interessante, invece, la possibilità di sostituire la cover che guida i cavi nel telaio, in base alla tipologia di gruppo: meccanico, elettronico, ecc).
Non ci sono protezioni e batticatena sul carro e sotto il tubo obliquo, che in off-road avrebbero fatto comodo e, per essere una bici gravel, non c’è la predisposizione per parafanghi e non ci sono molti punti di fissaggio per borse e portaborraccia extra.
Ma quest’ultimo dettaglio, se ci pensiamo bene, è coerente con la natura della bici, ovvero una gravel pensata per essere veloce e performante, magari pure da gara…
– Componentistica utilizzata: 8,5
La componentistica della bici utilizzata per il test è leggermente diversa (più pregiata per quanto riguarda sella, ruote e manubrio) rispetto a quella proposta a catalogo.
Il voto si riferisce a quella di serie.
L’elemento caratterizzante di questo allestimento è il nuovo Campagnolo Ekar 1x13 (QUI la nostra presentazione).
Sull’anteriore abbiamo usato una corona da 38, sul posteriore una cassetta 9-42: una combinazione ottimale per affrontare quasi ogni percorso, ideale per una bici aero pensata per la velocità.
Invece, chi volesse cimentarsi su percorsi più tosti e sconnessi, potrebbe optare per la cassette 10-44.
Pur avendo un paio di piccoli “difetti”, di cui vi parleremo tra pochi giorni in un articolo test specifico, il nuovo Campagnolo mi ha sorpreso per precisione e affidabilità della cambiata.
Ottima anche l’ergonomia delle leve, che permette una presa sicura in tutte le situazioni.
Il vero plus del gruppo, però, è il sistema frenante (in questo caso dotato di due dischi da 160 mm): sempre affidabile anche dopo pinzate lunghe e prolungate, potente ma ben modulabile, quasi mai rumoroso se non nelle prime frenate in una giornata di pioggia.
Le ruote utilizzate per il test sono le Fulcrum Rapid Red 300, montate con gomme Continental Terra Speed 700x40, utilizzate sia con mousse (che vi consigliamo vivamente) sia senza.
La sella è una Fizik Tempo Argo (R5 nell’allestimento di serie, R1 con scafo in carbonio in quello usato da noi).
Infine, la differenza più significativa rispetto all’allestimento da catalogo riguarda il manubrio: sulla bici test era montato un manubrio 3T Aeroghiaia in carbonio rispetto al 3T Superergo Pro.
Se avete un po’ di budget da spendere vi consigliamo di eseguire questo upgrade, non tanto per la leggerezza o per il profilo aero della piega, ma per la sua ergonomia.
La curva a flare variabile permette una presa davvero comoda quando si posizionano le mani sia sui comandi che sulla parte bassa, ottimizzando comfort e guidabilità. Onestamente uno dei migliori manubri gravel utilizzati fino ad ora…
– Peso bici: 9,5
Il peso rilevato della bici in taglia L, senza pedali ma con liquido sigillante, è di 8,7 kg.
Montando due gomme da strada 700x28 probabilmente non saremmo lontani dal peso di molte bici endurance o aero di prezzo simile.
– Prezzo bici: 8
Il prezzo al pubblico della 3T Exploro Team Ekar è di 4.499 euro, ma vi ricordiamo ancora una volta che alcuni componenti sono diversi rispetto a quelli che vedete in queste foto. L’allestimento da catalogo lo trovate QUI.
Il costo è comunque interessante in relazione alla qualità del telaio e del gruppo.
Per chi fosse interessato al solo kit frame, composto da telaio, forcella Fango Team e reggisella aero, il prezzo è di 2.499 euro.
– Garanzia sul telaio: 8
Per tutti i prodotti 3T fabbricati a partire dal 2017 la garanzia può essere estesa a 5 anni (2 anni standard + 3 anni di estensione) previa registrazione sul sito 3T entro 30 giorni dall'acquisto.
In caso di rottura dovuta a urto o incidente 3T propone anche un programma Crash replacement, i cui dettagli vanno però richiesti tramite rivenditore.
Voto finale (da 1 a 10): 8,78
2 – COMPORTAMENTO IN SALITA
– Su asfalto: 10
Sin dalle prime pedalate si percepisce che la 3T Exploro Team Ekar è una gravel estremamente reattiva rispetto ad altri competitor.
Nel suo DNA c’è più la ricerca della prestazione piuttosto che la guidabilità su percorsi off-road estremi e chi viene dalla bici da corsa apprezzerà non poco questa indole.
– Su sterrato: 9
Sugli sterrati “leggeri” le sensazioni sono molto simili a quelle su asfalto.
Sui tratti più ripidi e sconnessi la rigidità torsionale aiuta tanto, ma il carro posteriore compatto richiede di saper gestire bene i pesi per evitare perdite di aderenza, soprattutto quando ci si alza sui pedali.
In base al fondo diventa fondamentale scegliere bene la pressione degli pneumatici (ed eventualmente anche la loro tipologia).
A essere onesti, sui tratti più ripidi, un 44 posteriore lo avrei apprezzato parecchio…
Voto finale (da 1 a 10): 9,5
3 – COMPORTAMENTO IN DISCESA
– Su asfalto: 10
Su asfalto si comporta quasi come una bici da corsa, ma con la stabilità aggiuntiva di una gomma 700x40. Precisa in inserimento e molto stabile anche nei tratti veloci.
– Su sterrato: 8
La discesa off-road meriterebbe un approfondimento a parte.
Sugli sterrati ben battuti la 3T non presenta particolari problemi. Su quelli un po’ più tecnici, invece, le geometrie road oriented e la rigidità del telaio rendono la bici non proprio semplicissima da guidare. Diciamo che in questi frangenti è richiesta un po’ di esperienza e abilità, soprattutto se si vuole scendere a velocità sostenute.
Tuttavia, già utilizzando le mousse (sia Technomousse che Andreani) all’interno delle gomme Continental, le cose cambiano non poco: si possono sfruttare pressioni di gonfiaggio anche inferiori a 2 bar e questo rende la guida decisamente più piacevole e sicura. In alcuni frangenti pare quasi di avere una forcella ammortizzata.
La qualità dei freni Campagnolo e l’ottima ergonomia della piega, tra l’altro, aiutano davvero tanto.
Per chi pensa di fare con frequenza sterrati molto sconnessi (anche se a nostro avviso l’indole della bici non è questa), l’opzione delle ruote da 650b e di gomme più larghe va assolutamente presa in considerazione.
Voto finale (da 1 a 10): 9
4 – COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
– Su asfalto e sterrato: 10
Asfalto o sterrato che sia, quando c’è da pedalare sopra i 30 km/h la Exploro Team ha una marcia in più rispetto alla maggior parte dei competitor.
Non sappiamo quantificare il ruolo dell’aerodinamica, ma la prima impressione è che si tratti di una bici molto scorrevole.
Sui tratti più scassati la potreste sentire un po’ nervosa, ma basterà adeguare la pressione delle gomme.
Non ho avuto modo di testarlo in questo periodo, ma sono convinto che con due ruote in carbonio e gomme da strada 700x28 sarebbe una fedele “compagna di battaglia” anche per le uscite di gruppo più tirate.
Voto finale (da 1 a 10): 10
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,32
IN CONCLUSIONE
La 3T Exploro Team è una bici particolare: una gravel pensata per andare forte, diciamo forse anche un po' in contrasto con la concezione che molti (ma non tutti) hanno di questa disciplina...
Da un lato è reattiva e veloce quasi (o forse di più) di una bici da corsa.
Dall’altro, l’ampio range di coperture utilizzabili (da 700x25 a 650bx2.1) la rendono incredibilmente versatile.
E' una bici perfetta per l’uso gravel più “classico”, ovvero quello fatto di asfalto e sterrati leggeri e scorrevoli.
L'allestimento che mi ha permesso di sfruttarla al meglio è con gomme 700x40 dalle tacchettatura “intermedia”, ma dotate di mousse.
Questa soluzione permette di esaltarne le doti di scorrevolezza sui percorsi veloci, ma di scendere tanto con la pressione quando serve, garantendo trazione, tenuta e comfort oltre le aspettative.
In extrema ratio, la potremmo immaginare come un prodotto ideale per chi vuole una bici unica per fare un po’ tutto, semplicemente cambiando ruote in base al percorso.
Voglio uscire su strada in compagnia degli amici?
Monto una coppia di ruote in carbonio con gomme 700x28.
Voglio andare a divertimenti su sentieri scassati?
Monto le ruote 650b con gomme di sezione generosa.
Per maggiori informazioni: 3t.bike
QUI tutti gli altri test pubblicati su BiciDaStrada.it
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.