Alle porte dello scorso inverno l'annuncio dell'accordo di collaborazione triennale con il team World Tour Groupama-FDJ (QUI la nostra news). A distanza di qualche mese dal debutto abbiamo messo alla prova il casco Julbo Sprint, modello aero semichiuso che in gamma affianca il Fast Lane.
Prima d'iniziare una premessa.
Non è mai facile osare ed inaugurare una nuova gamma prodotto, soprattutto per il marchio in questione che è un punto di riferimento nel comparto dell'occhialeria sportiva e da vista. È un qualcosa che ha a che fare con l'ignoto.
Qualcosa di più dell'ordinario rischio d'impresa...
Letta su un altro piano la "scommessa caschi" consente comunque a Julbo di creare un vero e proprio sistema in via del tutto analoga a quanto avviene con lo sci.
In definitiva alla storica azienda francese, fondata da Jules Baud nel 1888, va riconosciuto il merito d'aver battuto con coraggio una strada per nulla scontata: non tutti i marchi che fanno caschi producono occhiali e viceversa.
Ve lo dico subito...
Il casco Julbo Sprint è ben riuscito, ma ci sono alcuni dettagli sui quali ho messo l'asterisco, o meglio, dei puntini di sospensione perché le migliorie tecniche sono veramente a portata di mano.
Al netto della componente soggettiva che per definizione influenza sempre e comunque un test.
Dettagli tecnici
– Materiali utilizzati: 8,5
Fuori dalla scatola lo Sprint ha un aspetto aggressivo ed è difficile trovare una sbavatura soprattutto per quanto riguarda la saldatura polimerica In-Mold tra calotta interna in EPS (polistirene espanso sinterizzato) ed esterna in policarbonato.
Il cinturino adotta una grana leggermente più grossa rispetto ad altri caschi della concorrenza utilizzati a livello World Tour.
L'imbottitura interna in Coolmax Comfort a mio avviso è uno dei punti deboli del casco Julbo Sprint, in particolare quando la colonnina del termometro sale verso l'alto, oltre i 25°C.
Gli inserti sono più spessi e sembrano rimandare ad una generazione prodotto differente con un inevitabile riflesso sulla traspirabilità.
Qui le tendenze in essere prevedono microfibre più sottili che tendono ad asciugarsi più velocemente (anche in corsa) senza sacrificare la comodità.
La fibbia di chiusura a scatto ed il divisore minimale sotto orecchio (chiamato in genere divider, foto sotto) ripropongono caratteristiche nella media.
Il volume rivela una struttura corposa, solida.
Abbondante impiego di EPS che abbinato al policarbonato tende a scaldare un po' troppo la parte superiore del casco a temperatura ambiente attorno i 30°C.
– Regolazioni consentite: 9
Il sistema di ritenzione prevede tre diverse altezze ed agevola tutti coloro che pedalano con la coda di cavallo.
Al primo utilizzo il cursore ancorato sulla calotta interna può non essere così facile da muovere.
Basta una lieve pressione con il pollice ripetuta per 3/4 volte per mettere a regime il tutto.
Archetto interno e rotella vanno a comporre il cosiddetto Full Adjustable Fit.
La regolazione micrometrica è efficace, restituisce il grado di tensione, ma non quello scatto secco tipico dei caschi d'alta gamma utile all'indice ed al pollice per capire anche solo al tatto quando è giusto fermarsi.
- Dettagli tecnici: 8,5
Julbo non ha fatto trapelare molto riguardo lo sviluppo interno ed il dietro le quinte.
Il casco ad ogni modo è stato testato e validato dal team Groupama-FDJ che già nel corso della passata stagione aveva messo alla prova Julbo sui caschi crono.
Il marchio francese, che ha sede a Longchaumois nella regione Borgogna-Franca Contea, non propone a catalogo un sistema di protezione dagli impatti rotazionali: un territorio orfano di regolamenti e protocolli di verifica dove le polemiche non mancano (vedi il botta e risposta tra Kask e Mips).
Un dettaglio, quello sugli impatti rotazionali, che però contribuisce ad elevare la scheda tecnica (ed il prezzo) fino a creare un'ulteriore leva di marketing.
Il frontalino è ben studiato.
Nel mio caso non ha mai invaso il campo visivo. C'è il giusto spazio se il casco viene integrato con l'occhiale Julbo Density. Un dettaglio che non è casuale.
– Omologazione: 10
Il casco risponde alla certificazione europea CE EN 1078 (QUI tutti i dettagli) e CPSC (Canada e Stati Uniti).
Attenzione però se volete utilizzarlo in Australia e Nuova Zelanda...
– Colori disponibili: 7
Due le combinazioni proposte: quella che vedete in questo test (nero/bianco) ed il design Groupama-FDJ (blu scuro/rosso/bianco) con la seconda soluzione che "non è per tutti", vista la presenza dei colori della bandiera francese con dettagli che rimandano ai relativi sponsor.
Peccato. Il casco con una livrea bianco perla e dettagli neri non sfigurerebbe affatto.
– Peso: 8
Il peso è di 280 gr in taglia M.
Quota onesta, ma almeno 20/30 gr si potrebbero limare con ogni probabilità dalla calotta interna.
– Prezzo: 9,5
Assieme al design ed alle regolazioni rapide è tra i punti di forza: 149,90 euro.
Una condizione che porta Julbo ad essere in linea con quanto proposto da Ekoi, altro brand francese che esercita una politica commerciale piuttosto aggressiva.
Se volete il casco di Pinot, Gaudu e soci servono dieci euro in più: 159,90 euro.
Non prende dieci per il semplice fatto che il Fast Lane (119,90 euro e 139,90 euro in versione Groupama) viene proposto ad un prezzo inferiore con l'aggancio magnetico Fid Lock.
Voto finale (da 1 a 10): 8,64
Prestazioni
– Comfort della calzata: 8,5
La forma tende ad essere bislunga con la parte mediana leggermente più schiacciata verso l'interno rispetto ai caschi aero che in genere hanno una struttura ovoidale.
A primo impatto questo stampo potrebbe non essere del tutto piacevole, ma basta poco per abituarsi. Io ho diminuito leggermente la tensione rispetto al solito.
Al di là di questa considerazione le basi su cui lavorare ad uno sviluppo futuro sono già molto buone.
– Ventilazione: 9
Le prese d'aria sono sette in tutto: tre sul fronte, altrettante sul retro ed una sulla parte superiore della calotta: la cosiddetta feritoia NACA che aiuta ad aumentare lo scarico dell'aria in uscita.
Cinque i canali interni d'aerazione.
Nell'ultimo periodo nonostante le temperature ho sempre utilizzato caschi semichiusi e devo ammettere che ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto alle precedenti generazioni. Julbo pur essendo al debutto si ritaglia il suo spazio in questo variegato panorama.
Ho pedalato con temperature superiori ai 30°C e non ho rimpianto altre soluzioni.
Come citato all'inizio però i materiali utilizzati dal casco Julbo Sprint non agevolano del tutto la traspirabilità e di conseguenza non rendono piena giustizia ad un flusso d'aria che non è stato per nulla trascurato.
Dietro, non a caso, c'è uno studio aerodinamico condiviso con il team Groupama-FDJ: cicli di simulazione CFD (fluidodinamica computazionale), test in galleria del vento con atleta e su manichino fisso.
– Estensione della copertura: 9
Julbo declina le proprie conoscenze sugli sport invernali e riprende i dettami delle nuove tendenze applicate al casco ciclo da competizione.
Nel mio caso ho notato che "giocando" con l'altezza del sistema di ritenzione è possibile annullare la luce tra casco e maschera dell'occhiale senza troppi rischi in termini di protezione.
– Calzata: quale taglia scegliere? 8
Le taglie disponibili sono due, M e L, con intervalli pari a 54-58 e 58-62 cm.
Io ho caratteristiche che rientrano nella media della popolazione e non ho avuto dubbi a scegliere la M anche perché provenivo da prodotti con specifiche identiche o comunque molto simili.
Al di sotto dei 54 cm però ci dovrebbe essere un'alternativa...
Voto finale (da 1 a 10): 8,7
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,69
Casco Julbo Sprint: in conclusione
Il progetto nel complesso poggia su una base più che buona.
I primi passi di Julbo in questa nuova dimensione rivelano potenzialità interessanti anche alla luce di uno scambio interdisciplinare con l'universo sci.
I punti di forza sono: il prezzo, una buona capacità di regolazione, il design che rivela un'accoppiata vincente con l'occhiale Reactiv ed il sistema di ventilazione.
Da migliorare i dettagli: la microfibra dell'imbottitura, la grana del cinturino e la qualità della rotella posteriore.
Senza trascurare ovviamente un'analisi su EPS e policarbonato per quanto riguarda accumulo termico e la relativa capacità di dissipare il calore.
Scheda Tecnica in sintesi
- Omologazioni: CE EN 1078, CPSC
- Peso rilevato: 280 grammi in taglia M
- Taglie: M e L
- Prezzo: 149,99 euro
- Colori disponibili: 2
Per maggiori informazioni: julbo.com/it
Qui sotto i dettagli dell'accordo con il team Groupama-FDJ.
Julbo e Groupama-FDJ: accordo fino al 2025. In arrivo anche i caschi...
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.